Josef Suk Piano Quartet alla Società Filarmonica di Trento

Insolito ensemble ceco tra violino, viola, violoncello e pianoforte. 

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Josef Suk Piano Quartet

Venerdì 30 novembre (ore 20.30) nella sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento arriva il Josef Suk Piano Quartet ensemble che affonda nella tradizione più profonda della musica ceca arrivando, attraverso i maestri dei componenti, direttamente al grande Antonin Dvořak. La sua avventura musicale inizia nel 2007 quando si riunisce nella forma del Trio, trasformato, nel 2012, nella forma attuale del Klavierquartet. La maturazione avviene alla scuola dei cameristi cechi storici: da Škampa a Moravec, Veis e Kaňka. L’affermazione internazionale giunge con la vittoria nel 2013 del “Premio Trio di Trieste” alla quale segue, nel 2016, l’affermazione alla “London Grand Virtuoso Competition”.

In Italia lo Josef Suk Piano Quartet ha già riscosso notevoli successi: chiamato più volte al Teatro Verdi di Trieste, si e esibito ai Concerti del Quirinale Radio3 Rai, alla Biennale di Musica di Venezia, al Bologna Festival, sempre con grandi successi. Sull’onda dei premi meritati l’ensemble ha intensificato significativamente l’attivita concertistica non solo in Europa, ma pure negli Stati Uniti d’America.

Potrebbe far sorridere l’idea che Mozart, considerato da noi ascoltatori del ventunesimo secolo l’immagine stessa della musica cristallina e apollinea, fosse tacciato dai suoi contemporanei di ardito sperimentalismo. Una delle numerose prove di ciò è proprio il Quartetto in sol minore (1785), che all’epoca della sua pubblicazione fu stroncato dalla critica e rimase invenduto sugli scaffali dell’editore Hoffmeister proprio perché ritenuto “troppo difficile”. Il mercato di riferimento per questo genere erano difatti i dilettanti, che chiedevano però parti di moderata complessità esecutiva e immediata trasparenza musicale; Mozart decise invece consapevolmente di comporre un pezzo che richiedeva impegno agli strumentisti e attenzione agli ascoltatori, il cui respiro sinfonico è troppo ampio per le quattro mura anguste di un salotto privato. Ecco dunque che l’Allegro si configura de facto come un concerto per pianoforte, dove i tre archi fanno le veci dell’orchestra intera; si noti inoltre come il rapporto dialogico tra il tutti, veemente e assertivo, e il pianoforte solo, più drammatico, ricordi da vicino il Concerto per pianoforte in re minore, scritto solamente qualche mese prima.

Di straordinario successo godette invece Dvorak in tutti gli ultimi anni della sua vita. Il Quartetto op. 87, scritto nel 1889, rientra in questa fase. Come sempre nel Dvorak maturo, la musica fluisce secondo una chiara logica di derivazione motivica; l’unisono che apre l’Allegro diventa dunque il fiat da cui l’intero movimento genererà per variazione o analogia. L’esuberanza melodica è invece soddisfatta nel Lento, che conta ben cinque temi.

Dopo un secolo di evoluzione il quartetto non ha nulla più di dilettantistico o privato ma si è trasformato in un ambizioso numero da concerto: l’azzardo di Mozart si può dir dunque – dopo tutto – riuscito.

Programma

W. A. Mozart (1756 – 1791)

Quartetto con pianoforte in sol min. KV 478

Allegro – Andante – Rondò

 

M. D’Amico (*1955)

Quartettsatz (2017)

 

A. Dvořak (1841 – 1904)

Quartetto per pianoforte in Mi bem. magg. op. 87

Allegro con moto – Lento

Allegro moderato, grazioso

Allegro ma non troppo