A Tolmezzo, “cuore” della Carnia friulana, si sono aperti gli Stati generali della montagna che vedono impegnata tutta la Giunta regionale con amministratori locali e portatori d’interesse suddivisi in quattro tavoli tematici: economia, assetto istituzionale e rapporti con lo stato, servizi e territorio.
«La montagna del Friuli Venezia Giulia deve essere un’opportunità di sviluppo futuro per l’intera regione e non una riserva da difendere – ha esordito il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga -. Da questi uscirà il manifesto per la montagna, un documento necessariamente frutto del lavoro di squadra che faremo nostro con l’impegno di realizzare in questa legislatura quanto più sarà possibile, procedendo in ogni caso sempre nella direzione indicata».
«La montagna non può subire decisioni da Trieste – ha affermato Fedriga – ma, con il supporto del governo regionale, deve costruire in rete il suo futuro dalla base, utilizzando l’esperienza, la conoscenza e la determinazione di chi vive quotidianamente la realtà del territorio. Vanno infatti stabilite quali siano le attività da insediare e sviluppare per mantenere la popolazione residente in montagna e creare solide basi di crescita economica e sociale».
«Lavoriamo insieme sullo stato dell’arte, ovvero sulla realtà e non sulle ipotesi o sui sogni», ha quindi sottolineato Fedriga, invitando tutti «a mantenere una visione ampia e non focalizzata sui singoli dettagli, spesso derivanti da personalismi, perché una prospettiva condivisa si può creare solo attraverso azioni di sistema . Il pubblico non può sostituirsi ai privati, ma dai vari tavoli mi attendo proposte e soluzioni per attrarre investimenti in queste aree, dopodiché spetterà alle istituzioni agevolarli attraverso misure di carattere fiscale e forte semplificazione normativa. In questo modo – ha concluso Fedriga – potremo offrire un’importante prospettiva alla montagna».
Intanto, è giunta ad un dato definitivo la stima dei danni subiti dalla Regione durante l’ondata di maltempo dello scorso ottobre: «i danni causati a strutture e infrastrutture pubbliche e private del Friuli Venezia Giulia è di 615 milioni di euro» ha detto Fedriga rendendo noto il bilancio elaborato dal vicegovernatore con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi. «Adesso, utilizzando a questo scopo anche le indicazioni che emergeranno dai tavoli tematici attivati per questi Stati generali della montagna, mettiamo in campo – ha affermato Fedriga – tutto quanto necessario per superare le difficoltà con l’orgoglio e la determinazione che caratterizzano la nostra regione».
A questo proposito, il governatore ha ricordato i primi 10 milioni stanziati subito dopo il disastro dalla Giunta regionale, ai quali hanno fatto seguito gli 870.000 euro del Consiglio regionale («che ringrazio nuovamente») e i 6,5 milioni di euro di anticipo da parte del Governo nazionale, ovvero la seconda quota assoluta che certifica il pesante ruolo di regione più colpita dopo il Veneto. «Da Roma – ha aggiunto Fedriga – giungeranno in fase di bilancio 450 milioni di euro da distribuire il prossimo anno alle aree coinvolte, con già altre risorse previste per il 2020. Come ho avuto modo di anticipare al ministro Salvini, chiederemo per il Friuli Venezia Giulia il massimo possibile, apprezzando la sua dichiarata disponibilità a venire incontro alle reali esigenze di chi è stato fortemente penalizzato. È nostra intenzione – ha spiegato il governatore – utilizzare quanto avremo a disposizione per operare investimenti triennali su progettualità e infrastrutture volte a migliorare attrattività turistica, mobilità e logistica. Abbiamo deliberato l’azzeramento dell’Irap per le impresegià presenti o di futuro insediamento nei comuni montani delle cosiddette aree b e c» ha quindi sottolineato Fedriga, ribadendo inoltre la richiesta sottoposta al Governo per la sospensione dei pagamenti dei tributi da parte di imprese e cittadini impegnati nella ricostruzione.
Tra le buone pratiche attivate ad ogni livello a favore delle popolazioni, Fedriga ha infine citato anche l’accoglimento dell’istanza di sospensione dei pagamenti delle rate dei muti da parte dell’Abi.
Le strategie di rilancio e salvaguardia della montagna non possono prescindere dall’assetto istituzionale del territorio, dal rafforzamento e dall’efficienza dei Comuni e da una fiscalità di vantaggio che incentivi le attività produttive e i servizi. Queste in sintesi le linee guida emerse dal tavolo di lavoro dedicato all’assetto istituzionale e ai rapporti con lo Stato coordinato dagli assessori regionali alle autonomie locali, Pierpaolo Roberti, alla funzione pubblica, Sebastiano Callari, e alle finanze, Barbara Zilli.
Per Roberti «la prima esigenza per chi amministra nel territorio montano è garantire al cittadino servizi adeguati che vadano a compensare alcuni inevitabili disagi insiti nella vita di montagna, la seconda è quella di garantire una particolare manutenzione del territorio». Per questo, nella riforma dell’assetto territoriale «il sistema istituzionale sarà tale da riconoscere alla montagna una sua peculiarità che permetta ai sindaci di lavorare assieme e di mantenere ogni identità specifica».
L’assessore Callari punta a superare due ostacoli: «la carenza di personale nelle amministrazioni dei territori montani e il gap dell’infrastrutturazione digitale». Callari ha annunciato «la realizzazione di un Ufficio unico per concorsi che agevoli il reperimento del personale, ma anche la possibilità di superare la burocrazia e facilitare la messa a sistema del personale a servizio di più amministrazioni locali». Quanto allo sviluppo economico e al contrasto allo spopolamento Callari indica nella «innovazione digitale il fattore di legame tra i giovani e il territorio montano, perché nel futuro le idee di sviluppo passeranno da qui».
Zilli ha ricordato la scelta della giunta regionale di introdurre l’azzeramento dell’Irap per le imprese e per i liberi professionisti in maniera stabile, che costituisce «un primo passo verso lo sviluppo delle aree montane e che si affianca alle iniziative per il rilancio delle attività produttive e dei servizi con l’obiettivo di rendere attrattiva la montagna per le famiglie, uniche a poter garantire la vitalità dell’area».
Dal tavolo di lavoro dedicato all’economia coordinato dagli assessori regionali alle attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini, e alle risorse agricole, agroalimentari e forestali, Stefano Zannier il filo conduttore emerso è che la montagna ha opportunità di crescita se supera il concetto di “sopravvivenza” e se coglie nel settore trainante del turismo un’occasione di rilancio degli investimenti privati. «L’asse principale delle attività produttive in regione è il turismo, unico settore che ha dimostrato anche in periodo di crisi di poter creare nuovi posti di lavoro e segnare il passo della crescita» ha evidenziato Bini, ricordando che proprio il turismo invernale montano ha fatto registrare nel confronto tra la stagione 2016/2017 e quella 2017/2018 un incremento generale degli arrivi del +8,6% e delle presenze del +2,4%. Dati che hanno trovato conferma anche nell’andamento della stagione estiva, con una crescita complessiva degli arrivi del +8,2% e delle presenze del +6,3%». Bini ha indicato nel cicloturismo, nella valorizzazione delle malghe e nel potenziamento in genere dell’offerta “fitness, wellness e biking” le leve su cui incentrare la strategia turistica per la montagna.
Per Zannier è fondamentale «superare la logica dell’emergenza e della sopravvivenza della montagna per cogliere opportunità di sviluppo dalle risorse locali con la consapevolezza che l’unica attività in grado di governare il territorio rurale è quella agricola-forestale». L’assessore ha portato ad esempio la capacità, più volte dimostrata dai territori montani, di risollevarsi rapidamente dai danni del maltempo e di trasformare l’emergenza in un’opportunità «che anche la Regione saprà cogliere per rivedere alcune modalità di gestione delle viabilità e risorse forestali e delle produzioni agroalimentari». È stato ancora Zannier ad indicare che «il settore forestale ha potenzialità inespresse, con spazi di maggiore efficienza molto ampi, che interessano in primis le infrastrutture di accesso».
Ruolo della Regione, nella visione dei due assessori agli Stati generali della montagna, è agire per incentivare l’iniziativa imprenditoriale e la ripartenza degli investimenti privati, come si sta facendo con la politica fiscale sul taglio dell’Irap e come si farà con il piano per la riqualificazione delle strutture ricettive.
Valorizzazione del patrimonio geologico attraverso le risorse del progetto Interreg Ita-Aut 2014-2020 “Geoparco transfrontaliero Alpi Carniche”, incentivazione per l’installazione di centraline a biomasse e per la realizzazione di distributori di carburante alternativo e pianificazione regionale su corridoi energetici, reti di teleriscaldamento, politiche di “Green Belt” sono i principali temi affrontati dall’assessore regionale all’ambiente e Energia, Fabio Scoccimarro, nel corso del tavolo di lavoro degli Stati generali della montagnadedicato al territorio, tra cui infrastrutture, difesa idrogeologica e tutela ambientale, a cui ha preso parte con l’assessore regionale alle infrastrutture, Graziano Pizzimenti. Dal punto di vista della difesa idrogeologica, Scoccimarro ha annunciato una corposa «attività di prevenzione con programmazione di interventi sia di stabilizzazione dei versanti che di manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico di ogni ordine e grado» che verrà realizzato tramite fondi europei, statali e regionali. Sempre in tema di tutela ambientale continuerà il monitoraggio in collaborazione con Arpa Fvg in base alle previsioni del piano di gestione definito dall’Autorità di distretto delle Alpi orientali.
Priorità agli interventi infrastrutturali nel territorio montano attraverso diverse linee di investimento è quanto ha assicurato l’assessore Pizzimenti, sottolineando l’intenzione di supportare le politiche per la montagna, «un territorio orograficamente complesso, attraverso un piano ambizioso». Tra gli interventi priorità sarà data alla realizzazione della banda ultra larga in tutte le cosiddette “aree bianche” e cioè a fallimento di mercato. L’investimento prevede di realizzare una infrastruttura in fibra ottica, utilizzando anche la precedente esperienza legata al progetto Ermes, per portare la connettività ultra larga in prossimità di tutte le abitazioni, dando così modo a cittadini e imprese di connettersi in condizioni ottimali. Sempre con riferimento al digitale, Pizzimenti ha previsto di attivare un progetto pilota di infrastrutturazione con tecnologia LTE della pista ciclabile Alpe – Adria, per garantire connettività ultra larga a tutti gli utenti della pista ciclabile e anche alle aree contermini, «un progetto – ha evidenziato – che può costituire un elemento di sviluppo legato a tutte le infrastrutture ciclabili del territorio montano».
Inoltre, la Regione ritiene prioritario sostenere le politiche per la montagna attraverso numerosi investimenti sulla viabilità che si andranno a realizzare anche sulla scorta di puntuali studi sulla messa in sicurezza delle strade montane (ad esempio gli studi sulla S.R. 353 “della val Degano” e quello sulla S.R. 646 “per Uccea”): sono già programmati interventi sulla viabilità montana, i più rilevanti dei quali sono quelli della variante di Rigolato; della SS52 Ponte sul Fella e della SS13 Rio degli Uccelli.
Infine, oltre a una particolare attenzione alle condizioni strutturali e agli interventi su ponti e viadotti della rete viaria montana, Pizzimentiha assicurato, non appena si sbloccherà il contratto di servizio, modalità di prestazione del servizio di trasporto pubblico locale più flessibili e più adeguate alle esigenze del territorio.
Il tavolo tematico su sanità e assistenza, istruzione, trasporti, cultura e altri settori di interesse generale con il vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi, e gli assessori al lavoro, formazione e ricerca e a cultura e sport, Alessia Rosolen e Tiziana Gibelli ha puntato sul miglioramento e potenziamento dei servizi ai cittadini sia nel settore amministrativo sia in quello sanitario, a partire da una maggiore presenza dei medici di base e dei pediatri, nei comuni più popolosi, valorizzazione del patrimonio storico e culturale ma anche la definizione di strategie articolate che coinvolgano e diano risposte alle esigenze dell’area montana in particolare per lo sviluppo economico e l’occupazione.
Aprendo l’incontro Riccardi ha spiegato che «assicurando salute, istruzione e collegamenti si creano le condizioni di sostenibilitàperché l’area montana possa vivere, ma il pilastro fondamentale per evitare lo spopolamento è che si generino impresa ed occupazione. In ambito sanitario sono stati proposti il rafforzamento dell’interazione permanente tra tutti i soggetti pubblici e privati operanti in montagna ed è stato spiegato che la Regione punta a garantire l’assistenza agli anziani, tutelare la disabilità e garantire la gestione delle patologie croniche attraverso la riorganizzazione della presenza sul territorio dei medici di medicina generale. Inoltre, è prevista l’attivazione di presidi socio-sanitari di prossimità per l’erogazione in punti strategici di media vallata dei servizi domiciliari e delle prestazioni ambulatoriali di maggiore frequenza e di minor complessità, ma anche il miglioramento delle prenotazioni in loco delle prestazioni ambulatoriali anche tramite le farmacie.
Nello specifico, Riccardi ha spiegato che «oggi ci sono molte sfide da affrontare, tra le quali la qualità delle prestazioni e la definizione del rapporto tra ospedali hub e spoke e il collegamento con le realtà territoriali che affrontano, tra gli altri, i temi degli anziani e della disabilità. In questo quadro, anche per la montagna, è fondamentale l’innovazione tecnologica che permette di distribuire l’informazione tra i soggetti della rete dei servizi. Le infrastrutture tecnologiche sono quindi un fondamentale presidio sociale».
Sul fronte della formazione, la Regione ha evidenziato la volontà di strutturare una formazione specifica per l’insegnamento in pluriclassi, di effettuare investimenti in tecnologia e implementare le esperienze di scuola orientata alle esigenze culturali ed economiche della montagna. Inoltre, nel piano di dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2019-20 sono in corso di valutazione da parte della Regione le richieste dei plessi scolastici montani riguardo la concessione di deroghe per il mantenimento in funzione di quelli sottodimensionati rispetto alle linee di indirizzo regionali.
Rosolen ha quindi spiegato che «nell’ottica di garantire servizi alla cittadinanza è fondamentale tenere conto della qualità delle prestazioni e, quindi, stiamo valutando delle premialità per gli accorpamenti scolastici. Sul sostegno all’accesso ai percorsi universitari siamo una delle regioni modello a livello nazionale e continueremo a investire su questo fronte. In merito ai cantieri lavoro, attivati attraverso un intervento straordinario, abbiamo dato priorità ai comuni montani per dare risposta immediata alla popolazione».
Sul fronte della cultura e dello sport, la Regione punta ad assicurare a tutte le aree le stesse opportunità, a rafforzare i servizi e migliorare l’accesso alle pratiche sportive, ma anche a sostenere eventi teatrali e musicali che possano arrivare al pubblico di tutte le vallate. Gibelli ha rimarcato la volontà di «valorizzare e sostenere il patrimonio culturale materiale e immateriale. Dobbiamo poi mettere a frutto i tanti piccoli musei della vita contadina, con progetti che siano attrattivi anche per soggetti privati anche attraverso l’Art bonus. Infine, puntiamo a sfruttare il cinquecentenario della nascita di Leonardo Da Vinci per promuovere il nostro patrimonio culturale a livello più ampio». Sul tema dello sport, Gibelli ha spiegato che «la Regione quest’anno non prevede la realizzazione di nuovi impianti, bensì verificherà le esigenze ambito per ambito e potenzierà il bando per l’acquisto di nuovi pulmini e mezzi di trasporto per le società sportive».
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