I nuovi modelli del Melatelefono non vendono come Apple si sarebbe aspettata, con il conseguente taglio degli ordinativi presso i fornitori di componentistica e gli assemblatori. Ne va meglio per il settore dei Pc, dove i nuovi arrivati perdono preziose percentuali di quote di mercato rispetto ai concorrenti.
Per sostenere le vendite dei nuovi iPhone Apple è pronta a ritoccare al ribasso il prezzo dell’ultimo arrivato, iPhone Xr, ma solo in Giappone per rilanciarne le vendite falcidiate perfino dalla concorrenza interna dei “vecchi” (ma ancora attuali e molto concorrenziali sul fronte del prezzo) iPhone 8 e 8Plus. Non solo: per rispettare i contratti di fornitura con Samsung Display pare che Cupertino abbia dato ordine di rimettere in produzione iPhone X per assorbire i quantitativi minimi pattuiti nella fornitura di schermi Oled (adottati anche dai nuovi iPhone Xs e Xs max che arrancano).
La decisione del taglio del prezzo a solo un mese dal lancio dei nuovi telefoni stupisce, probabilmente indice di un errore di valutazione della capacità di Apple di imporre al mercato i propri dispositivi. L’aver portato il prezzo d’ingresso dei propri dispositivi vicino e spesso ben oltre la soglia psicologica dei 1.000 euro può avere frenato le intenzioni d’acquisto, specie a fronte di un contenuto tecnologiconon così rivoluzionario rispetto alla versione appena sostituita. Tant’è che in molti canali di distribuzione collaterali le vendite dei modelli più vecchi (ma ancora attuali tecnologicamente) vanno bene, accompagnati spesso da consistenti costi e da un differenziale di prezzo notevole rispetto ai modelli appena lanciati.
Per Apple le cose vanno maluccio anche sul fronte dei computer: le vendite dei nuovi MacBook Air non vanno come atteso e la stessa quota di mercato di Apple nel settore è in calo. Anche l’aggiornamento della linea dei portatili professionali MacBook Pro ha comportato un sensibile calo nelle vendite per via dei prezzi significativamente più alti rispetto ai modelli precedenti. E l’andamento delle vendite si è riflesso sulle quotazioni di Apple calate vistosamente nelle ultime settimane.
Se le vendite languiranno anche nelle prossime settimane che tradizionalmente sono quelle che vedono il picco dell’anno, sarà gioco forza ritoccare i listini e riposizionarli su livelli più coerenti con la media del mercato e dei contenuti tecnologici offerti, visto che i consumatori sono più attenti al valore intrinseco dei prodotti che acquistano piuttosto che allo status symbol che offrono. Aspetto, quest’ultimo, che fino ad oggi ha fatto la fortuna di Cupertino.
Per rimanere sempre aggiornato con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscriviti al canale Telegram
© Riproduzione Riservata