A settembre flussi commerciali con l’estero in frenata

Secondo l’Istat in rallentamento sia i mercati extra Ue (-2,9%) che l’area Ue (-1,4%). 

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A settembre l’economia italiana ha registrato flussi commerciali con l’estero in calo. La flessione dell’export su base annua rilevata dall’Istat dopo tre mesi di crescita, riflette una diminuzione dei volumi più ampia della crescita dei valori medi unitari. La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione dell’export a +1,6%. Il calo registrato per i dati grezzi è da ascrivere esclusivamente alla diminuzione delle vendite verso i paesi dell’area extra Ue e riguarda principalmente i settori alimentare, degli altri mezzi di trasporto e farmaceutico. Sempre su base annua, la crescita dei prezzi all’importazione è trainata dagli acquisti di prodotti energetici dall’area non euro. Al netto dell’energia, la crescita tendenziale è di poco inferiore a un punto percentuale.

A settembre 2018 si è registrata una flessione congiunturale per le esportazioni (-2,1%) e una più contenuta diminuzione per le importazioni (-0,3%). Il calo congiunturale dell’export è da ascrivere alla diminuzione delle vendite sia verso i mercati extra Ue(-2,9%) sia verso l’area Ue (-1,4%).

Nel trimestre luglio-settembre 2018, rispetto al precedente, si registrano incrementi per entrambi i flussi, più intenso per le importazioni (+2,9%) che per le esportazioni (+0,3%).

A settembre 2018 la flessione dell’export su base annua è pari a -2,8% e coinvolge esclusivamente l’area extra Ue (-7,1%) mentre si registra una crescita dell’import (+5,7%) trainata dal forte incremento degli acquisti dai paesi extra Ue (+17,6%). La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione dell’export a +1,6% e quella dell’import a +9,0%.

Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla diminuzione tendenziale dell’export nel mese di settembre, si segnalano mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-13,1%), macchinari e apparecchi n.c.a. (-3,2%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-4,3%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-5,4%) e apparecchi elettrici (-4,8%). In crescita, su base annua, le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (+6,0%) e di computer, apparecchi elettronici e ottici (+4,4%).

Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente al calo delle esportazioni sono Stati Uniti (-8,6%), Turchia (-31,0%), Russia (-24,7%), Cina (-17,2%) e paesi OPEC (-11,2%). Nel periodo gennaio-settembre 2018, la crescita tendenziale dell’export è pari a +3,1% ed è sospinta da metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+5,9%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+7,8%), apparecchi elettrici (+3,9%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento e simili (+3,5%).

L’Istat stima che il surplus commerciale si riduca di 2.983 milioni di euro (da +4.257 milioni a settembre 2017 a +1.274 milioni a settembre 2018). Nei primi nove mesi dell’anno l’avanzo commerciale italiano raggiunge +28.482 milioni (+58.422 milioni al netto dei prodotti energetici).

Nel mese di settembre 2018 si stima che l’indice dei prezzi all’importazione aumenti dello 0,4% su agosto 2018 ed aumenti del 5,1% su base annua. Al netto dei prodotti energetici l’indice aumenta dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,9% in termini tendenziali.

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