Nuovo calo della produzione industriale in settembre che proietta l’economia italiana verso la recessione. L’indice destagionalizzato dell’Istat fa registrare una contrazione dello 0,2% rispetto ad agosto e conferma lo scenario di stagnazione dell’attività manifatturiera delineatosi negli ultimi dodici mesi.
Il dato negativo di settembre è coerente con la prima stima Istat sul Pil del terzo trimestre 2018. Questa stima mette infatti in evidenza una crescita zero che interrompe la serie ininterrotta di variazioni positive del Pil trimestrale iniziata nel terzo trimestre 2014. Sull’arrestodella crescita del Pil un’importanza decisiva ha certamente avuto l’andamento della produzione industriale che è in sostanziale stagnazione da circa un anno.
Il recente andamento della produzione industriale, secondo il Centro Studi Promotor, desta notevoli preoccupazioni in quanto accredita l’ipotesi che, dopo la crescita zero del Pil nel terzo trimestre, si delinei una recessione che sarebbe particolarmente graveperché il sistema economico italiano è ancora molto lontano dai livelli ante-crisi, mentre gli altri paesi l’hanno già recuperata e anche superata. Il Pil del terzo trimestre 2018 è ancora al di sotto di quello del primo trimestre del 2008 del 4,9%.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, molti indicatori accreditano l’ipotesi che nel trimestre in corso del 2018 il Pil trimestrale sia in calo. Tra gli altri indicatori che accreditano questa ipotesi vanno segnalati l’andamento del climadi fiducia delle imprese che è in calo anche in ottobre e l’indicatore anticipatore del ciclo economico determinato dall’Istat che è in costante peggioramento dagli ultimi mesi del 2017.
Rischi di caduta del Pil anche secondo il responsabile dell’Ufficio studi di Intesa Sanpaolo, Paolo Mameli: «le indagini effettuate non segnalano una significativa accelerazione per il futuro. I rischi sulla nostra previsione di una crescita del PIL di 0,9% l’anno prossimo, restano a nostro avviso verso il basso».
Secondo Mameli «in ogni caso, le indagini di fiducia delle imprese nel settore non segnalano una significativa accelerazione per il futuro. In particolare preoccupa il calo al di sotto della soglia di 50 dell’indice PMI manifatturiero a ottobre. È possibile che il fattore incertezza stia cominciando a pesare sull’attività produttiva, con riferimento sia alle incognite relative al commercio internazionaleche all’incertezza sulla politica economica domestica. L’incertezza sta pesando in particolare su beni durevoli e beni di investimento».
Per rimanere sempre aggiornato con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscriviti al canale Telegram
© Riproduzione Riservata