Business Forum 2018 dell’industria italo tedesca a Bolzano

La visione ul futuro dell’Europa con le priorità dell’industria tedesca e italiana. 

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Business Forum 2018
Vincenzo Boccia e Dieter Kempf

Bolzano ha ospitato nuovamente il Business Forum 2018 tra Confindustria e la tedesca Bund Deutscher Industrie organizzato da Assoimprenditori Alto Adige. Alla fine del vertice economico di due giorni tenuto a porte chiuse, è stata redatta una relazione finale che di seguito è proposta integralmente.

Il progetto di integrazione europea attraversa un periodo difficile. Sfide interne come la Brexit o l’ascesa di movimenti populisti, e sfide esterne all’ordine economico globale minacciano l’Europa come la conosciamo oggi. In molti settori, dalla sicurezza interna ed esterna alla protezione dell’ambiente, passando per la crescita economica, sono necessarie maggiore integrazione e migliori politiche. Il rafforzamento dell’economia dell’Europa potrà essere ottenuto solo attraverso una cooperazione profonda, continua ed equilibrata tra gli Stati membri e tutti gli attori sociali.

Certamente l’Unione europea è lungi dall’essere perfetta. Durante la crisi economica dell’ultimo decennio e il conseguente rallentamento economico sono stati commessi molti errori nelle politiche nazionali ed europee. Ulteriore pressione è giunta dall’immigrazione, a sua volta conseguenza dell’instabilità nei paesi del vicinato. L’UE ancora fatica a reagire con una politica estera di sicurezza e di difesa coerente, e a proporre soluzioni unitarie al terrorismo e alle riforme economiche, sia a livello UE che di Stati membri.

Per questo motivo, la riflessione su come far sì che l’UE continui a garantire pace e libertà e migliori gli standard di vita è costantemente in corso. I leader UE hanno lanciato un ampio dibattito sul futuro dell’Europa a cui hanno contribuito già molti Stati membri e il Parlamento europeo. Questo dibattito culminerà in primavera con il vertice di Sibiu del 9 maggio 2019, subito dopo la Brexit. Le elezioni europee, che si terranno alla fine di maggio dell’anno prossimo, costituiranno un test cruciale per capire che direzione assumeranno le politiche dell’UE. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per definire il futuro del progetto europeo.

Non possiamo permetterci di allentare la tensione, né di fallire. Non si tratta di una questione astratta. Il futuro politico ed economico del progetto europeo è assolutamente cruciale per i cittadini e le imprese in Italia e in Germania, così come in altri paesi. BDI e Confindustria intendono essere parte della soluzione e contribuire al dibattito sul futuro dell’Europa, sia direttamente che all’interno di BusinessEurope, che a sua volta sta lavorando ad un documento che verrà presentato a fine novembre.

In questo contesto, è di primaria importanza rendere l’Unione europea più forte sulla scena globale, rafforzandone l’autonomia strategica in ambiti quali la difesa, l’approvvigionamento energetico e le nuove tecnologie. L’UE dovrà diventare più inclusiva e fornire risposte migliori alle esigenze dei cittadini e delle imprese, in particolare le PMI.

Per rilanciare il progetto europeo, l’UE ed i suoi Stati membri, dovranno riorientare radicalmente le proprie priorità verso crescita e convergenza economica, il miglioramento dei principali indicatori sociali quali disoccupazione e riduzione della povertà, e verso il rafforzamento della competitività in un’economia mondiale sempre più digitalizzata.

Business Forum 2018
Da sx, Federico Giudiceanderea (presidente Assoimprenditori Alto Adige), Vincenzo Boccia (presidente Confindustria) e Dieter Kempf (presidente Bund Deutscher Industrie)

Oggi BDI e Confindustria hanno adottato il documento congiunto “La visione sul futuro dell’Europa: Le priorità dell’industria tedesca e italiana”, le cui raccomandazioni principali sono sintetizzate qui sotto.

1.         Orientare il bilancio dell’UE su competitività e coesione – Il Quadro Finanziario Pluriennale post-2020 dovrà essere orientato a rafforzare la competitività europea e gli investimenti in ricerca, innovazione, istruzione e infrastrutture materiali e immateriali. La politica di coesione, parte integrate della strategia industriale europea, dovrà contribuire a consolidare la convergenza economica tra regioni europee.

2.         Completare il mercato interno e lanciare una nuova politica industriale – Il pieno completamento del mercato interno dovrà essere realizzato attraverso una migliore implementazione della legislazione vigente, nonché attraverso una maggiore armonizzazione del quadro normativo. Una politica industriale ambiziosa di lungo termine dovrà essere coordinata con tutte le politiche rilevanti per la competitività, a cominciare da quelle energetiche e climatiche, e volta a promuovere una base industriale competitiva, sostenibile e innovativa. L’individuazione di catene del valore strategiche dovrà essere un elemento centrale di tale politica. Ugualmente prioritario dovrà essere il sostegno alle PMI, attraverso una regolamentazione meno invasiva e con adeguati strumenti di finanziamento.

3.         Rafforzare le capacità digitali e di innovazione dell’Europa – Per colmare il gap di innovazione e portare più rapidamente i risultati della conoscenza sul mercato, il livello di investimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione dovrà essere aumentato in maniera sostanziale, partendo dal programma Horizon Europe, al cui interno dovrà essere riconosciuto il ruolo centrale dell’industria con schemi di finanziamento a supporto di tutte le imprese innovative. Per sostenere la trasformazione digitale dell’economia europea sarà cruciale rafforzare le azioni di policy avviate in materia di cybersecurity, intelligenza artificiale e infrastrutture digitali, aumentando gli investimenti e utilizzando la rete europea dei Digital Innovation Hubs come punto di accesso alle nuove tecnologie.

4.         Creare un’Europa sostenibile per l’industria – Nel processo di definizione delle politiche in campo climatico, energetico ed ambientale, l’UE dovrà tener conto di tutte le dimensioni della sostenibilità. L’Europa sarà chiamata ad adottare politiche rigorose per favorire la riduzione delle emissioni climalteranti, promuovere l’Unione dell’Energia e l’economia circolare. Ridurre le emissioni di CO2richiederà politiche ambiziose in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che tengano in debita considerazione i rischi di “carbon leakage” e la competitività internazionale delle imprese. Per quanto riguarda l’integrazione dei mercati dell’energia, occorre un maggior coordinamento dei quadri regolatori nazionali, un’implementazione flessibile delle politiche sull’efficienza energetica e politiche efficaci nel campo delle energie rinnovabili. Infine, una compiuta transizione verso l’economia circolare non potrà prescindere da una corretta implementazione da parte degli Stati membri.

5.         Modernizzare la normativa sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato – L’attuale quadro europeo in materia di concorrenza e le norme sugli aiuti di Stato dovranno essere ripensati al fine di garantire condizioni eque tra Stati membri e tra UE e Paesi 
 terzi. Questo processo si dovrà accompagnare a una revisione generale delle politiche europee, al fine di allocare strategicamente le risorse su programmi specifici e di incoraggiare gli investimenti.

6.         Investire in capitale umano qualificato per una maggiore occupazione e coesione sociale – Per raggiungere livelli di capitale umano efficienti e adeguati alla grande trasformazione digitale, occorrerà assicurare particolare attenzione e sufficienti risorse all’istruzione superiore, alla professionalizzazione dei percorsi formativi compresi quelli terziari, alla riqualificazione e miglioramento delle competenze, in particolare quelle digitali. Andrà incentivata una forte interconnessione tra i sistemi di formazione professionale e il settore privato in quanto condizione necessaria per lo sviluppo di un capitale umano qualificato.

7.         Approfondire l’UEM e completare l’Unione Bancaria e dei capitali – Occorrerà completare la riforma dell’UEM. Dovrà essere istituito uno strumento europeo per la stabilizzazione del ciclo economico. Il Meccanismo europeo di stabilità dovrà essere trasformato in un Fondo monetario europeo. L’Unione bancaria dovrà essere completata istituendo un backstop per il Fondo di risoluzione unico e concordando una tabella di marcia per l’introduzione di uno schema europeo di assicurazione dei depositi. Sarà inoltre importante incentivare finanziamenti del mercato per le imprese e completare l’Unione dei mercati dei capitali.

8.         Migliorare le condizioni per gli investimenti e l’accesso al credito – Per trovare il giusto equilibrio tra finanziamento dell’economia reale e stabilità finanziaria, sarà necessario migliorare il quadro regolamentare per l’accesso al credito, in particolare per le PMI e facilitare l’accesso diretto delle imprese ai mercati finanziari. In questo quadro, sarà molto importante mantenere e rafforzare il PMI Supporting Factor.

9.         Accelerare le riforme fiscali – Un presupposto fondamentale per un quadro di riferimento fiscale più equo e adatto alle imprese sarà l’adeguamento e la modernizzazione delle attuali norme fiscali, sia a livello nazionale che internazionale. Tale modernizzazione dovrà tenere conto dell’impatto degli sviluppi tecnologici, come ad esempio la digitalizzazione, combattere l’evasione fiscale internazionale ed eliminare gli ostacoli fiscali allo sviluppo internazionale delle imprese e le distorsioni economiche derivanti dalla concorrenza fiscale dannosa tra stati.

10.       Rafforzare la dimensione esterna dell’UE – L’UE dovrà impegnarsi a promuovere una profonda riforma dell’OMC e lo sviluppo e l’applicazione di norme internazionali più incisive volte a contrastare le pratiche anticoncorrenziali. Nel continuare a perseguire un’ambiziosa agenda bilaterale, la futura strategia di politica commerciale dell’UE dovrà puntare ad una migliore attuazione degli accordi di libero scambio.

11.       Rafforzare la cooperazione con i paesi terzi – L’UE dovrà consolidare le relazioni con l’Africa agendo attraverso la diplomazia economica e affrontando le tematiche dell’immigrazione e della sicurezza. Per stimolare la collaborazione tra le imprese europee e africane e permettere quindi al settore privato di contribuire attivamente allo sviluppo del continente africano, sarà necessario creare un clima più favorevole per gli investimenti.

12.       Brexit – La priorità deve essere quella di evitare un’uscita disordinata del Regno Unito dall’UE, garantendo allo stesso tempo certezza giuridica per le imprese; rispetto alle relazioni future, andrà preservata l’integrità del mercato interno e garantito un nuovo level playing field tra UE e Regno Unito.

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