Ascopiave, il VI distributore nazionale di gas attivo in 90 comuni del Veneto, guarda alle alleanze del futuro per garantire ai comuni soci la garanzia di generare ance per il futuro il dividendo, oltre che per assicurare un servizio migliore ai propri clienti, che evidenziano un tasso di fedeltà decisamente alto (solo il 3% del totale cambia fornitore).
Il possibile alleato potrebbe essere Italgas, generando una realtà locale dal valore superiore al miliardo di euro. La riorganizzazionepotrebbe incrementare il Mol annuo da 15 a 20 milioni di euro, aumentando anche i margini legati alle attività regolate dal 50% all’80%.
Obiettivo di Ascopiave è uscire dalla vendita diretta di energia elettrica e gas, dove il gruppo con circa 700.000 clienti non ha la dimensione critica sufficiente per affrontare le crescenti sfide del mercato, ad iniziare dalla completa liberalizzazione del mercato dal 2020. L’azienda vorrebbe concentrarsi sulla distribuzione gas, settore più regolato e quindi più sicuro, caratterizzato da rendimenti importanti, cosa particolarmente utile per i bilanci dei 90 soci pubblici alle prese con risorse sempre più ridotte. Uno scenario dovuto al fatto che i clienti finali al dettaglio si perdono senza ricevere alcun indennizzo, mentre nelle future gare per gli ambiti gas, in caso di sconfitta, sarà riconosciuto un cospicuo valore di subentro per i lavori di infrastrutturazione effettuati sulla rete di distribuzione.
Il valore del settore commerciale di Ascopiave è valutato attorno a 400-450 milioni di euro. Entro la fine di dicembre 2018 saranno consegnate agli interessati a subentrare i documenti finanziari per effettuare la valutazione, mentre le trattative ufficiali si svolgeranno nel primo semestre 2019. Comunque sia, Ascopiave ha messo un punto fermo: la società è solida e non ha bisogno di vendere. Saranno valutate tutte le offerte, privilegiando quelle che prevedono uno scambio con asset della distribuzione gas, se possibile attigui al territorio veneto.
Ascopiave manterrà in ogni caso una quota di minoranza sul segmento commerciale (con un’opzione a vendere da esercitare nei prossimi anni) anche perché difficilmente si potranno individuare reti gas da scambiare di pari valore. La liquidità generata dalla venditapotrebbe essere utilizzata per chiudere un’alleanza con Italgas a livello delle reti, con reciproco scambio di azioni, generando un soggetto in grado di agire su scala maggiore. Ascopiave cederebbe una quota di minoranza delle proprie reti (che hanno una Rab – il valore del capitale investito netto ai fini regolatori – di circa 460 milioni) a Italgas, che a sua volta scorporerebbe gli asset detenuti in Veneto (Rab stimata di 650 milioni) inserendoli in una nuova società, vendendone una minoranza ad Ascopiave. Una simile operazione genererebbe oltre 1 miliardo di Rab, consentendo di generare sinergie per entrambi gli operatori con Ascopiave leader sul territorio affiancato ad Italgas con il suo ruolo di leader italiano.
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