Cerimonie in molte località del Friuli Venezia Giulia per celebrare il Centenario della Grande Guerra, la fine della Prima Guerra Mondiale. A Trieste sul colle di San Giusto si è celebrata la commemorazione dello sbarco dei bersaglieri a Trieste, organizzata dal comune e dall’Associazione Nazionale Bersaglieri.
«Il Tricolore issato sul campanile della cattedrale di San Giusto rimarca, a un secolo dalla fine della Grande Guerra, il legame tra Trieste e l’Italia e, ricordando l’altissimo prezzo pagato dalla nostra terra durante il primo conflitto mondiale, assume un valore ancora maggiore oggi, in occasione delle celebrazioni di San Giusto, santo patrono del capoluogo regionale» ha detto l’assessore regionale Pierpaolo Roberti al termine della cerimonia. Dopo la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del monumento ai caduti, Roberti ha partecipato nella cattedrale di San Giusto, assieme a numerosi rappresentanti delle istituzioni civili e militari, al solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi.
L’assessore ha quindi spiegato che «la ricorrenza di San Giusto è molto importante per Trieste ma, durante la celebrazione, i miei pensieri e le mie preghiere sono volati oltre e si sono spinti verso quella Carnia martoriata dal maltempo, verso i comuni della Valcellina ancora disastrati, verso le comunità che si stanno rimboccando le maniche per pulire strade e case dal fango. Credo che ora – ha evidenziato Roberti – sia importante condividere il nostro San Giusto con tutti coloro i quali sono stati colpiti duramente, sulla costa come in montagna, e con i volontari e tecnici impegnati sul campo a ripristinare i servizi di prima necessità».
A Udine la celebrazione ha ricordato il centenario della Grande Guerra con la liberazione del capoluogo friulano dall’occupazione austro-tedesca, avvenuta il 3 novembre del 1918 quando, acclamata dalla popolazione, una pattuglia del III reggimento del Savoia Cavalleria entrò perprima in città.
«In un contesto in cui i nemici di cento anni fa sono gli alleati di oggi, non possiamo ignorare il fatto che nel nostro continente stiamo attraversando il periodo più lungo di pace della storia grazie all’unità europea. Ben venga, quindi l’Europa unita, ben venga la pace» ha detto l’assessore regionale Sergio Emidio Bini, sottolineando come l’anniversario sia una data importantissima perché «in questa occasione abbiamo il dovere di ricordare i veri eroi che hanno sacrificato la loro giovane vita per amor di patria». In tal senso «le istituzioni – ha continuato Bini – hanno un preciso compito: quello di tenere viva la memoria di coloro che sono caduti per il tricolore. Ultimamente più di qualcuno se lo sta dimenticando e proprio per questo bisogna ricordalo e dirlo a voce alta».
A Paradiso di Pocenia (Udine) l’assessore regionale Barbara Zilli ha commemorato i caduti della battaglia che si tenne in località Paradiso il 4 novembre 1918, pochi minuti prima dall’armistizio. «C’è l’impegno della Regione affinché queste cerimonie non siano mere rievocazioni, ma salde e fertili occasioni per far crescere insieme una comunità regionale che diventa sempre più adulta e responsabile». Di sentimenti di commozione e orgoglio ha parlato Zilli, spiegando che «la commozione è per i caduti che abbiamo onorato, sentendoci coinvolti nel dolore di queste famiglie europee; l’orgoglio perché questa terra, disastrata dopo quel conflitto, ha dimostrato come ci possa essere unità di popolo nel rispetto della memoria».
L’assessore poi ha sottolineato, salutando i ragazzi delle scuole presenti all’evento, come quello dei caduti, in molti casi giovanissimi, della carica di Paradiso resti sempre un esempio vivo «se lo sappiamo portare nel nostro cuore, rispettando il prossimo e tenendo accesa la memoria di quello che fecero i nostri nonni».
La partecipazione delle rappresentanze consolari di Austria e Ungheria alla manifestazione, come ha rimarcato Zilli, è la testimonianza del processo di condivisione che unisce oggi i popoli protagonisti del primo conflitto mondiale. In questo senso «la pace conquistata – ha concluso Zilli – deve fungere da spinta per una rivisitazione di questa Europa che, fortunatamente, non è flagellata dalla guerra ma sta vivendo dei conflitti interni che inducono a una riscrittura dell’Unione partendo dai popoli per creare un patrimonio comune a vantaggio del futuro».
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