In ottobre il mercato dell’auto ha visto l’immatricolazione in Italia di 146.655 autovetture con un calo del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2017. Questa contrazione è dovuta ai residui effetti dell’introduzione dal 1 settembre del nuovo sistema di omologazione WLTP e alla frenata sulle “chilometri zero” attuata da alcune case (tra cui il gruppo FCA) per privilegiare la remuneratività anche a scapito delle quote di mercato.
Il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno chiude comunque a 1.638.364 immatricolazioni con un calo sullo stesso periodo del 2017 del 3,2%. La tenuta del mercato dell’auto è indubbiamente un aspetto importante nel momento in cui aumentano le preoccupazioni sull’andamento dell’economia italiana. La crescita zero del Pil nel terzo trimestre dell’anno è stata un campanello d’allarme che ha richiamato brutalmente l’attenzione del Palazzo sulla congiuntura economica del Paese, dopo che altri indicatori (produzione industriale e fiducia delle imprese) avevano già messo in luce che la crescita sembrava destinata ad arrestarsi.
L’importanza della tenuta del mercato dell’auto acquista poi ancora più rilievo se si considera, come sottolinea l’analisi del Centro studi Promotor, che il complesso della spesa per l’acquisto e l’esercizio di autoveicoli sfiora in Italia l’11% del Pil. Occorrerebbe quindi da parte del governo particolare attenzione per non creare ostacoli artificiosi ad un settore che ha un peso di tutto rilievo nell’economia italiana e la “persecuzione” per motivazioni essenzialmente ideologiche degli automobilisti che possiedono un Diesel(17 milioni in Italia) e le intimidazioni nei confronti di coloro che vorrebbero acquistare un Diesel non vanno invece in questo senso.
Preoccupazioni per l’andamento del mercato dell’auto rilanciate da Michele Crisi, presidente Unrae (l’Associazione delle Case automobilistiche estere): «per quanto l’obiettivo prioritario delle amministrazioni centrali e locali dovrebbe essere quello di rinnovare il vetusto parco auto italiano, i provvedimenti introdotti, fra loro scollegati e, in alcuni casi destinati più a demonizzare alcune motorizzazioni rispetto al più alto obiettivo ambientale, non fanno altro che generare incertezza nel consumatore che – in molti casi – rimanda il momento di scelta e sostituzione della vettura e non supporta il processo virtuoso di ammodernamento del parco circolante. L’UNRAE – prosegue Crisci – nei suoi continui contatti con le istituzioni centrali e territoriali, afferma con determinazione la necessità di mettere in campo un piano di infrastrutturazione adeguato alle moderne tecnologie e di un’armonizzazione degli interventi legati alla mobilità dei cittadini, nel rispetto del principio della neutralità tecnologica, l’unica via, nel breve periodo, in grado di soddisfare i limiti di emissione indicati dalle norme europee e di provvedere al necessario rinnovo del parco più anziano che al 30 giugno 2018, secondo le più recenti stime UNRAE, contava 37,6 milioni di autovetture, con oltre il 34% ante Euro 4, quindi immatricolate prima del 2006».
UNRAE, ANFIA e FEDERAUTO hanno elaborato un documento unitario che fotografa gli scenari e le dinamiche della mobilità sostenibile e indica le possibili soluzioni da discutere con il Governo in un confronto aperto e approfondito, ma anche urgente, che riguardi in particolare il peso fiscale gravante sul comparto.
L’aggiornamento delle stime elaborate dal Centro studi e statistiche UNRAE, sulla base dei principali driver economici e settoriali, dimostra come una performance del III trimestre dell’anno ben peggiore delle attese ed uno scenario macroeconomico di decelerazione della crescita, portano a rivedere al ribasso la previsione dell’intero anno 2018. «Le immatricolazioni – afferma Crisci – dovrebbero fermarsi su 1.930.000 unità, accentuando la flessione già prevista rispetto al 2017, al -2,1%. Nel 2018, quindi, dovrebbe arrestarsi il percorso di recupero del mercato auto, dopo 4 anni di incrementi consecutivi».
E a pesare sul mercato dell’auto di ottobre c’è la flessione degli acquisti da parte dei privati, che stanno posticipando il rinnovo della propria auto o si stanno orientando verso vetture a noleggio, per rimandare il momento di scelta della motorizzazione da acquistare. Il noleggio è previsto, infatti, salire al 22,8% del totale mercato, le società assestarsi sul 21,3%.
Passando all’analisi della struttura del mercato, spicca fra le motorizzazioni il risultato particolarmente negativo del Diesel che in settembre perde il 27% dei volumi e ben 11,5 punti di quota, fermandosi al 44% del totale, per la forte flessione in tutti i canali di vendita. Nel cumulato la riduzione è superiore al 10% andando a coprire il 52,4% del mercato (-4,3 p.p.). Ne beneficia la benzina che incrementa le vendite del 22,5%, recuperando oltre 10 punti di quota e raggiungendo il 41,7%, grazie all’incremento degli acquisti dei privati. Anche le ibride in settembre aumentano i volumi di circa il 30%, portandosi al 5,9% di quota di mercato, mentre nel cumulato coprono il 4,4% delle vendite complessive.
In forte flessione nel mese le alimentazioni alternative ecologiche come il metano (-62,7%) che scende sotto l’1% di rappresentatività, mentre si mantiene in territorio positivo nei 10 mesi, con un saldo +27,9% (al 2,1% di quota). In leggera flessione il Gplsia nel mese sia nel cumulato, al 7,1% di quota in settembre e stabile al 6,5% nel gennaio-ottobre. Infine, le vetture elettriche crescono del 150%, grazie all’exploit del noleggio e ai buoni incrementi degli altri canali di vendita, raggiungendo lo 0,4% delle auto vendute nel mese e lo 0,3% nei 10 mesi dell’anno.
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