Italia-Europa: che impatto può avere la bocciatura del DEF su economia reale e imprese?

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A Padova, imprenditori ed economisti si sono confrontati in un incontro organizzato da CBA per comprendere la situazione economica del Paese decodificando la massa indistinta di informazioni che ogni giorno viene veicolata al mercato.

Quale impatto sta avendo il confronto tra Italia ed Europa sugli Italiani e i loro risparmi, sulle banche, sulle imprese? E perché è tornato l’incubo dello spread come termometro dell’economia reale? Come sarebbe un’Europa senza Italia? E un’Europa a due velocità può essere la risposta? Ma un’Italia fuori dall’Europa sarebbe in grado di garantire ai suoi cittadini lavoro, benessere e salvaguardare i loro risparmi, e allo stesso tempo convincere gli investitori internazionali (USA e Cina) ad investire ancora nel nostro Paese?.

Sono solo alcune delle domande a cui hanno provato a rispondere – senza slogan, messaggi elettorali o banalizzazioni – economisti e imprenditori nel corso dell’incontro organizzato da CBA a Padova sulle possibili ripercussioni che la bocciatura del DEF da parte della Commissione Europea, e non solo, sta avendo su finanza ed economia reale e quindi, sulle imprese.

“In quest’ottica continuano gli incontri che CBA organizza tra imprenditori, istituzioni finanziarie e mondo accademico, sempre con le stesso approccio e fine: avvicinare i mondi della economia reale e finanziaria, dare agli operatori economici gli strumenti per leggere quello che viene deciso dalla politica per loro” dice l’avvocato Ilaria Antonella Belluco di CBA, che segue da vicino questa iniziativa.

“Credo che oggi più che in passato sia necessario dare a tutti gli operatori dell’economia gli strumenti adeguati per comprendere-interpretare quanto sta accadendo, cercando di prevedere i trend e allo stesso tempo portando a conoscenza di tutti gli strumenti disponibili. In un mercato globale e in una economia i cui cambiamenti sono rapidi, saper analizzare tempestivamente le situazioni è fondamentale”.

Guidati da Fabio Buttignon, Professore di Finanza Aziendale, Università degli Studi di Padova e da Luciano Greco, Professore di Scienza delle Finanze, Università degli Studi di Padova, con un dialogo semplice e ben più efficace rispetto alle difficilmente comprensibili teorie economiche, hanno interagito primari imprenditori padovani sull’attuale panorama politico-economico e finanziario, per capire se a pochi mesi dalla fine del quantitative easing della BCE e con uno spread in aumento, se gli italiani potranno vedere crescere i propri risparmi o meno, se le banche italiane saranno in grado continuare a sostenere le imprese, se l’economia pubblica sarà in grado di attuare i programmi redatti dalla politica e se le imprese saranno ancora in grado di competere con il resto del mondo e garantire l’occupazione.

Luciano Greco, Professore di Scienza delle Finanze Università degli Studi di Padova, ha illustrato brevemente i termini della controversia di queste settimane sui conti pubblici tra Governo italiano e istituzioni dell’Unione europea, evidenziando come il principale rischio che corre l’Italia sia legato al progressivo venir meno della fiducia degli investitori che è all’origine dell’aumento dello spread tra titoli di Stati italiani e tedeschi. In conclusione del suo intervento ha dichiarato “il limite principale della manovra del Governo è che contribuisce ad aumentare l’incertezza di famiglie, imprese e investitori e, in questo modo, rende molto più improbabile il rilancio della crescita del nostro Paese.”

Fabio Buttignon, Professore di Finanza Aziendale Università degli Studi di Padova, ha analizzato i riflessi della manovra sui punti di forza (elevato risparmio, sistema delle imprese vasto e diversificato) e sui punti di debolezza (bassa crescita, elevato debito pubblico, disparità territoriale) dell’economia italiana. Alla fine ha evidenziato che “Il cambiamento è quantomai necessario per l’Italia, lungo diversi profili, avendo la crescita come obiettivo primario. Ma la crescita deve essere sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Non può essere progettata aumentando la nostra dipendenza dal debito. Questo rischia di accentuare le debolezze, con negativi riflessi anche sui punti di forza del nostro Paese”.

L’intervento di autorevoli accademici, ben lontano da una mera esposizione teorica e con lucidità di analisi e giudizio che serve a chi ha la responsabilità della gestione di imprese, si è alternata alle domande degli imprenditori, che cercando di capire che cosa stia davvero succedendo, quali le cause che hanno condotto all’attuale situazione e quale la direzione che stiamo prendendo, hanno cercato risposte concrete alle problematiche quotidiane.

“Credo che capire quanto sta accadendo implichi voler capire dove eravamo, da dove veniamo e cosa erano l’Italia e l’Europa prima, togliendo tutti i rumori di sottofondo provocati e voluti da chi fa propaganda; significa andare oltre le prime tre righe del libro; significa voler cercare la verità. E per fare questo non è irrilevante ricordare come è nato l’Euro, quali furono i presupposti, quali gli attori, quali le Istituzioni coinvolte e il loro ruolo, per capire cosa sta succedendo in quello che ci viene presentato come un braccio di ferro tra Italia e Europa, tra il Governo italiano e la Commissione europea, tra gli italiani e il resto dell’Europa.

In questo il professionista ha un ruolo importante in quanto costituisce il veicolo nella trasmissione di questi concetti. In questo senso abbiamo sviluppato iniziative per parlare di fashiontech, di fintech, di blockchain e bitcoin, di private equity, di fondi per la ristrutturazione delle imprese in difficoltà e di hedge funds, e ulteriori iniziative sono in programma sempre in questa terra, il Veneto, ricca di imprese e imprenditori, da sempre aperta all’internazionalizzazione”, ha commentato Angelo Bonissoni, Managing Partner CBA.