Friuli Venezia Giulia digitale: l’obiettivo è la semplificazione delle procedure con l’introduzione, entro il 2020, di uno sportello unico dei servizi, partendo dall’esperienza dei comuni sulle attività produttive. Non un semplice passaggio dal cartaceo al digitale, ma una vera e propria rivoluzione del sistema, partendo dalla revisione dei processi interni attraverso l’adozione di una strategia capace di uniformare lo strumento informatico alle esigenze dei dipendenti e dei cittadini.
Questa la strategia ribadita a Udine dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e dall’assessore a semplificazione e sistemi informativi, Sebastiano Callari, nel corso del convegno “Una Regione digitale a misura di cittadino” organizzato dal Centro di competenza regionale per la semplificazione della Regione, istituito nel 2018 in collaborazione con il dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri e nell’ambito del progetto di FormezPA “Supporto all’operatività della riforma in materia di semplificazione”.
Fedriga e Callari hanno confermato la necessità di colmare il ritardo digitale che coinvolge determinati ambiti della pubblica amministrazione regionale. Tra questi, ha sottolineato il governatore, «l’introduzione del fascicolo elettronico sanitario rappresenta un esempio di come la digitalizzazione consentirebbe di facilitare la vita alle persone, dando modo a tutte le strutture sanitarie di poter leggere il profilo clinico di un paziente».
Callari ha poi rimarcato l’importanza della copertura della banda ultralarga in tutto il territorio regionale per raggiungere con i servizi anche quelle aree, specie montane, non raggiunte dalla rete. Anche in questo caso, il termine del 2020 è stato indicato come la data entro la quale riuscire a uniformare il servizio in tutta la Regione.
Come spiegato dagli interventi dei relatori al convegno sul Friuli Venezia Giulia digitale, per arrivare al traguardo dello sportello unico dei servizi, l’amministrazione regionale, attraverso il lavoro compiuto dal Centro di competenza regionale per la semplificazione, è partita dal modello degli sportelli unici delle attività produttive (Suap), mappando le esperienze di 193 comuni, con una copertura indiretta del 96% della popolazione. Da questa analisi è emerso che gli stessi Suap nel 2017 hanno ricevuto circa 22.000 pratiche, di cui il 90% sono state trasmesse allo sportello attraverso la piattaforma web, mentre per il rimanente 10% l’invio è stato effettuato via posta elettronica.
Dallo studio emerge un livello di integrazione tra i diversi sistemi con luci e ombre: nel 70% dei casi la piattaforma è integrata con il sistema di protocollo del comune; la percentuale sale (80%) se il Suap è gestito in forma associata tra più amministrazioni municipali. Si tratta di numeri di tutto rilievo se paragonati al livello di integrazione con altri sistemi gestionali dei comuni (quello di edilizia e urbanistica arriva appena al 20%). Risulta parziale (76% dei casi) anche l’integrazione tra il gestionale dei Suap e il sistema informatico messo a disposizione da Infocamere per l’aggiornamento dei dati sulle aziende.
Per la trasmissione interna di informazioni dallo sportello a un ufficio o a un altro ente, gli operatori nel 38,8% dei casi utilizzano il retro ufficio del gestionale del Suap, al 35,3% la posta elettronica e l’11,8% la posta certificata. Un residuale 4,4% trasferisce la documentazione ancora in forma cartacea. La collaborazione in termini di accordi operativi con gli altri uffici dei singoli comuni riguarda solo il 26% dei Suap, mentre risultano ancora poco utilizzati i sistemi di videoconferenza: tra quelli che dispongono questa tecnologia solo un terzo ne fa uso.
A conclusione del convegno sul Friuli Venezia Giulia digitale, Callari ha detto che il fine di queste iniziative «è sviluppare sempre più interesse sullo sviluppo del digitalenella pubblica amministrazione. In quest’ottica la formazione assume un ruolo fondamentale per preparare i dipendenti alla nuova tecnologia e rendere consapevole la politica dell’importanza del tema. E proprio l’avvio di un percorso formativo strutturale – ha concluso – è uno dei punti di arrivo che, in veste di coordinatore della commissione speciale Agenda digitale della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, mi pongo, affinché il passaggio al digitale diventi per tutti i nostri cittadini una realtà».
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