La Giunta regionale del Trentino Alto Adige ha approvato la delibera che sancisce la nascita della società per azioni BrennerCorridor in vista del rilascio “in house” della concessione A22 e avrà un capitale sociale 1,050 milioni di euro e dovrà gestire l’Autostrada del Brennero una volta che sarà completato il procedimento per il rilascio della concessione.
La delibera è stata approvata in accordo con le province di Bolzano e Trento ed in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale approvata nell’agosto di quest’anno. «Il testo della concessione – ha spiegato il presidente della Regione, Arno Kompatscher – è concordato con il ministero delle infrastrutture e prevede, fra le altre cose, il finanziamento trasversale per il tunnel del Brennero. La firma dovrà avvenire, come previsto in legge, entro il 30 novembre». «La decisione della giunta regionale – ha aggiunto il vicepresidenteUgo Rossi – è il frutto di un percorso che dura da parecchi anni. La concessione, è importante ricordarlo, porta con sé in dote investimenti in infrastrutture per una cifra intorno ai 4,2 miliardi di euro».
La tratta autostradale A22 Brennero–Modena è attualmente in concessione, in regime di proroga da ben 4 anni, alla società Autostrada del Brennero Spa, nella quale la Regione partecipa al capitale sociale per una quota pari al 32,29% livello che le conferisce il ruolo di socio di maggioranza relativa. Nel gennaio 2016 la Regione, le province di Bolzano e Trento e le altre amministrazioni locali che detengono pacchetti azionari di Autobrennero, hanno sottoscritto un’intesa con il ministero delle Infrastrutture con l’obiettivo di individuare e adottare le misure per la creazione di una società interamente a capitale pubblico che, attraverso una concessione di durata trentennale, provvedesse alla gestione dei trasporti e delle relative infrastrutture lungo il corridoio del Brennero. Con una nota del 26 giugno 2018, il Consiglio di Stato ha trasmesso il parere che stabilisce la legittimità di stipulare la convenzione di concessione.
Inizialmente l’amministrazione della società BrennerCorridor Spa sarà affidata ad un amministratore unico e il capitale sociale, per un ammontare complessivo 1,050 milioni sarà versato in parti uguali dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Il progetto prevede che, in seguito, gli altri soci pubblici sottoscrittori del protocollo d’intesa del gennaio 2016 entreranno nell’assetto societario attraverso aumenti di capitale sociale. La sede sociale della nuova società è stato fissato a Bolzano.
Proprio la decisione di mettere nel capoluogo altoatesino la sede di BrennerCorridor Spa ha dato la stura alle polemiche più accese, specie da parte trentina, dove le minoranze parlano apertamente di scippo ai danni del Trentino, complice un presidente uscente ed una maggioranza di centro sinistra particolarmente debole. Una decisione che parrebbe essere frutto esclusivo del solo presidenteautonomista della provincia di Trento, visto che il PD ne ha preso formalmente le distanze, tant’è che gli assessori Dem affermano che «non abbiamo compreso e censuriamo il comportamento odierno del Patt che senz’ accordo alcuno con l’attuale maggioranza ha votato il mandato al presidente della giunta regionale affinché proceda presso il notaio per la costituzione di una nuova società stabilendo la sede legale della società nella città di Bolzano anziché quella di Trento come sempre è stato per la Società A22».
Fuoco ad alzo zero da parte della Lega, che critica la decisione con il suo massimo Capitano, Matteo Salvini: «una decisione scandalosa, soprattutto perché avviene a soli due giorni dal voto».
Dinanzi alla gragnuola delle polemiche, Rossi cerca di minimizzare: «ora abbiamo solo avviato la società, poi appena fatte le elezioni si deciderà la sede legale. Ci sarà una sede legale ed una sede operativa. Non è vero che ci saranno delle perdite in termini di fisco, rimarrà al 50%, diviso tra Trento e Bolzano». Sarà anche così, ma la decisione puzza di bruciato soprattutto in Trentino che teme di essere messo dinanzi al fatto compiuto.
Rossi e Kompatscher danno per scontato il rilascio della concessione, ma nonostante le riassicurazioni qualche inghippo da risolvere c’è ancora e potrebbe essere quello definitivo, visto che da più parti si sottolinea il ritardo di ben 4 anni per giungere al rinnovo a concessione in essere già scaduta. Il termine del 30 novembre fissato con il Decreto Milleproroghe non è granitico, in quanto manca ancora il parere definitivo della Commissione mercato dell’Unione Europea sulla bozza di accordo interistituzionale tra Stato ed enti locali, oltre al fatto che la bozza di accordo dovrà essere valutata dall’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti. Poi sarà il Mit (ministero delle Infrastrutture e trasporti) a pronunciarsi sul piano degli investimenti (da 4,2 miliardi), presupposto del Pei, il piano economico-finanziario della concessione. E dopo il passaggio all’Art e al Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) ci potrà essere la firma dell’accordo interistituzionale (con la «concessione»), cui seguirà il decreto interministeriale di Mit e Mef (ministero dell’Economia e delle finanze). Ce n’è abbastanza per nutrire seri dubbi che il tutto fili liscio e senza intoppi.
La scelta di lanciare una nuova società è dettata dal fatto di avere le mani libere nei confronti dei 4 soci privati (Serenissima Parteciapazioni, Condotte, Banco Popolare e Cis) che di Autobrennero detengono il 14,1575% delle azioni, che devono essere prima liquidati per potere concorrere all’incasso della concessione in house. Faccenda che si è rivelata più complicata del dovuto, con i privati che “tirano” sul prezzo (la loro partecipazione complessiva è stata valutata in 180 milioni di euro) agendo dalla loro posizione di forza, posizione che potrebbe essere decisamente depotenziata dall’arrivo di un altro soggetto, con possibile svalutazione delle azioni detenute.
L’azionariato non riguarderà solo la Regione Trentino Alto Adige e le province di Trento e di Bolzano: l’affare interessa anche gli altri enti territoriali attraversati dall’arteria, che si attendono la spesa di una consistente fetta del piano investimenti. Le province di Verona, Mantova, Modena e Reggio Emilia, con l’Azienda consorziale trasporti di Reggio Emilia, i comuni di Bolzano, Trento, Verona e Mantova, le Camere di commercio di Bolzano, Trento, Verona e Mantova hanno tutto l’interesse ad entrare nella nuova compagine azionaria, per fare “pesare” in modo adeguato i territori che rappresentano.
Infine, c’è la questione di come gestire il fondo pro ferrovia accumulato negli anni da Autobrennero Spa, che è lievitato alla bella somma di oltre 650 milioni di euro. Se la concessione dovesse essere in capo ad Autobrennero Spa ripulita dai soci privati, la cosa potrebbe essere più facile e lineare, rispettando quanto previsto dall’intesa del gennio 2016 con l’allora ministro Graziano Delrio che prevedeva la devoluzione allo Stato che lo avrebbe utilizzato come quota di finanziamento alla realizzazione del tunnel ferroviario del Brennero. Ma con l’arrivo di una nuova realtà, la BrennerCorridor le cose si complicano non poco.
Comunque vada, per la nuova concessionaria in house uno dei primi provvedimenti sarà di passare alla cassa dello Stato per versareun consistente obolo: 200 milioni di euro per il valore di subentro nella concessione, 170 milioni per le prime due rate dei canoni da versare. E se al posto di Autobrennero dovesse esserci BrennerCorridor, quest’ultima dovrebbe pagare ad Autobrennero anche un canone per l’affitto del ramo d’azienda, oltre a definire il rapporto che Autobrennero ha come titolare della concessione della Cispadana e della bretella Campogalliano Sassuolo.
© Riproduzione Riservata