Dopo l’intemerata del ministro ai Trasporti Danilo Toninelli che nella foga di una dichiarazione a Genova non ha esitato a definire il tunnel del Brennero «una galleria strategica e fondamentale attraverso cui passano migliaia di Tir» coprendosi di ridicolo in quanto la galleria è ancora in fase di realizzazione (sarà ultimata nel 2027) e sarà destinata al solo traffico ferroviario per spostare quanto più possibile il trasporto merci su lunga distanza dalla gomma alla ferrovia, ora tocca ad un altro pentastellato mettere nel mirino il tunnel del Brennero.
Stavolta è toccato al ministro ai rapporti con il Parlamento, il trentino Riccardo Fraccaro, con la richiesta di fermare tutti i lavori in quanto realizzare il tunnel ferroviario più lungo del mondo sarebbe antieconomico e anche la motivazione ambientale non regge in quanto i moderni camion hanno un impatto ambientale grandemente inferiore a quelli più vecchi. Fraccaro ha lanciato un petardoproprio nel bel mezzo della fine della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, formato dagli eletti di ciascun Consiglio provinciale di Trento e Bolzano, suscitando un botto di polemiche e di piccate reazioni da quasi tutto l’arco politico locale e non, isolando ancor più, se possibile, le posizioni dei grillini in fatto di infrastrutturazione del territorio. Evidenziando soprattutto come in casa pentastellata esponenti dello stesso governo la pensino in modo diametralmente opposto, uno magnificandolo, l’altro demolendolo.
«Aspettare una fanta-mega-opera che costa miliardi per garantire un’aria decente ai nostri cittadini — ha detto Fraccaro — è una presa in giro. Investire sul tunnel vorrebbe dire respirare per 30 anni inquinamento. Vogliamo aspettare per fare qualche favore all’Impregilo di turno? Investiamo sul trasporto pubblico gratuito. come in Estonia. Investiamo sulla mobilità sostenibile e dopo preoccupiamoci del Bbt. Lavoreremo affinché gli utili che arrivano dai ricavi dell’A22 non vadano a finanziare un’opera i cui costi sono superiori ai benefici».
A dar man forte al grillino trentino, la dichiarazione del sottosegretario compagno Cinque stelle Michele Dell’Orco, che evidenzia come «sul Tav del Brennero l’analisi costi-benefici esiste già ed è stata sottoposta a valutazione indipendente da parte del Politecnico di Milano. Il risultato dello studio dimostra che l’opera è insostenibile sul piano socio-economico. Come affermato dal ministro Fraccaro il rapporto costi-benefici dimostra che il Tav del Brennero è inutile. Il contratto di governo prevede come principio per la valutazione delle grandi opere l’analisi costi-benefici che, nel caso del Brennero, è negativa. E c’è pure lo studio Public Health, che dimostra l’inutilità del progetto e che, proprio per questo il Pd ha tenuto secretato per 8 anni».
La sbroccata pentastellata è stata immediatamente stoppata dal vicepremier Matteo Salvini, in regione per chiudere la campagna elettorale della Lega: «le gallerie, una volta iniziate, si completano. Sul tunnel del Brennero come su altre infrastrutture strategiche per il Paese già cantierate, si va avanti».
Dalla Svp si levano «incredulità e indignazione di fronte alla folle posizione del ministro Fraccaro» ha affermato Daniel Alfreider, vice presidente Svp. Per il governatore altoatesino Arno Kompatscher, Fraccaro «dimostra un’ignoranza sconvolgente, e noi ci difenderemo in modo deciso dalle idee irresponsabili di rappresentanti di governo». In una nota congiunta con il segretario della Svp, Philipp Achammer, Kompatscher sottolinea come «il tunnel del Brennero non può essere bloccato, come non lo può essere il finanziamento trasversale tramite l’autostrada del Brennero. Il danno di affermazioni così sconsiderate è enorme». L’ex ministro alle Infrastrutture, il Dem Graziano Delrio ricorda come «il tunnel del Brennero è un’opera strategica e in buona parte già finanziata per il 50% da fondi comunitari, il cui blocco comporterebbe quindi gravi penali allo Stato italiano oltre che la perdita dei finanziamenti europei già erogati. È una follia fermare lo sviluppo della logistica in Italia».
Coglie l’uscita di Fraccaro per battere un segnale di vita anche la deputata toscana “paracadutata” ed eletta in Alto Adige, Maria Elena Boschi: «un’altra opera strategica per il Paese e soprattutto per l’Alto Adige, verrebbe bloccata. Una vergogna. A forza di dire no a tutto questo Paese tornerà in recessione».
Parole di critica a Fraccaro e alla linea politica di M5s pure dal Patt per bocca del presidente uscente della provincia di Trento, Ugo Rossi: «sono totalmente sconcertato da parole che non hanno nessun senso. Sono basito dal modo superficiale di ministri della Repubblica che liquidano, con slogan vuoti, il lavoro portato avanti in questi anni da territori ed amministratori».
Intanto, nonostante le uscite grilline, i cantieri alla galleria del Brennero proseguono alacremente. Gli operai hanno già scavato circa 90 km di gallerie (su un totale 230). Fino ad ora, Italia e Austria, socie al 50% della Bbt (Brenner Basis Tunnel, la società italoaustriaca che realizza materialmente la galleria), hanno speso 1,8 miliardi. Per l’Italia, ad opera ultimata è prevista una spesa che sarà di 8,384 miliardi di euro secondo i dati forniti dal Cipe.
Al momento sono tre i lotti in lavorazione. La finestra di Mules e il sottoattraversamento dell’Isarco sul lato italiano e quello di Tulfes sul lato austriaco. Ancora fermi invece i lavori sul lotto austriaco di Pfons che è stato assegnato a luglio ad una cordata d’imprese di cui fa parte anche la società italiana Condotte che attualmente si trova in grosse difficoltà finanziarie, ma Bbt spera che le altre imprese del consorzio, Porr e Hinteregger, possano operare anche in carenza di Condotte. I lavori sono previsti durare sei anni e costare 966 milioni: si tratta del cantiere più grande sul lato austriaco che prevede la realizzazione di 50 km di gallerie (25 km in ogni senso direzionale).
L’altro lotto austriaco è quello di Tulfes gestito dai colossi Strabag e Salini-Impregilo che prevede la realizzazione di 38 km di gallerie per un importo di spesa di 380 milioni di euro e fine lavori nella primavera del 2019.
Sul lato italiano sono attivi due cantieri. A Mules, dopo la realizzazione della finestra d’entrata iniziata nel 2016, si sta scavando nel cuore della montagna sia verso nord sia verso sud, con uno scavo di 65 km di gallerie particolarmente complesso, in quanto deve attraversare la faglia periadriatica, con un costo previsto di 993 milioni. L’opera è stata assegnata ad un consorzio costituito da Astaldi Spa, Ghella Spa, Oberosler Cav Pietro Srl, Cogeis Spa e PAC Spa e dovrebbe terminare nel 2023.
L’altro cantiere è quello relativo al sottoattraversamento del fiume Isarco, affidato a ottobre del 2014 al consorzio Rti Salini-Impregilo Spa, Strabag Ag, Strabag Spa, Consorzio Integra e Collini Lavori Spa. Le opere di questo lotto collegheranno la galleria di base con la linea ferroviaria storica del Brennero e la stazione di Fortezza e prevede come particolarità il congelamento del letto del fiume Isarco per consentirne lo scavo in sicurezza senza infiltrazioni d’acqua. E’ previsto lo scavo di 4,5 km di gallerie principali e 1,2 km di gallerie di interconnessione con la linea ferroviaria esistente. Il termine dei lavori di questo lotto è previsto alla fine del 2022.
Ma se i lavori per il tunnel del Brennero proseguono senza intoppi, se non quelli politici, viceversa sono ancora in alto mare le tratte di adduzione a Nord e a Sud. A Nord nulla ancora si è fatto per il tratto di competenza dal confine austriaco a Monaco di Baviera inGermania. A Sud, si è ancora nella fase degli studi preliminari di fattibilità del tracciato che andrà a raddoppiare l’attuale linea del Brennero, con numerose varianti in galleria per ridurre l’impatto acustico dei treni nell’attraversamento dei principali centri abitati.
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