Prezzi al consumo: a settembre l’inflazione rallenta

A calare i beni di largo consumo quotidiano, mentre i beni energetici corrono ancora. Inflazione acquista per il 2018 a +1,2%. 

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Dopo quattro mesi di accelerazione, a settembre l’inflazione rallenta secondo l’elaborazione Istat. A decelerare di alcuni decimi di punto è anche l’inflazione che pesa sulle spese quotidiane (Beni alimentari, per la cura della casa e della persona e prodotti ad alta frequenza d’acquisto) a causa del rallentamento sia delle componenti più volatili del paniere, come frutta, vegetali freschi e carburanti, sia dei prodotti alimentari lavorati. Per i prodotti di largo consumo, così come per gli Energetici regolamentati (gas ed elettricità) la crescita dei prezzi rimane comunque più alta di quella che si registra per il paniere nel suo complesso.

Nel mese di settembre 2018, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è in calo dello 0,5% rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,4% su base annua (era +1,6% ad agosto). La stima preliminare era +1,5%. Il rallentamento dell’inflazione si deve principalmente alla dinamica dei prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (la cui crescita in termini tendenziali passa da +1,9% a +1,2%) sia non lavorati (da +3,1% a +2,4%) alla quale si aggiunge quella dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,8% di agosto a +2,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (da +9,5% del mese precedente a +9,3%), che tuttavia continuano ad aumentare a ritmi sostenuti.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici registrano una decelerazione rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1,1% a +0,9%.

La diminuzione congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,9%) e, in misura più contenuta, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%), a causa, prevalentemente, di fattori di natura stagionale; a contribuire alla flessione sono anche i Beni alimentari lavorati che si riducono dello 0,6% su base mensile.

L’inflazione decelera per i beni (da +2,0% registrato nel mese precedente a +1,7%) e per i servizi (da +1,1% a +1,0%); il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane negativo, ma di ampiezza meno marcata rispetto ad agosto (da -0,9 punti percentuali a -0,7). L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo.

Si attenuano le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un rallentamento marcato da +2,1% a +1,5%, mentre quelli ad alta frequenza d’acquisto passano da +2,7% a +2,3% rimanendo con un’inflazione ad un livello più alto rispetto all’indice generale.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,7% su base mensile, a causa della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dell’1,5% su base annua (da +1,6% rispetto ad agosto). La stima preliminare era +1,6%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, diminuisce dello 0,5% su base mensile e cresce dell’1,3% rispetto a settembre 2017.

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