L’analisi di Confcommercio sulla congiuntura Friuli Venezia Giulia del III trimestre 2018

Bini: «turismo e servizi asset fondamentali per l’economia regionale». Da Pozzo: «pesani i difetti strutturali dell’economia». 

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congiuntura Friuli Venezia Giulia

Numeri e prospettive della congiuntura Friuli Venezia Giulia sono state illustrate a Udine nella sede della Regione da Pierluigi Ascani, direttore scientifico di Format Research, che ha curato per Confcommercio regionale l’indagine congiunturale sul terzo trimestre 2018.

«Il trend è quello di una fiducia in lieve peggioramento – osserva il presidente regionale di Confcommercio Friuli Venezia Giulia,Giovanni Da Pozzo –. Pesano evidentemente i difetti strutturali della nostra economia: eccesso di pressione fiscale, burocrazia, carenze logistiche, aree di illegalità.  In questo contesto, al buon momento del turismo e alle performance delle imprese del terziario avanzato e dei servizi, si contrappone una crisi sempre più pesante del commercio al dettaglio, con consumi ancora in stallo».

In Friuli Venezia Giulia esistono circa 10.000 imprese del commercio al dettaglio, il 14% del totale delle imprese sul territorio. Di queste, il 97% è costituito da soggetti con un numero di addetti inferiore a 10 unità, spina dorsale del settore. Un tessuto produttivo fortemente colpito dalla crisi e che ha fatto segnare negli anni un andamento in controtendenza rispetto alla totalità del terziario, tanto che sono andate in fumo oltre 1.000 imprese del commercio al dettaglio. Se dal 2009 si è assistito a una sostanziale tenuta del tessuto imprenditoriale delle imprese del terziario (commercio, turismo, servizi), isolando le imprese del commercio al dettaglio si registra un decremento del -9% al 2017, con una previsione di un ulteriore ribasso a fine 2018 (-10%). I più penalizzati restano gli operatori più piccoli (fino a 5 addetti).

Campagna dei saldi estivi poco soddisfacenti

Nel corso della stagione dei saldi estivi 2018, gli esercenti della Regione hanno incrementato la percentuale media di scontorispetto a quella già proposta sugli articoli a saldo dodici mesi fa (47% contro 42%). A Trieste e Udine si è registrata la media sconto più elevata (attorno al 50%). Leggermente più bassa la media sconto a Pordenone (46%) e a Gorizia (44%). Con riferimento all’affluenza, gli imprenditori del commercio al dettaglio indicano una sostanziale invarianza del numero di visite in negozio rispetto a dodici mesi fa, con una maggiore affluenza nelle province di Trieste e Udine. Dal punto di vista degli incassi, la stagione dei saldi estivi ha evidenziato una lieve flessione, con un bilancio a consuntivo al di sotto delle previsioni. Il dato suona come un campanello d’allarme se letto congiuntamente all’incremento progressivo dell’e-commerce, in crescita geometrica ormai dal 2009.

Il turismo uno dei motori dell’economia regionale

In Friuli Venezia Giulia esistono oltre 7.000 imprese attive nel comparto turistico, il 10% del totale delle imprese sul territorio. Per il 90% sono attività di servizi e ristorazione, il 10% è rappresentato da alberghi e altre tipologie di alloggio. Circa il 95% delle imprese del comparto è costituito da soggetti con un numero di addetti inferiore a 10 unità. Il tessuto produttivo delle imprese del terziario è trainato dal comparto del turismo, che ha fatto segnare negli anni una crescita oltre la media con riferimento agli operatori attivi sul territorio. Isolando le imprese del turismo si registra un incremento del +6% al 2017, con una previsione di un ulteriore aumento a fine 2018 (+7%). Il comparto è trainante anche dal punto di vista del livello dei ricavi, facendo segnare un incremento superiore alla media. Anche per quel che riguarda l’andamento dell’occupazione (27.000 i lavoratori coinvolti), le imprese del turismo si confermano più performanti rispetto al resto del terziario.

A questo proposito l’assessore regionale allo sviluppo economico e turismo, Sergio Emidio Bini ha sottolineato come «la Regione investirà in maniera decisa sullo sviluppo del turismo per ammodernare l’offerta complessiva. Per raggiungere l’obiettivo servirà però anche un cambio di mentalità da parte degli imprenditori del settore, dato che oggi i turisti sono sempre più esigenti e il Friuli Venezia Giulia non deve rischiare di rimanere indietro».

Natimortalità delle imprese

Analizzando il tessuto produttivo della regione (68.000 imprese extra agricole, di cui tre quarti del terziario), si evidenzia la migliore performance degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi rispetto agli altri settori di attività economica. A fine 2018, si prevede che saranno nate 5.474 nuove imprese (3.752 del terziario, 1.722 degli altri settori), a fronte della cessazione di 5.959 imprese (3.385 del terziario, 2.574 degli altri settori), per un saldo tra iscritte e cessate pari a -485 imprese (+367 del terziario, -852 degli altri settori).

A questo riguardo, Bini ha spiegato che «esistono molti strumenti di supporto alle imprese, i quali però oggi risultano meno efficaci rispetto al passato e quindi dobbiamo semplificare l’accesso alle opportunità offerte dal Frie, da Finest e da Friulia. In quest’ottica di riduzione della burocrazia, la Regione sta valutando l’ipotesi di ricevere direttamente le richieste di supporto avanzate dalle imprese per poi indirizzare la domanda di contributo verso la misura più adatta ad ogni azienda. Inoltre, auspico di presentare entro la fine dell’anno un’iniziativa basata sul concetto di credito d’imposta, che consentirebbe di eliminare le lungaggini collegate all’erogazione dei contributi».

Indice di fiducia, ricavi e rapporti creditizi

Peggiora leggermente la fiducia delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia circa l’andamento generale dell’economia nel terzo trimestre 2018. La previsione a fine anno è destinata a confermare l’andamento in atto. Allo stesso modo, flette lievemente anche il sentiment con riferimento all’andamento della propria impresa (l’indicatore passa da 51,5 a 50,6, con una previsione pari a 49,0). In questo scenario, si registra comunque un miglioramento, seppur moderato, dell’andamento dei ricavi. Sul lato credito, risulta in leggero aumento la quota di imprese del terziario della Regione che si recano in banca per chiedere un fido, un finanziamento, o la rinegoziazione di un fido o di un finanziamento (30%). Di queste, il 71% ha ricevuto una risposta positiva: il 50% ha ottenuto la cifra desiderata, il 21% un ammontare inferiore.

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