Mercato dei biocarburanti in Italia: il 41,5% è importato da Spagna e Indonesia

Secondo i dati diffusi dal Gestore per l’energia dei circa 1,2 milioni dei combustibili rinnovabili immessi in consumo, solo il 30% è prodotto in Italia. Solo il 9,5% proviene da materie prime di origine nazionale. 

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bioetanolo

Il settore dei biocarburanti in Italia cresce, ma è ancora largamente debitore delle importazioni, sia delle materie prime che dei prodotti finiti. Nell’ultimo rapporto pubblicato dal GSE “Energia nel settore Trasporti 2017”, c’è la fotografia dei consumi del settoredal 2005 al 2017.

Fra tutti i prodotti energetici destinati ai trasporti, i biocombustibili sono quelli ad aver registrato la crescita più sensibile: in 13 anni, grazie ai sistemi di sostegno pubblici, l’impiego è cresciuto di oltre il 600%, passando da un consumo di appena 177.000 tonnellate a oltre 1,2 milioni di tonnellate. La crescita è stata più decisa a partire dal 2008, anno in cui si sono sentiti i primi effetti della legge 81/2006 che ha introdotto gli obblighi verdi per produttori e distributori di diesel e di benzina. Tuttavia, nonostante la cospicua crescita, la quota sui consumi totali del settore trasporti rimane contenuta. Gli ultimi dati disponibili (2016) evidenziano come dei 29.786 ktep totali impiegati in Italia per i trasporti, solo il 3,5% risulta esserebio”.

Dietro alla definizione di “biologico” si nascondono prodotti profondamente differenti, contabilizzati in maniera altrettanto diversa. Non tutti i biocarburanti immessi in consumo risultano utili al raggiungimento del target UE per il 2020. Per finire nella somma nazionale devono essere “sostenibili”, ovvero garantire risparmi di emissioni di gas a effetto serra, generate dall’intera catena di produzione, rispetto ai carburanti di origine fossile; inoltre le ultime direttive europee in materia permettono di contabilizzarne il contributo dei biofuel avanzati in misura pari al doppio di quello degli altri biocombustibili.

Secondo quanto riportato dal GSE, il 99% dei biocombustibili consumati in Italia nel 2017 era sostenibile. Poco meno del 97% di tali volumi è costituito da biodiesel, mentre l’incidenza di bio-ETBE, prodotto miscelato alla benzina, è assai più contenuta (3,2%) e quella del bioetanolo ormai trascurabile. Poco meno del 30% dei biofuel è prodotto a livello nazionale (il dato 2016 era appena superiore: 30,4%). Il primo paese d’importazione per i biocarburanti è la Spagna (27,5%), seguita da Indonesia (11,8%) che primeggia però come paese d’origine della materia prima. Seguono i Paesi Bassi (7,3%%) e l’Austria (6,8%).

Come si vede, c’è ancora molto spazio per la crescita del settore, specialmente se prenderà piede la produzione anche di carburanti sintetici, da affiancare a quelli a base biologica, derivanti dall’utilizzo di scarti vegetali o da produzioni agricole marginali e rifiuti vari. Il carburante sintetico avrebbe il vantaggio di limitare all’origine la presenza di anidride carbonica, visto che ne costituisce uno dei componenti principali assieme all’idrogeno. Il suo impiego consentirebbe anche di “ecologizzare” tutti quei veicoli più vecchi, evitando di avviarli prematuramente alla rottamazione.

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