L’assemblea annuale dei soci Cavit, il consorzio vinicolo delle cantine cooperative trentine, ha approvato il bilancio di esercizio 2017–2018 che riflette appieno gli obiettivi prefissati in termini di sviluppo del fatturato, remunerazione dei soci viticoltori, posizione finanziaria netta e risultato netto.
«Anche quest’anno siamo soddisfatti dei risultati raggiunti a fronte di uno scenario globale in forte fermento – afferma il direttore generale, Enrico Zanoni -. La crescita rilevante della quota sul mercato interno e la buona tenuta delle esportazioni hanno consentito anche nell’ultimo esercizio di aumentare il valore dei conferimenti dei nostri soci e allo stesso tempo di consolidare una posizione finanziaria in ottima salute, tale da consentire ulteriori obiettivi di investimenti ed eventuali acquisizioni».
L’anno fiscale di Cavit si chiude con un fatturato di 190,5 milioni di euro, in incremento del 4,4% rispetto all’esercizio precedente (+7,9 milioni di euro). In particolare, si registra una crescita importante delle vendite sul mercato nazionale (+14%), che rappresenta il 21,8%del fatturato. Nel canale della grande distribuzione, la linea Mastri Vernacoli evidenzia una crescita nettamente superiore al trend di settore ed un significativo aumento della distribuzione ponderata. Si rafforza il presidio del settore “ho.re.ca.”, in linea con i consumi in aumento “fuori casa”, con un’offerta di vini e spumanti studiata ad hoc per la ristorazione e le enoteche premiata con una crescita importante delle linee super premium I Masi e Trentini Superiori.
Si conferma l’ottimo andamento del settore della spumantistica, sia a metodo Charmat che Trentodoc, che testimonia il forte impegno aziendale al continuo miglioramento della qualità con l’eccellente performance di Altemasi Trentodoc (+38,5% rispetto all’anno precedente).
Sul fronte dei mercati esteri, che rappresentano per Cavit il 78% del fatturato, si rafforza la presenza distributiva che raggiunge ad oggi una cinquantina di Paesi diversi. Il Nord America si conferma il principale sbocco dei prodotti, con in testa gli Stati Uniti – dove Cavit si conferma il marchio di vino italiano più diffuso – e una significativa crescita sul mercato canadese. Sul fronte europeo, in significativa crescita Benelux, Europa Orientale e Russia, mentre prosegue il consolidamento del recente ingresso nel mercato cinese, suggellato dall’accordo firmato da Cavit con il Gruppo Cofco, confermando l’opportunità di una crescita di lungo periodo in questo promettente mercato dai consumi di vino in crescita. Infine, ottimi riscontri anche per la controllata tedesca Kessler Sekt & Co KG. – azienda di riferimento in Germania nel segmento spumanti premium – che ha registrato una crescita del fatturato del 7%, superando gli 8 milioni di euro di fatturato.
Nel corso dell’anno continua il particolare impegno dedicato al tema della sostenibilità ambientale con il supporto offerto ai viticoltori dal Gruppo viticolo Cavit per la gestione oculata dei vigneti riducendo al minimo i trattamenti e l’impiego di agrofarmaci per la protezione delle viti. In particolare, tutte le cantine associate Cavit hanno aderito alla certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) recependo il protocollo volontario per la produzione integrata e sostenibile.
L’assemblea dei soci Cavit ha provveduto a rinnovare gli organi sociali con l’elezione del nuovo presidente. A maggioranza è stato eletto Lorenzo Libera, presidente della Cantina sociale di Avio (Vallagarina) e da tre anni vice presidente di Cavit Sc, che rimarrà in carica per i prossimi tre anni. Diego Coller, presidente cantina Roveré della Luna, è stato invece eletto vice presidente. Il consiglio, l’assemblea e il direttore generale Enrico Zanoni, a nome di tutti i soci, ha ringraziato il presidente uscente Bruno Lutterotti per l’efficace gestione del suo mandato.
«Continueremo il percorso intrapreso – ha dichiarato Lorenzo Libera, neo-eletto presidente di Cavit – ma ci adopreremo per un più intenso coinvolgimento di tutte le cantine associate e della base sociale, recependo le esigenze e le problematiche di tutti affinché le decisioni importanti che impattano sulla gestione delle coltivazioni da parte di migliaia di viticoltori vengano prese di comune accordo e non imposte. Sin dal 2010, con il lancio del progetto “Pica”, noi di Cavit siamo stati pionieri nella viticoltura sostenibile, con un approccio sempre pragmatico e fattuale, rispettoso della varietà e delle specificità che contraddistinguono la realtà del Consorzio, sia per quanto riguarda il territorio che per quanto riguarda i viticoltori, in larga parte piccoli imprenditori. E’ in questo solco che vogliamo proseguire, affinché gli impegni per la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza degli operatori possano essere mantenuti in modo sostenibile».
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