Tante promesse di investimenti per il Catullo rimaste al palo, con lo scalo di Brescia sempre più fantasma e i voli che si concentrano nell’ipercongestionato scalo di Bergamo e in quello di Venezia lasciando sempre più sguarnito il territorio coperto dal sistema del Garda.
Save è ora costretta a pagare i 22 milioni di euro per servizi Enav su Montichiari e decide così di prendersi tutto con un aumento di capitale surrettizio legato ad un investimento di soli 60 milioni di euro per un intervento di maquillage e non strutturale, privo di una strategia di sviluppo per Verona.
L’investimento è minimale spalmato in 4 lunghi anni se paragonato ai 435 milioni di euro di investimenti stanziati dalla Sacbo di Bergamo che delocalizzando l’area cargo a nord della pista fa capire che non trasferirà in futuro un solo kg di merce a Montichiari. Con il mini-investimento sul Catullo, Save vuole controllare e neutralizzare il concorrente più pericoloso per continuare indisturbato lo sviluppo dello scalo di Venezia con un piano investimenti importante con più di 575 milioni entro il 2021.
Numeri ben diversi da quelli previsti su Verona. Questo dimostra come non essere andati in gara per la scelta del partner industriale con sottoscrizione di un piano di investimenti, stia costando caro ai soci Veronesi e Trentini della Catullo SpA.
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli dovrebbe normalizzare la situazione del sistema del Garda. L’ipotesi di fare un aumento di capitale con la solaSave a sottoscriverlo ed i soci pubblici fermi diluendo così la propria partecipazione, lasciando alla Save la maggioranza solleva pesanti perplessità. Va avviata una revisione della spesa aeroportuale che farebbe risparmiare tante risorse pubbliche al Paese. Sono oltre dieci su 38 scali commerciali quelli dichiaratamente inutili, ma molto costosi per le casse pubbliche. Nella lista degli scali inutili spiccano, nel 2017, Grottaglie (TA) 164 passeggeri, Foggia 540, Grosseto 10.762, Montichiari (BS) 13.821, Bolzano 16.174, Cuneo 121.663, Parma 161.620. Non è un caso che, pur escludendo gli scali minori, in Italia vi sia il rapporto passeggeri/scalo più basso d’Europa, con 4,4 milioni di passeggeri contro gli 11,6 milioni della Gran Bretagna, 10,7 milioni in Germania, dove sono assicurati maggiore produttività e ruolo dell’infrastruttura.
La strada maestra per uscire dal “cul de sac” dove sono precipitati il Catullo e Montichiari passa attraverso una gara pubblica per affidare la connessione, tema su cui sia Anac che Antitrust si sono chiaramente espressi accogliendo l’esposto presentato da Onlit.
Ora spetta al ministro Toninelli far tornare alla normalità la situazione, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie. Solo così verranno allo scoperto importanti investitori che sono alla finestra, a patto però che si faccia una vera gara per l’affidamento della concessione.