Gli studenti di Vicenza scoprono la storia dell’emigrazione veneta con Candido Portinari

Il genio dell’artista veneto-brasiliano raccontato dal figlio protagonista della lezione per 300 giovani di tre scuole superiori cittadine. 

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Circa 300 studenti degli istituti superiori di Vicenza “Antonio Canova”, I “S. Bertilla Boscardin” e “Bartolomeo Montagna” hanno avuto come docente per un giorno il professor Joao Candido Portinari, figlio del pittore brasiliano Candido Portinari, il più noto artista del paese carioca e uno dei maggiori rappresentanti dell’emigrazione veneta.

Le opere e il percorso storico e artistico di Candido Portinari, figlio di una ragazza di Bassano, Domenica Torquato, e di GiovanBattista, bracciante agricolo di Chiampo emigrato nelle piantagioni di caffè del “nuovo mondo”, diventato gloria nazionaledel Brasile e “ambasciatore” dell’arte sudamericana nel Palazzo di Vetro dell’Onu di New York con il monumentale pannelloGuerra e Pace”, hanno offerto un’avvincente testimonianza della storia dell’emigrazione veneta e della vivacità dell’esperienze culturali create dai Veneti nel Mondo.

«Ringrazio la fondazione  “Projeto Portinari” e la dirigenza e docenza dei tre istituti vicentini – commenta, a distanza, Elena Donazzan, assessore all’istruzione e formazione della Regione Veneto – per aver creato questa opportunità didattica, che si colloca in piena sintonia con i nuovi indirizzi scolastici adottati in Veneto per promuovere, tra le materia di interesse regionale, la conoscenza della storia dell’emigrazione veneta. Il successo artistico e sociale di Candido Portinari, scomparso 55 anni fa, al quale il Brasile ha intitolato vie, piazze, parchi, scuole, auditorium dedicandogli anche una banconota, è l’emblema della straordinaria avventura umana, sociale ed economica dei veneti e della loro apertura al mondo, nonché lo specchio di quell’intraprendenza e tenacia che contraddistingue la storia dell’emigrazione italiana tra Otto e Novecento».

Quella di Candido Portinari è la prima delle grandi figure deil’emigrazione veneta che entreranno nei programmi didattici della scuola del Veneto: «così supereremo i confini tradizionali della scuola» conclude Donazzan.

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