Accordo di programma per la qualità dell’aria: bloccati migliaia di mezzi, penalizzate le imprese

Bonomo: «come sempre succede in Italia per chi lavora arriva il bastone senza la carota». Richiesta l’immediata revisione della norma per applicare più elasticità ed evitare la chiusura di migliaia di aziende.

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Centralini roventi nelle sedi delle associazioni di Confartigianato Veneto (e non solo) a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme dettate dall’accordo di programma per la qualità dell’aria siglata dalle Regioni del Nord Italia (la gran parte dei 16 comuni coinvolti hanno deliberato, e altri lo faranno nei prossimi giorni).

I comuni veneti con oltre 30.000 abitanti, 16 in tutta la Regione tra i quali i sette capoluoghi di provincia, dal 1 ottobre sono “off limits” per veicoli Diesel Euro3 e inferiori (ed in casi di superamento di certi limiti di PM10 anche per gli Euro4). E’ il risultato della traduzione in pratica dell’accordo di programma per la qualità dell’aria nel bacino padano in delibere comunali che rischiano di mettere fuori gioco 173.000 veicoli commerciali oggi in servizio presso le imprese venete. A rischio tantissime attività economiche, in primis le imprese di servizio, che della mobilità sul territorio fanno un fatto imprescindibile.

Se i divieti dipendono dalle singole amministrazioni è facilmente immaginabile il disagio che si sta arrecando agli operatori economici che hanno l’esigenza di percorrere lunghe tratte, transitando  nei comuni delle Regioni firmatarie dell’accordo perché i viaggi dovranno, d’ora in poi, sino alla vigenza dei divieti, essere pianificati in base alle varie ordinanze locali. Questo per certo comporterà un allungamento dei tempi di consegna delle merci e dei costi di trasporto, mentre sarebbe stato indispensabile avere già da quest’anno un coordinamento generale delle norme valide su tutto il territorio interessato.

«Come sempre succede in Italia, per chi lavora arriva il bastone senza la carota – sbotta il presidente regionale di Confartigianato, Agostino Bonomo -. L’accordo prevedeva non solamente limitazioni all’utilizzo dei veicoli, ma anche incentivi alla sostituzione del parco mezzi circolante inquinante, a cominciare dai veicoli che sarebbero stati interessati dai provvedimenti in base all’accordo. Ad oggi, per altro, solo in minima parte sono state avviate mentre i vincoli sono già vigenti».

La Regione Veneto ha in previsione un bando per incentivi alla sostituzione dei mezzi interessati dall’accordo di programma, anche se l’importo stanziato per l’anno in corso è modesto rispetto le dimensioni del problema. E per molte imprese, l’incentivo stanziato per la sostituzione del singolo veicolo è irrisorio rispetto all’onere complessivo che esse devono sostenere, con il risultato che da qui a due-tre anni la situazione si ripeta, con la necessità di sostituire veicoli che normalmente durerebbero una decina d’anni e anche oltre, specie se non si percorrono molti chilometri.

«È urgente promuovere un coordinamento tra i sindaci interessati e le categorie per trovare soluzioni condivise che vadano dalla non applicazione delle sanzioni per questo primo periodo (ricordo che con il nuovo Codice della strada alla seconda infrazione scatta la sospensione della patente per 30 giorni), alla individuazione di casi di esenzione sino alla programmazione di incentivi per la sostituzione dei mezzi» conclude Bonomo.

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