Rete BioHighTech Net e Parco Tecnologico di Lubiana hanno firmato un importante accordo di collaborazione per migliorare la capacità di innovazione nell’area italo-slovena.
La firma sul documento è stata posta da Diego Bravar, presidente della Rete costituita da 37 aziende del Friuli Venezia Giuliache operano nel settore Bio High Tech e da Jožka Hegler, direttore del Tehnoloski Park Ljubljana, durante i lavori dell’Euro BioHighTech, il salone dedicato all’innovazione, che si è svolto alla Stazione Marittima di Trieste. L’accordo impegna le parti ad incentivare il trasferimento tecnologico dagli istituti di ricerca e delle università verso le aziende del territorio, ampliando il numero di tecniche innovative biomedicali trasferite alle imprese nell’ambito della medicina rigenerativa.
L’accordo s’inquadra nelle iniziative a latere del progetto Interreg Italia – Slovenia denominato “ARTE”, che si occupa di elaborare terapie innovative per la salute e che vede i firmatari e la BioValley Investments già impegnati nel trasferimento dei risultati scientifici alle aziende innovative.
Quante volte si è sentito parlare di dolori alle ginocchia determinato dal consumo delle cartilagini? ARTE, alla fine del percorso di ricerca vuole rispondere anche al problema dell’osteoartrosi, patologia che colpisce oltre il 10% della popolazione adulta nell’area del programma, e il 50% degli ultra sessantenni. Il progetto vede la partecipazione, da parte slovena, della Facoltà di farmaciadell’Università di Lubiana e della Clinica ortopedica di Valdoltra di Ancarano che assieme all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine effettueranno uno studio clinico, il cui inizio è previsto entro l’anno, in pazienti affetti da osteoartrosi al ginocchio, utilizzando sistemi di produzione automatizzata dei tessuti sviluppati da VivaBioCell, azienda con sede a Udine, nata come spin-off dell’Università e leader del progetto. Uno dei problemi più sentiti in questo campo è relativo ai costi necessari a produrre questo tipo di “farmaci”, a base di cellule prelevate e reimpiantate dopo appositi trattamenti nello stesso paziente. L’Azienda friulana, si è mobilitata per superare le barriere poste dagli attuali processi di produzione ed aumentare l’automatizzazione, riuscendo a diminuire molto sensibilmente i costi.
Il progetto di Rete BioHighTech Net si muove nell’ambito di un mercato, quello della medicina rigenerativa e delle terapie cellulari e geniche, che a livello globale fattura 16 miliardi di dollari (stima 2016 di statista.com), ed è previsto che cresca vertiginosamente nei prossimi anni fino a raggiungere 130 miliardi di dollari nel 2025. Un’opportunità che le politiche regionali di sviluppo transfrontaliero, vogliono cogliere. E anche le aziende innovative del settore BioHighTech della Slovenia e del Friuli Venezia Giulia.
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