A poco più di due settimane dalle elezioni in Trentino per il rinnovo del Consiglio provinciale la temperatura della tenzone politica in quel di Trento va riscaldandosi con la denuncia da parte di uno degli esponenti della coalizione del centro destra di episodi di voto di scambio tra alcuni candidati dello stesso centro destra e gli elettori.
A rivelare questo bruttissimo spaccato di campagna elettorale è stato Claudio Cia, leader di Agire e alleato alla Lega del candidato presidente, il deputato e sottosegretario alla sanità, Maurizio Fugatti. Secondo quanto affermato da Cia, «ricevodai cittadini segnalazioni di comportamenti inappropriati e a mio avviso gravissimi da parte di alcuni candidati del centrodestra: siamo passati da chi promette di pagare sedi o studi professionali in cambio di “sostegno” elettorale, a chiaddirittura annuncia come certa la propria nomina ad assessore».
Chiacchere che effettivamente girano, con esponenti di due-tre partiti dello squadrone di centro destra che si sentono forse eccessivamente sicuri del risultato elettorale e che vendono la pelle dell’orso prima di averlo cacciato, come quel candidato che va dicendo di essere il prossimo assessore provinciale all’agricoltura, caccia e pesca, oppure quello che si vede già nei panni di assessore al turismo e allo sviluppo economico forte della sua esperienza nel settore privato.
Secondo Cia «rattrista vedere come anche all’interno della coalizione del cambiamento ci siano soggetti che ripetono schemi del passato e che rischiano di allontanarci da una netta vittoria contro il centrosinistra. Vorrei chiarire ai nostri elettori che se incontrano dei candidati che promettono denaro o altro in cambio di voti, questi stanno commettendo un reato, e di conseguenza vanno prontamente denunciati alle dovute autorità senza fare sconti. Inoltre, per quanto riguarda la nostra coalizione, non risulta che a nessuna riunione si sia mai discusso della futura giunta provinciale: quest’anno il risultato sarà sicuramente anomalo e i futuri ruoli, disciplinati dalla legge e non a casaccio, dipenderanno non solo dal peso elettorale ma soprattutto dalle competenze». Già, le competenze. Materia che in molti, troppi dei 707 candidati in lizza latita, a partire da coloro che si vedono già assisi tronfi sulla poltrona assessorile. Di qui l’appello di Cia a «scegliere l’effettivo cambiamento, a non ascoltare e non votare i millantatori o i compratori di voti, dobbiamo ripulire la politica da chi la usa solo ed esclusivamente a beneficio dei propri interessi personali anziché di quello pubblico ricorrendo alle bugie».
La pubblica denuncia lanciata dall’esponente di Agire è una bella botta per la campagna elettorale del centro destra, tant’è che il candidato presidente Fugatti s’affretta a gettare secchiate di acqua sul focherello che potrebbe bruciargli la corsa per piazza Dante: «all’interno della coalizione non si mai fatto alcuna ipotesi di giunta provinciale e credo sinceramente che Cia abbia frainteso delle chiacchiere che ha sentito. Non c’è nulla di vero e per quanto mi riguarda il caso è chiuso». Non pervenuto il segretario della Lega, il giovane Mirko Bisesti che ai tentativi di contatto telefonico per chiedergli un commento sulla vicenda non risponde, in evidente difficoltà a gestire la situazione.
Se Fugatti ha tutto l’interesse di seppellire sul nascere il caso, viceversa ci va giù pesante un altro candidato alle elezioni provinciali, quel Claudio Civettini, già esponente della Civica Trentina coalizzata nello squadrone del centro destra, giubilatodal “niet” dello stesso Fugatti per vecchie ruggini in casa Lega quando i due militavano nello stesso partito, “niet” che ha costretto Civettini ad uscire dalla lista e cercare asilo politico in Autonomia Dinamica, una formazione di stampo autonomistico che si pone al di fuori dei due schieramenti di centro destra e centro sinistra. Se Cia ha buttato il sasso nello stagno della politica trentina, Civettini ci mette il carico da novanta, con la presentazione di un esposto denuncia alla Procuradella Repubblica di Trento con cui si chiede di accertare puntualmente quanto affermato dall’esponente di Agire. «Favori elettorali e voto di scambio da parte di alcuni esponenti dello squadrone del centro destra a sostegno della candidatura a presidente dell’onorevole e sottosegretario alla sanita, il leghista Maurizio Fugatti? – si domanda Civettini -. A fronte delle dichiarazioni del collega Cia (leader di Agire che candida proprio tra le file del centro destra) ritengo sia serio dare un seguito di trasparenza. Per questo ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trento perché si faccia al più presto completa chiarezza sul fatto che rischia di inquinare il risultato delle elezioni provinciali del prossimo 21 ottobre, che non si può ridurre a mere “chiacchiere da bar” come fa il candidato presidente leghista Fugatti».
Secondo Civettini «sia in caso di conferma che in quello di smentita, siamo di fronte ad un atto di gravità politica estrema, sanzionato dal codice penale, che si sta palesando all’interno di quell’accozzaglia politica definita come centro destra, che esprime un candidato presidente leghista il quale si tiene ben stretta la cadreghina nel governo nazionale, ben sapendo che se non raggiunge il 40% – come molto probabile – dei voti, se ne starà tranquillo al sole della Roma godereccia. Stante questo stato di fatto, Autonoma Dinamica emerge come unica forza politica di proposta civica e autonomista, realmente alternativa ai due schieramenti di centro destra e di centro sinistra, dove non c’è spazio per “magnadore” di nessun tipo e accordi indecenti come quelli prospettati dal collega Cia».
Ora tocca alla magistratura fare luce al più presto su tutta la vicenda. Una cosa è comunque quasi certa: nelle prossime due settimane di campagna elettorale la contesa andrà facendosi sempre più accesa e non mancheranno anche i colpi bassi. E lo scenario più probabile al momento è l’ingovernabilità dell’Autonomia con le due principali formazioni ben sotto la soglia del 40% e la necessità di ricorrere all’apporto delle forze autonome per raggiungere una maggioranza di governo.
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