La qualità dell’aria in Veneto è migliorata nel corso degli ultimi mesi, a seguito dell’attivazione delle misure di prevenzionepreviste dal piano aria delle regioni del bacino padano.
«Il 90% delle misure previste dal nostro piano aria – e recepite anche nell’accordo per il bacino padano siglato l’anno scorso tra il ministero dell’Ambiente e le Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna – è stato attivato ed è partito» afferma l’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin, rispondendo così alle dichiarazioni contenute in un documento congiunto con cui i sindaci di Verona, Belluno, Padova e Rovigo sollecitano il Ministero e la Regione a fare la loro parte dell’accordo, citando interventi come una campagna informativa, investimenti nel trasporto pubblico locale e la riduzione del bollo auto per i veicoli costretti a restare fermi per le ordinanze antismog che dovranno essere emanate dai comuni a partire dal prossimo 1 ottobre.
«Una presa di posizione pretestuosa – ha detto Bottacin – e per di più incredibilmente disinformata, per chi è chiamato ad avere un ruolo di primaria responsabilità in materia. Non solo la Regione ha già attivato le misure di sua competenza, ma i sindaci sanno o dovrebbero sapere che il bollo auto lo fissa lo Stato». L’assessore ha ricordato poi che pende sull’Italia una procedura di infrazione comunitaria per i valori 2006 e 2007 di smog che vede nel bacino padano l’area di maggior criticità. Ma per quanto riguarda il Veneto, grazie alle misure messe in atto, il valore medio (quello che conta veramente anche dal punto di vista sanitario) dei livelli degli inquinanti, a partire dalle PM10, negli ultimi dieci anni è calato del 40%.
«Ciò non significa che possiamo abbassare la guardia – ha detto Bottacin – perché sforamenti se ne registrano ancora. Con il ministro Galletti abbiamo convenuto di procedere assieme e nel 2017 è stato firmato l’accordo per il bacino padano che prevede di uniformare le regole per la limitazione delle emissioni in atmosfera, facendo tesoro delle azioni previste dai piani aria già adottati in quel momento dal Veneto e dalla Lombardia. L’accordo viene poi declinato nei comitati di indirizzo e sorveglianza che a livello regionale sovrintendono alla materia con la presenza, tra altro, proprio dei sindaci dei comuni capoluogo. Spetta infatti ai sindaci la potestà di emanare ordinanze, non alle Regioni».
«L’accordo che va a regime quest’anno – ha spiegato Bottacin – prevede una serie di impegni per i soggetti sottoscrittori. E noi abbiamo investito e investiamo ancora in treni di nuova generazione, autobus a basso impatto ambientale, bike sharing, rottamazione di vecchi autoveicoli e vecchie stufe, campagna informativa e cartellonistica comunale. A breve vareremoincentivi per la rottamazione anche di veicoli commerciali. Complessivamente si può stimare che abbiamo impegnato nei diversi settori risorse per circa 300 milioni in tre anni. Ma il bollo auto resta una competenza del governo».
Con l’accordo per il bacino padano il ministero si impegnava a cofinanziare le azioni delle Regioni in termini paritari, ma finora non è arrivato nessun finanziamento. Il Veneto, sul fronte ambientale, si aspetta un importo per il 2017 di circa 2 milioni di euro, a cui andranno ad aggiungersi gli impegni di spesa avviati quest’anno.
«Anche l’Europa però – ha concluso Bottacin – deve mettersi d’accordo con sé stessa. Da un lato ci deferisce per le PM10, però dall’altro incentiva le biomasse legnose come fonte energetica rinnovabile. Ma Arpav, con le sue attente rilevazioni, ha messo in evidenza che la prima causa dell’inquinamento dell’aria sono proprio le PM10 provocate dal riscaldamento domestico e, in particolare, dalla combustione delle biomasse legnose».
© Riproduzione Riservata