Le richieste del mondo economico ai partiti in vista delle elezioni provinciali di Trento

Le proposte del Coordinamento provinciale imprenditori per il Governo del Trentino del prossimo quinquennio per un territorio più competitivo, più moderno, più giusto. 

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elezioni provinciali di Trento

Il Coordinamento provinciale imprenditori del Trentino, dopo anni di silenziosa stasi, ha dato un nuovo segno di vitaillustrando il documento che raccoglie le considerazioni e le proposte delle associazioni produttive che vi aderiscono, e che in vista delle elezioni provinciali di Trento del prossimo 21 ottobre hanno voluto rappresentare la visione delle imprese per un Trentino più competitivo, più moderno, più giusto dopo cinque anni che hanno visto allargarsi il differenziale di sviluppocon la vicina provincia di Bolzano.

Il Coordinamento si è presentato rafforzato dal recente ingresso di Confesercenti del Trentino, che siede ora accanto all’Associazione albergatori ed imprese turistiche della provincia di Trento, all’Associazione artigiani del Trentino, a Confcommercio imprese per l’Italia Trentino, a Confindustria Trento e Cooperazione Trentina, con il passaggio formale tra l’uscente Gianni Battaiola, presidente degli albergatori di Asat, e Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento, che assume per il 2019 e in ragione della rotazione delle cariche prevista, la presidenza e la segreteria del Coordinamento.

Battaiola e Zobele hanno spiegato le ragioni del rilancio del Coordinamento: «in un momento in cui la politica si divide, le categorie economiche consolidano la loro alleanza per lanciare un messaggio univoco a chi governerà il territorio. Siamo diversi per settore di attività e per la tipologia delle imprese che rappresentiamo, ma abbiamo creduto che confrontarci fosse utile e doveroso per le nostre aziende e per le famiglie che vi lavorano. I nostri destini sono legati a quelli del territorio e della popolazione: siamo perciò convinti che un’azione propositiva da parte nostra possa portare beneficio a tutta la comunità».

I sei presidenti hanno dunque illustrato i dieci punti che costituiscono il documento che sottopongono ora all’attenzione della politica. Zobele ha parlato in primo luogo dei temi di Autonomia e Unione Europea: «uno status speciale che ci ha dato ricchezza e benessere – ha detto del primo – e che è necessario per la nostra crescita futura. Per potere mantenere l’Autonomia dobbiamo però meritarla. Anche per questo, dobbiamo tenere conto del fatto che Bruxelles resta un punto di riferimento fondamentale». A proposito di infrastrutture, Zobele ha evidenziato il valore dell’opera al Brennero e dei collegamenti tra il tunnel e Verona, soprattutto delle varianti ferroviarie di Trento e Rovereto, ma ha anche parlato della terza corsia dinamica di A22, del completamento della Valdastico, della manutenzione delle infrastrutture di valle e dei collegamenti tra centro e periferie del territorio, del potenziamento della rete ferroviaria, del nuovo ospedale di Trento. Ha infine toccato i temi di innovazione, università e ricerca: «il Trentino è sempre stato ai massimi livelli. Deve continuare ad esserlo, per garantire ricadute positive dall’incontro tra i mondi della ricerca, della scuola e dell’impresa».

Battaiola ha parlato di società pubbliche: «enti che devono operare a sostegno delle imprese, e non in concorrenza: ancora oggi queste società erogano servizi strategici in comparti dove operano numerose società private. L’attività di queste realtà va ripensata e razionalizzata, per evitare sovrapposizioni innescando rapporti di collaborazione con le aziende, anche attraverso dinamiche di esternazionalizzazione».

Parlando di territorio e ambiente Battaiola ha ribadito che «non abbiamo un Trentino di riserva: dovremmo potere diventare un’eccellenza a livello internazionale, ma questo sarà possibile grazie a una vera alleanza tra tutti i settori, nell’ottica di una responsabilità che è insieme ambientale, economica e sociale: con un turismo che sia veramente sostenibile, con l’adozione di un’impronta biologica spinta sul fronte delle produzioni agricole, con il ricorso alle buone pratiche del risparmio energetico sul versante delle costruzioni, e all’economia circolare nelle lavorazioni manifatturiere».

Il presidente dell’Associazione artigiani Trentino, Marco Segatta, ha trattato in primo luogo il punto riferito a fiscalità e spesa pubblica: «il carico fiscale è al 68%: 25 punti in più rispetto alla media europea. Chiediamo alla Provincia di limitare le imposte di propria competenza come l’Imis, piuttosto che l’aliquota base Irap, come pure altre tasse locali, come quella sui rifiuti, sulla pubblicità, sulle imposte di soggiorno. La spesa corrente è sempre più elevata e mantiene un apparato burocratico troppo esteso: è necessario quantomeno provare ad invertire la tendenza. La Provincia dovrebbe investire maggiormente in interventi diretti a stimolare le imprese e le attività produttive, penso ad esempio all’istruzione, alla formazione e alla ricerca». E a proposito di appalti, Segatta ha sottolineato come «bisogna riconoscere che sono state destinate risorse pubbliche importanti. La parte pubblica dovrebbe però approfittare maggiormente di tutti gli spazi di intervento concessi dalle normative di carattere europeo, privilegiando chiaramente le imprese del nostro territorio. In questo senso sarebbe logico superare anche il vincolo di rotazione. Infine bisogna mettere mano alla piattaforma MePat».

Di semplificazione e sicurezza ha parlato Giovanni Bort, presidente di Confcommercio Trentino (e della Camera di commercio di Trento): «è stato stimato che il costo della burocrazia in Italia sia pari a circa il 4,6% del Pil. Basterebbe questo dato a rendersi conto quanto sia urgente attuare politiche di semplificazione rivolte alle imprese e ai cittadini.  La sburocratizzazione e lo snellimento normativo devono divenire un impegno quotidiano e costante di chi governa, di chi legifera e soprattutto di chi quotidianamente applica le norme.  Inoltre, la crescente digitalizzazione dell’economia, anche nel rapporto con la pubblica amministrazione, dovrebbe essere accompagnata da una semplificazione delle procedure. Un altro tema che ci riguarda sia come imprenditori sia come cittadini è quello della sicurezza, intesa in senso ampio, come contrasto alla criminalità, ma anche nella sua accezione di cura della vivibilità delle nostre città. Da anni, malgrado le statistiche, il clima (e la relativa percezione) di insicurezza anche nella nostra provincia è cresciuto in maniera evidente».

Renato Villotti, presidente Confesercenti del Trentino, è intervenuto a proposito dei temi di credito e incentivi: «ad oggi, le nostre aziende sono nelle condizioni di doversi rivolgere direttamente alle banche. Chiediamo che le Associazioni possano contare su una forte rappresentanza ai tavoli del credito. Importante è l’evoluzione in atto nel sistema delle Bcc: con la costituzione del gruppo unico che fa capo a Cassa Centrale Banca e il suo importante radicamento in Trentino, speriamo possa riattivare il circuito locale del credito alle aziende. Chiediamo pertanto il mantenimento, anche per il futuro, del doppio canale dei fondi della Lp. 6/99 e delle risorse di derivazione europea (focalizzati sulle quattro Smart Specialisation del Trentino) al fine di consentire l’accesso ai finanziamenti alle diverse tipologie di aziende e start up che caratterizzano il nostro tessuto imprenditoriale. Condividiamo inoltre l’auspicio che Mediocredito diventi una banca corporale e che aiuti le aziende trentine nei loro processi di crescita, con sostegni finanziari adeguati e una consulenza dedicata».

Infine, i temi di welfare, coesione sociale e agricoltura/sostenibilità sono stati affidati alla riflessione di Marina Mattarei, presidente della Cooperazione Trentina: «la popolazione invecchia, si nasce di meno, e le risorse pubbliche si contraggono. Occorre partire da qui per individuare strumenti innovativi di welfare che possano dare una risposta ai bisogni e nello stesso tempo garantire la coesione sociale. È necessaria una maggiore sinergia tra le politiche del lavoro e la formazione, che deve essere permanente. Ruolo centrale nella regìa spetta all’Agenzia del lavoro, che va profondamente aggiornata, perché pensata quando i problemi del lavoro erano diversi da oggi. Sui temi dell’ambiente e la sostenibilità, il Trentino può giocare una partita importante per lo sviluppo anche in chiave di innovazione. L’agricoltura ha un ruolo fondamentale e diventa una leva anche per il turismo, sempre più consapevole e attento a questi temi».

Il Coordinamento ha infine lanciato l’appuntamento del 2 ottobre: presso la Sala della Cooperazione, alle 18.00, un confronto aperto alla cittadinanza tra i candidati alla presidenza del Governo provinciale, cui oltre che delle questioni meramente economiche si dovrebbe chiedere conto anche delle modalità di scelta degli oltre 700 candidati in lizza, molti dei quali palesemente inadatti a svolgere il ruolo di consigliere provinciale, per non dire delle personalità di spicco idonee a garantire un governo della Provincia migliore di quello uscente. Ancora una volta, ha prevalso il criterio della fedeltà al capetto di turno piuttosto che quello della capacità e della competenza. Ma questo avrebbe fatto ombra a molti ras vecchi e nuovi della politica trentina, che conseguentemente ha scelto pericolosamente la via al ribasso della rappresentanza politica locale.

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