Si ampia in Veneto la rete dei centri di sollievo per malati di Alzheimer

Lanzarin: «piccoli passi nella ricerca, ma grandi investimenti regionali nel supporto ai pazienti e alle famiglie». 

0
1139
malati di Alzheimer

In Veneto continua a crescere la rete regionale dei centri sollievo, sostenuta e finanziata dalla Regione a favore dei malati di Alzheimer: con 155 strutture presenti nelle diverse province venete (erano 106 nel 2015),  la rete dei centri sollievo mobilita 153 associazioni, oltre 1200 volontari, e offre assistenza ad un migliaio di persone affette da Alzheimer e da patologie di decadimento cognitivo. La Regione Veneto, dal 2013 ad oggi, ha investito 4.650.000 euro per consolidare i progetti di sollievo e sviluppare nuovi centri e servizi.

«La ricerca ha ancora molta strada da fare per dare una risposta a demenze e Alzheimer, ma intanto la nostra sfida quotidiana è dare sollievo alle famiglie e ai malati, offrendo loro occasioni di incontro, socializzazione e riabilitazione. Una sfida possibile, attraverso l’impegno congiunto di Regione, Ulss, Comuni e associazioni e volontari» ha detto l’assessore regione Veneto al sociale, Manuela Lanzarin, inaugurando il nuovo centro sollievo di Rosà, in piazza Mazzini, e intervenendo al convegno a Sarmeola di Rubano “Insieme. Molto è ancora possibile” promosso da associazioni, strutture e servizi padovani per l’Alzheimer.

«Sono in arrivo nuove linee guida regionali per incrementare i servizi di sollievo e di accompagnamento dei malati e delle famiglie – ha annunciato Lanzarin -. Con gli ultimi provvedimenti si è inteso rafforzare le forme di integrazione tra i servizi delle aziende sanitarie competenti in materia e i centri sollievo per riqualificare i protocolli di presa in carico degli assistiti e la formazione dei volontari negli interventi di riabilitazione».

Studi specifici su campioni di soggetti affetti da decadimento cognitivo con problematiche nella sfera dell’orientamento spazio/tempo, della memoria e dell’attenzione, hanno dimostrato che le tecniche di assistenza mediante attività di stimolazione cognitiva, musicoterapia, psicomotricità, arteterapia, yoga e fisioterapia di gruppo producono effetti di stabilizzazione della situazione di decadimento e, per alcune funzioni, anche un tendenziale miglioramento: orientamento nello spazio e nel tempo, nella comprensione verbale e nell’umore.

«La prima battaglia da vincere è quella contro l’isolamento e lo scoraggiamento – ha esortato l’assessore –. È dimostrato che inattività e solitudine possono comportare un peggioramento complessivo delle funzioni di memoria, orientamento ed equilibrio. I centri sollievo sono una prima risposta per rompere il muro del silenzio e per offrire alle famiglie il supporto di persone competenti e di attività che aiutino i loro familiari a mantenere dignità e qualità di vita».

© Riproduzione Riservata