Maggiore autonomia per l’Emilia Romagna, via libera in Assemblea legislativa al progetto definitivo

Bonaccini: «risultato straordinario al termine di un percorso condiviso con le parti sociali e il confronto con tutti i Gruppi consiliari». 

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assestamento di bilancio
L'aula del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna.

Il Consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha approvato una risoluzione che dà mandato al presidente della Giunta di proseguire e chiudere il negoziato con l’esecutivo nazionale per la concessione di maggiore autonomia: a favore la maggioranza Pd, Si, Misto-Mdp, opposizioni astenute (Lega, M5s, Fi, Fdi, Mns, AltraER), nessun voto contrario.

Con questo voto, la Regione chiede la gestione diretta e con risorse certe di 15 competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro; internazionalizzazione delle imprese, ricerca e innovazione; istruzione; sanità; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; relazioni internazionali e rapporti con la Ue.

«Questa non è una gara. Il punto non è chi arriva prima, secondo o terzo. Noi non vogliamo primati. Il suo, quello di regione che più cresce in Italia, l’Emilia Romagna lo conquista da oltre tre anni a questa parte, grazie alla forza di imprese e lavoratori, ai saperi di questa terra e alla sua continua spinta verso la ricerca e l’innovazione – ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini nel corso della discussione in Aula -. E’ questa l’Emilia Romagna che chiede maggiore autonomia: il riconoscimento di un regionalismo differenziato, sulla base di quanto prevede la Costituzione e senza mettere in discussione l’unità nazionale, per noi intoccabile, per poter continuare a creare sviluppo e occupazione, migliorando la qualità dei servizi, creando opportunità per i giovani e rafforzando il proprio welfare e il proprio sistema sanitario, per garantire a tutti diritti inalienabili. A questa Emilia Romagna si deve serietà, oltre che riconoscenza e oggi, con il parere positivo dell’Assemblea legislativa, ancora una volta senza alcun voto contrario, completiamo un percorso nel quale mai abbiamo cercato scorciatoie, per avere sempre la condivisione con tutte le forze sociali, i territori, le università e le associazioni riunite nel Patto per il Lavoro, oltre al confronto continuo con i Gruppi consiliari, che ringrazio per il contributo e di cui abbiamo recepito diverse proposte, raggiungendo un risultato straordinario. Adesso il nostro progetto è pronto, le competenze che chiediamo sono definite e al Governo – col quale stiamo collaborando in maniera efficace, da subito ho ringraziato la ministra Stefani per la disponibilità dimostrata – lo ribadiamo con forza: siamo pronti al confronto per chiudere nel tempo più breve possibile un’intesa che porti al riconoscimento della maggiore autonomia per l’Emilia Romagna entro l’anno».

Confermato anche per il percorso condiviso che la Regione ha scelto fin dall’inizio. Infatti, la risoluzione prevede che il presidente della Giunta prosegua nel coinvolgimento attivo di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali firmatarie del Patto per il Lavoro, e l’acquisizione formale del parere del Consiglio delle autonomie locali, a conclusione di un cammino che ha visto l’ampia condivisione di comuni, province e della città metropolitana di Bologna.

Il 26 luglio scorso, Bonaccini ha consegnato al ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, il progetto di autonomia dell’Emilia Romagna, condiviso con le parti sociali nell’ambito del Patto per il Lavoro, che prevede un aumento delle competenze richieste, aggiungendo alle 12 già definite la gestione diretta di altre tre: agricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria; cultura e spettacolo; sport. Dunque, in totale 15 competenze. Cinque mesi prima, il 28 febbraio, il presidente della Regione aveva firmato l’accordo preliminare con il Governo precedente, insieme a Lombardia e Veneto, nel quale venivano appunto fissate le prime 12 competenze. Ora il via libera dell’Assemblea legislativa al documento ampliato da portare al negoziato finale in sede nazionale.

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