Raffica di polemiche contro il ministro Toninelli che è contro le opere pubbliche del Veneto

Il no all’alta velocità Brescia-Padova e al collettore fognario del Garda scatenano le reazioni di Lega, Forza Italia e PD. 

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ministro toninelli

Probabilmente Danilo Toninelli, cremonese, deputato grillino alla seconda legislatura, è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Forse avrebbe fatto meglio ad occuparsi di riforme come aveva già fatto nella scorsa legislatura. Ma di trasporto e di infrastrutture sembra non azzeccarne una, esponendosi a continue critiche, anche fondate.

Dopo avere praticamente messo una pietra tombale al progetto già molto avanzato (i cantieri stanno per aprire dopo la fase degli espropri) dell’alta velocità ferroviaria tra Brescia e Padova (quella tra Padova e Venezia è già stata realizzata), il niet grillinotocca anche il progetto di rifacimento del sistema di raccolta e trattamento dei reflui fognari del Garda, attualmente a serio rischio di tracollo con inimmaginabili danni per l’ambiente lacustre e per la fiorente industria turistica.

Per il veronese ministro alla famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, «la tav Brescia-VeronaPadova è un’opera indispensabile per il territorio del Veneto. Le grandi opere, se ben realizzate, sono un valore aggiunto per il Paese». Fontana critica anche la marcia indietro sul rifacimento del sistema di depurazione del Garda: «i territori interessati si sono già espressi a favore del progetto e trovato l’accordo sul progetto che ora è pronto per essere attuato. Ci sono anche i 100 milioni già stanziati dal precedente governo».

Per il deputato azzurro gardesano e sindaco di Garda, Davide Bendinelli «sono basito dalle dichiarazioni di Toninelli in merito al progetto del nuovo sistema di raccolta e depurazione dei reflui fognari dei comuni lacustri. Quello del ministro è un atteggiamento pericoloso, vuole stravolgere il progetto di rifacimento del collettore del lago di Garda, già finanziato dal Governo con cento milioni, già appaltato e condiviso all’unanimità dal Governo, da tre Regioni (Veneto, Lombardia e Trentino), da tutti i sindaci del territorio gardesano e anche da associazioni ambientaliste. L’anno prossimo partiranno i lavori». Per Bendinelli «un giorno il ministro si sveglia forse con il piede sbagliato, parla di cose che non conosce, visto che il progetto non dipende dal suo ministero ma da quello dell’Ambiente, i cui tecnici lo hanno già condiviso, approvato e fatto finanziare. Fare quello che Toninelli ha preconizzato, una rete di microdepuratori, sarebbe folle, visto che scaricherebbero tutti nel lago. Toninelli non sa che molti comuni rivieraschi alimentano gli acquedotti potabili con l’acqua prelevata dal lago. Forse è uno di quegli esempi creativi di economia circolare, dal produttore (di cacca) al consumatore (assetato)».

Sulla stessa linea anche il PD. «Toninelli in tre mesi ha bloccato tutto quello che avevamo fatto per il Veronese – attacca il senatore Dem Vincenzo D’Arienzo -. Dopo il blocco della Tav Brescia-Verona, ora tocca anche al nuovo impianto fognario del Garda, che è da anni in crisi e se si rompe saranno danni irreparabili per l’economa turistica del Garda».

Per il segretario PD veneto Alessandro Bisato «forse il ministro Toninelli spera di congestionare la A4 per aumentare gli introiti da pedaggi dello Stato una volta che avrà nazionalizzato le autostrade. O forse si diverte a sproloquiare su ogni argomento gli capiti a tiro, per vedere l’effetto che fa. Bene, l’effetto è deleterio, almeno qui in Veneto». Il segretario regionale del Partito democratico non esita a definire il responsabile delle Infrastrutture «il peggior ministro in una compagine di governo già molto mediocre di per sé». La minaccia di bloccare il quadruplicamento dei binari tra Brescia e Padova, con gli espropri in corso e i cantieri pronti a partire per il tratto dalla città lombarda a Verona «è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non so chi dia al ministro certe idee – afferma Bisato – di sicuro non si rende conto della gravità della situazione attuale. La A4 è la catena di collegamento dell’area più produttiva del paese quella che va da Torino a Venezia e un nodo fondamentale di connessione tra est e ovest dell’Europa. Ma è satura e tutti noi da anni chiediamo di spostare le merci sui binari, anch’essi saturi. A questo servono altri due binari e servono adesso, non fra 100 anni».

Il deputato veronese Dem Diego Zardini afferma che «quando parla arrivano i guai. Il ministro Toninelli è un’autentica iattura anche perché continua a mettere bocca su argomenti che non gli competono e di cui, ovviamente sa nulla. Ad agosto si è coperto di ridicolo prendendosela con l’Europa per la caduta del ponte Morandi a Genova, oggi detta una ricetta irrealizzabile per non costruire il collettore del Garda». Zardini chiede al ministro di «astenersi da qualsiasi presa di posizione ufficiale che contribuisce solo a fare confusione o, per lo meno, di bussare alla porta del suo collega all’ambiente Sergio Costa. Scoprirebbe che il ministero dell’ambiente con il precedente governo ha stanziato 100 milioni di euro per rifare il collettore ed evitare quindi gli sversamenti fognari nel lago di Garda. Il progetto unisce le amministrazioni venete e lombarde su entrambe le sponde del lago ed è stato di gran lunga preferito ai micro depuratori decantati da Toninelli, proprio dai tecnici del ministero dell’Ambiente».

L’ipotesi di costruire tanti piccoli depuratori lascerebbe il lago come unico grande recettore ed è risaputo che ci vogliono 25 anni per il ricambio completo delle acque. «Al contrario il collettore – spiega Zardini – è un tubo che da Riva corre lungo la strada fino al depuratore di Peschiera da un lato e nel Bresciano dall’altro senza avere più alcun contatto con l’acqua del lago. Gli esponenti locali dei 5 Stelle, al posto del progetto già approvato e finanziato, vorrebbero tanti piccoli depuratori che sversano ciascuno nel lago. Come detto, si tratta di una soluzione tecnica già scartata da tutti, tecnici e amministratori, per i rischi di malfunzionamento. Senza contare che bisognerebbe buttare il progetto attuale, pronto per essere cantierato, ricominciare daccapo con la progettazione e l’approvazione degli enti locali, che ovviamente non ci dividono tale idea, e ricercare nuovi finanziamenti».

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