Olimpiadi Invernali 2026, il Governo del cambiamento abbandona Lombardia e Veneto

Dopo il ritiro della “grillina” Torino, Zaia e Fontana vanno avanti da soli. Giorgetti: «lo fanno con spese a completo carico loro». Bond: «una decisione incomprensibile succube del peggior grillismo» 

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olimpiadi invernali 2026

Giornata drammatica per la candidatura delle Olimpiadi Invernali 2026 passata da un’iniziale apertura ad una marcia indietro prima della grillina Torino e poi dall’abbandono della candidatura da parte del governo, salvo la decisione dei governatori di Veneto e Lombardia di andare avanti lo stesso da soli. Il tutto alla scadenza della candidatura prevista per mercoledì 19 a Losanna. Insomma, una classica situazione di confusione all’italiana.

Netta e determinata la dichiarazione congiunta del governatore del Veneto, Luca Zaia, assieme al suo collega lombardo, Attilio Fontana: «arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto. Il tempo della tattica – proseguono Zaia e Fontana – è terminato. L’occasione è troppo importante per lasciarsela sfuggire, quindi ribadiamo ancora una volta in maniera inequivocabile che Regione Veneto e Regione Lombardia hanno come unico traguardo quello di portare in Italia le Olimpiadi Invernali del 2026. La Lombardia, con Milano e la Valtellina, e il Veneto, con Cortina, sono pronti a unire le forze e fare squadra per garantire all’Italia una candidatura qualificata. Il binomio delle due regioni che, di fatto, sono il motore trainante dell’intero Paese è la garanzia più importante per centrare l’obiettivo, potendo contare sul prestigio internazionale di Milano e sull’unicità di Cortina».

Secca la posizione del governo del cambiamento Lega-M5s per il tramite del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti: «per noi, dopo il ritiro della candidatura di Torino, la questione è chiusa. Se Lombardia e Veneto vogliono andare avanti, bene, ma lo faranno senza l’appoggio finanziario dello Stato che aveva stanziato 350 milioni di euro. Le due regioni dovranno fare fronte ai costi della candidatura olimpica».

Una candidatura oggettivamente in salita, perché il Comitato Olimpico attende ad ore la candidatura definiva da parte del Coni italiano. Candidatura che difficilmente il Coni potrà presentare senza l’avallo del governo.

«Siamo dinanzi ad un’ennesima occasione mancata frutto dell’incapacità di un governo Lega-M5s di gestire la cosa pubblica – tuona il deputato bellunese di Forza Italia, Dario Bond -. Perché gettare la spugna per le Olimpiadi Invernali 2026 a poche ore dall’incontro di Losanna? Ci sono ancora due realtà, Cortina e Milano, che credono nell’obiettivo: si vada avanti compatti con loro. Non saranno più i Giochi delle Alpi, ma saranno i Giochi del Lombardo-Veneto».

Bond critica l’operato del sottosegretario Giorgetti: «credo che la vera ragione della marcia indietro sia tutta nella filosofia pauperista e assistenzialista del M5s. Era nota la posizione dei grillini contro tutto quanto è grande, dagli eventi alle opere infrastrutturali. Hanno preso la palla al balzo per stornare i fondi stanziati per le Olimpiadi che, bisogna sottolinearlo, si svolgeranno tra otto anni, per rimpinguare gli stanziamenti a provvedimenti fallimentari come il reddito di cittadinanza per i quali mancano i soldi. Stanno grattando il fondo del barile per trovare i soldi necessari per soddisfare chi ha creduto alle loro mirabolanti promesse di guadagnare senza lavorare».

Nonostante il cammino decisamente irto di difficoltà, Cortina d’Ampezzo sarà comunque a Losanna per depositare la propria candidatura per le Olimpiadi Invernali 2026. Il vicesindaco Luigi Alverà consegnerà al Cio la disponibilità della località dolomitica ad ospitare i giochi.

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