Se per il M5s l’autonomia per il Veneto, almeno così come è stata delineata con la richiesta delle competenze in tutte le 23 materie previste dalla Costituzione, non è da fare, viceversa il ministro alle riforme istituzionali, la leghista vicentina Erika Stefani, rilancia e riassicura in un’intervista a La Verità, affermano che «il 22 ottobre prossimo il Governo firmerà l’accordo per la concessione delle competenze richieste alla regione del Veneto».
La bagarre è iniziata con le dichiarazioni del sottosegretario pentastellato al ministero retto dalla Stefani, Stefano Buffagni, dichiarando irricevibile la richiesta avanzata da Zaia di avere le competenze e le relative risorse finanziarie su tutte le 23 materie previste dalla Costituzione. Secondo Buffagni «si tratta di una richiesta che sta mettendo in difficoltà tutto il percorso. Il Veneto sta forzando molto comunicativamente la mano per richiedere le 23 materie. Tuttavia io ribadisco che ciò risulta essere molto irrealizzabile. Per le grandi reti di trasporto energetico, per esempio, non ha senso che ci sia l’esclusività della Regione».
Ma il ministro Stefani non molla e rilancia, assicurando che «il Veneto avrà tutte le 23 competenze richieste nell’ambito di una precisa previsione costituzionale, accompagnata dalle relative risorse economiche computate in base alla spesa storica in attesa di arrivare alla definizione dei costi standard». Una decisione che arriva in una data ormai storica, quella del referendum popolare per la maggiore autonomia celebrato l’anno scorso dalle regioni Veneto e Lombardia.
Secondo Stefani «la regione del Veneto sarà la prima ad avere ratificato l’accordo, anche grazie al lavoro fatto dai tecnici di regione e ministero per arrivare alla definizione dell’accordo. A Questa seguirà l’Emilia Romagna con cui stiamo ancora definendo alcuni dettagli e poi la Lombardia».
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