Nuovo passo avanti nella qualità delle cure del sistema sanitario del Veneto con l’entrata in funzione del secondo robot chirurgico all’Ospedale di Padova, il primo del sistema sanitario regionale a raddoppiare la dotazione.
«Il Veneto ha l’orgoglio di essere l’unica regione d’Italia ad aver dotato tutti i suoi ospedali Hub del robot chirurgico Da Vinci, e oggi anche quello di aver iniziato il secondo giro – ha detto il governatore della Regione, Luca Zaia -. Gli investimenti in alte tecnologie non si fermano e non si fermeranno perché, nelle mani di medici d’eccellenza come i nostri, fanno la differenza e consentono a loro di curare ancora meglio e ai malati di avere la minor sofferenza post operatoria possibile, oltre che il minor tempo di ricovero».
Presso l’ospedale di Padova è entrato in servizio un secondo robot chirurgico Da Vinci di ultima generazione che si affianca a quello già da tempo in attività. L’avveniristica macchina, del valore di quasi 3,9 milioni di euro, è stata inaugurata dallo stesso Zaia, affiancato dal direttore generale dell’Azienda, Luciano Flor, dal Rettore dell’Università Rosario Rizzuto, dal vicepresidente della Fondazione Cariparo, professor Donato Nitti, e dal primario di Chirurgia toracica, professor Federica Rea.
Rispetto al predecessore al quale si affianca, il nuovo robot Da Vinci ha caratteristiche ultratecnologiche, come la possibilità di utilizzo in ben undici diverse specialità chirurgiche compresi i trapianti di rene e pancreas, e la capacità di agevolare la formazione dei giovani chirurghi, grazie alla presenza di due postazioni di controllo remoto: su una lavora il chirurgo titolare, sull’altra può essere formato il giovane, sotto la guida del collega anziano che può decidere in quali fasi dell’intervento consentirgli di essere attivo e in quali no. La macchina consentirà di eseguire circa 400 nuovi interventi l’anno, che si aggiungono ai circa 300 dall’altro robot già in funzione.
L’acquisto è stato finanziato con 3.873.000 euro, dei quali 700.000 euro della Regione e il resto come contributo della Fondazione Cariparo, che Zaia ha ringraziato, ricordando che «in Veneto ci sono tante istituzioni private, enti, singoli cittadini, che ogni anno fanno veri e propri record di generosità. Nell’essere loro grati, vogliamo anche essere d’aiuto nella scelta di dove indirizzare tanta generosità e per questo stiamo valutando di creare un elenco delle tecnologie delle quali c’è una necessità prioritaria al quale chi lo desidera potrebbe attingere per indirizzare al meglio il proprio aiuto».
Il sistema robotico da Vinci è composto da tre componenti principali. La consolle chirurgica costituisce il centro di controllo del sistema da Vinci. L’operatore alla consolle chirurgica ha la possibilità di passare dalla vista a schermo intero a una modalità a più immagini, che mostra l’immagine 3D del campo operatorio insieme ad altre due immagini prese da altre fonti (ed es. ecografo, ECG) e fornite da ingressi ausiliari. A questa s’aggiunge il carrello paziente, che è il componente operativo del sistema da Vinci e nell’ultima versione è provvisto di quattro braccia, innestate su di un perno centrale girevole, che comandano l’endoscopio e gli strumenti chirurgici in modo tale da poter agire su tutti i quadranti del campo operatorio. Ultimo, il carrello visione, contiene l’unità centrale di elaborazione delle immagini.
Lo strumentario chirurgico in dotazione consente movimenti con 7 gradi di libertà, un’articolazione di 90°, movimento intuitivo e con i polpastrelli, ridimensionamento del movimento e riduzione del tremore tipico di ogni mano, cosa che migliorala qualità dell’intervento operatorio.
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