Oggi il mondo del lavoro si sta evolvendo di modo da poter presto svolgere sempre più compiti in digitale. Su questo c’è davvero poco da aggiungere, anche se in molti ancora non conoscono il suddetto fenomeno. Dai professionisti ai freelance, oramai moltissimi italiani lavorano sul web o si candidano alle varie offerte di lavoro tramite apposite piattaforme dedicate al lavoro on line.
Eppure, c’è una novità che ultimamente sta cominciando a spopolare. Si tratta del crowd work, un fenomeno anch’esso digitale basato su un sistema ad asta. A dispetto di quanto si possa pensare, il suo funzionamento è in realtà molto semplice: i professionisti, iscrivendosi in un apposito sito, possono presentare le proprie idee inerenti ad un progetto e attendere che il datore di lavoro scelga quella che ritiene più idonea.
Il successo del crowd work viene in primo luogo testimoniato dai grandi numeri del settore. Secondo le rilevazioni, sono circa 54.000 i liberi professionisti e i freelance che oggi offrono il proprio lavoro tramite il sistema ad aste. Pur provenendo attualmente da 94 paesi differenti, i dati ci dicono come in realtà tra questi la presenza di italiani sia molto ampia, arrivando addirittura a ben il 25% del totale.
Le opportunità per i professionisti sono davvero ampie e garantite da una logica di “parcellizzazione” attuata delle aziende, le quali esternalizzano la produzione di singole parti di un progetto. Quando queste parti vengono messe all’asta, il professionista ha la possibilità di farle sue e di occuparsi della loro realizzazione.
Pur non esistendo dati ufficiali, il profilo medio del crowd worker italiano corrisponde ad un lavoratore di circa 30 anni con un titolo di studio di secondo livello esperto per lo più, in base a quelle che sono le competenze più richieste, in creazione e gestione di database, sviluppo software e siti web, photo-editing, trascrizioni, revisioni e traduzioni di testi.
Si tratta di un mercato in costante crescita, ma è comunque necessario dotarsi di alcune tecnologie per poter partecipare alle aste e vincerle. Si parla ad esempio del computer performante e dei programmi di grafica o video-editing, qualora si lavori in questi ambiti. Poi è molto importante avere una connessione Internet veloce e smartphone all’avanguardia. In questo possono dare una mano le offerte di telefonia mobile presenti su siti web di operatori come, ad esempio, Vodafone, pensate apposta per venire incontro alle esigenze di chi ha una partita iva. Ovviamente serve anche studiare e avere delle competenze specifiche per l’asta alla quale si prende parte. Ad esempio, una buona conoscenza della lingua inglese è necessaria, per comunicare con tutti i potenziali clienti.
Esistono diverse piattaforme web che permettono di accedere alle aste di crowd work. Fra quelle specializzate nel sistema del crowd working troviamo ad esempio, tra le più diffuse, BestCreativity. Altre opzioni possono per altro essere Topcoder e Twago, insieme a GoPillar e BeCrowdy.
Fra programmazione e design, c’è davvero spazio per tutti i liberi professionisti italiani.