L’indice di fiducia in calo della Commissione UE conferma l’espansione più graduale

L’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE è calato di mezzo punto ad agosto a 111,6 livello ancora coerente con una fase di espansione moderata dell’economia euro zona. 

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Secondo l’analisi condotta da Anna Grimaldi del centro studi di banca Intesa Sanpaolo, l’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE evidenza un la fiducia in calo di mezzo punto ad agosto a 111,6. Un calo spiegato in larga misura dal peggioramento di morale presso le famiglie (-1,9 da -0,5), che risulta più marcato in Spagna (-2,5 da +0,6), Italia (-6,6 da -4,3) e Francia (-10,6 da -8,3). Le famiglie si dichiarano preoccupate per l’andamento recente della situazione economica generale ma non si attendono un ulteriore peggioramento nei mesi a venire.

L’indice di fiducia economica presso le imprese di servizi è calato di 0,6 punti a 14,7, su scia della discesa dell’indice in Germania e Spagna. Le imprese si dichiarano meno ottimiste sui prossimi mesi ma si tratta di una normalizzazione dopo l’euforica revisione al rialzo delle attese del mese precedente.

Nel manifatturiero, la fiducia in calo di 0,3 punti a 5,5 livello ancora al di sopra della media di lungo termine ma ben al di sotto del livello di 9,7 di fine 2017. Il calo è dovuto principalmente alla Spagna (-3,5 da -1,3) e in misura minore all’Italia (0,7 da 1,8) e alla Francia (2,6 da 4,0).

In linea con le indicazioni dall’IFO a inizio settimana, la fiducia è migliorata di mezzo punto in Germania a 10,8. Il rimbalzo di fiducia e ordini in Germania fa sperare che anche nel resto della zona euro il rallentamento del manifatturiero possa arrestarsi nei prossimi mesi, dal momento che il ciclo del manifatturiero segue quello tedesco con un ritardo tra uno e tre mesi. Ciò detto è indubbio che il picco per il comparto è alle spalle e che i ritmi di crescita di fine 2017 non si ripeteranno, la causa è da ricercarsi in un rallentamento generalizzato del commercio mondiale che solo in parte è dovuto all’escalation della retorica sulle politiche commerciali.

La fiducia è tronata a migliorare anche nel commercio al dettaglio a 1,7 da 0,3 grazie ad un quadro più positivo in particolare in Germania e Italia. I dettagli dell’indagine per il commercio al dettaglio sono generalmente positivi, con ordini e attese di prezzo in aumento. La fiducia nelle costruzioni è salita nuovamente e l’aumento degli ordini e attese di prezzo suggerisce che l’espansione del comparto continua indisturbata.

L’indagine di agosto segnala che le attese di prezzo aumentano gradualmente in tutti i settori e che le prospettive occupazionali rimangono solide nel complesso.

L’indice ESI si è aggirato in media nei mesi estivi mezzo punto al di sotto del livello del II trimestre 112,5, anche il PMI composito e scivolato dai livelli primaverili (54,4 da 54,7). Gli indici di fiducia indicano un lieve rallentamento della crescita del PIL euro zona dallo 0,4% t/t del II trimestre. Tuttavia, data la volatilità dei dati in agosto, manteniamo per ora una stima di crescita di 0,45 a trimestre nella seconda metà di quest’anno.

La crescita media 2018 è attesa ancora al 2,0% ma segnaliamo che abbiamo limato le previsioni per il 2019 all’1,7% da un precedente 1,8% per effetto di un taglio alle stime di crescita italiana a 0,9% da 1,2 il prossimo anno.

La lettura dei dati pubblicati nelle settimane di agosto non altera la valutazione di moderata espansione e graduale aumento dei prezzi interni, valutazione che a giugno scorso aveva indotto la BCE ad annunciare la fine del QE (quantitative easing relativo all’acquisto di titoli pubblici, specie italiani).