A pochi mesi dalle urne, si scopre che le leggi elettorali delle province di Trento e Bolzano sono incostituzionali

Biancofiore: «il voto solo ai residenti, norma incostituzionale ed elezioni del 21 ottobre a rischio di annullamento». 

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La coordinatrice azzurra del Trentino Alto Adige ha lanciato la sua “bomba” sull’appuntamento elettorale del 21 ottobre prossimo, quando i cittadini delle province di Trento e di Bolzano dovranno eleggere ciascuno il proprio Consiglio provinciale che poi va a formare quello regionale.

La “bomba” riguarda le modalità per il voto passivo contenuto nelle leggi elettorali che ciascuna provincia si è data in virtù della sua specialissima autonomia. Di fatto, si prevede che per essere eletti sia necessario il requisito della residenza in regione (per quella dell’Alto Adige) o addirittura quello più restrittivo nel territorio della provincia (per quella di Trento).

«Le uniche limitazioni all’elettorato passivo possono essere quelle relative all’indegnità morale, all’incapacità civile o per effetto di sentenze penali come l’essere in odor di mafia — spiega Biancofiore — non certo per il fatto di risiedere o meno nel territorio in cui si vota. Ogni cittadino italiano si può candidarsi dove vuole e quindi anche fare ricorso se questo diritto fondamentale non gli è concesso».

Ad avallare la posizione di Biancofiore una trentina di sentenze che confermano quanto asserito e l’unico modo di uscire da questo increscioso inconveniente in cui sono incappati i legislatori locali (ma non c’è un tecnico degno di questo nome che possa supervisionare gli strafalcioni contenuti nelle bozze di legge in via di approvazione da parte di consiglieri provinciali spesso privi della conoscenza elementare delle norme di diritto costituzionale?) è la convocazione immediata dei due consigli provinciali per approvare in tutta fretta una leggina di correzione della norma, anche se ciò cozza contro il periodo vacanziero con molti consiglieri provinciali uscenti lontani per le ferie. Ma a rendere più difficoltosa la questione ci sono anche i tempi tecnici che, tra convocazione delle commissioni legislativi competenti, la convocazione dell’Aula e la sua discussione – dove non è da trascurare la possibilità che le minoranze possano dare battaglia con l’ostruzionismo per cambiare anche altri aspetti delle due leggi elettorali che sono infarcite di diverse “porcate” -, approvarla e farla pubblicare sui rispettivi bollettini ufficiali. Il rischio più che fondato è di arrivare ad uno slittamento della data delle elezioni già fissata di un mese o forse di due.

La stessa Biancofiore non esclude l’ipotesi di effettuare anche altre modifiche alla leggi elettorali «nate con il chiaro scopo da parte delle maggioranze di centro sinistra autonomista di penalizzare i partiti nazionali con una serie di tempistiche che mal si conciliano con le dinamiche politiche nazionali».

Biancofiore si è poi soffermata anche sulla modalità di creazione dell’alleanza di centro destra, che al momento vede esclusi, sia a Trento che a Bolzano, Forza Italia e pure Fratelli d’Italia: «non nascondo che la modalità con cui si è arrivati alla scelta del candidato presidente per il centro destra in provincia di Trento è stata molto discutibile, con la Lega che si è arroccata sulla scelta di un candidato che non esprime il miglior potenziale della coalizione. Sarebbe servito un candidato capace di allargare la colazione, invece che ristringerla a pochi fedelissimi co il risultato di perdere l’obiettivo di conquistare la soglia del 40% già in partenza. I partiti di centro destra avevano trovato l’accordo su un candidato donna – sottolinea Biancofiore – espressione moderata della Lega che è stata stranamente bocciata all’ultimo momento dallo stesso segretario dopo che lo stesso la aveva avallata. Cosa che mi ha impedito di aderire all’accordo. Confido che nel vertice nazionale che ci sarà la settimana entrante tra Berlusconi, Meloni e lo stesso Salvini si possa giungere ad un accordo rinnovato, senza imposizioni di sorta. Anche da parte della Lega serve un bagno di umiltà e di rispetto degli alleati se si vuole vincere in Trentino Alto Adige dopo decenni di opposizione».