Nel NordEst è scattato l’allarme per la meningoencefalite da virus West Nile veicolata dalla puntura della zanzara del genere “Culex”, le più diffuse ed autoctone del territorio. Sono stati registrti già 19 casi d’infezione e i primi due decessi tra anziani. Uno a Cento in provincia di Ferara e l’altro a Gazzo Veronese.
L’assessorato alla sanità della Regione del Veneto ha fatto scattare l’allarme rafforzando al massimo la prevenzione. «Sono addolorato per i decessi – dice l’assessore alla Sanità del Veneto Luca Coletto -. Corre però l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1 % dei casi di infezione. La Direzione regionale Prevenzione ha posto un’attenzione particolare alla sorveglianza e al controllo delle malattie trasmesse da vettori attivando tutti i soggetti interessati, in primis le Ulss».
La grande umidità delle ultime settimane sta favorendo una massiccia proliferazione delle zanzare. Oltre a quelle, d’importazione fastidiose perché attive tutto il giorno, del genere tigre, stanno avendo una ribalta anche quelle “nostrane”, il genere Culex, che veicolano il virus prelevandolo dal sangue degli uccelli migratori per poi trasferirlo all’uomo quando viene punto. Anche se la malattia non può essere trasmessa da persona a persona, la Febbre del Nilo può colpire cani, gatti, conigli e cavalli. Il periodo di incubazione dal momento della puntura di una zanzara infetta può variare dai 2 ai 21 giorni. Il contagio molto spesso è asintomatico. Nei restanti casi invece i sintomi possono essere febbre, mal di testa, ingrossamento dei linfonodi, nausea o irritazioni della pelle. Le situazioni più gravi (in media un caso su 150), che riguardano specialmente gli anziani e le persone che hanno già grossi problemi di salute, possono portare anche a convulsioni, paralisi e coma.
Non esiste un vaccino specifico per prevenire il contagio né una terapia mirata: nella maggioranza dei casi i sintomi, che possono protrarsi per qualche settimana, scompaiono da soli. Nei casi più gravi invece è necessario il ricovero in ospedale. Dal 2015 l’Italia è il Paese europeo col maggior numero di contagi da virus West Nile. Tra il 2008 e il 2016 le infezioni sono state 210. Il consiglio che danno gli uffici sanitari è quello di utilizzare il più possibile repellenti per la pelle ed insetticidi, abiti che coprano il corpo il più possibile, utilizzare le zanzariere durante la notte.