Assobirra: primo semestre positivo per la “bionda” con vendite in crescita (4%)

Chiesto il taglio delle accise incrementate dal governo Monti e una nuova legge per il settore per assecondarne la crescita.

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In occasione della Giornata Internazionale della Birra, che per il 3 agosto prevede celebrazioni in oltre 200 città in tutto il mondo, AssoBirra lancia un nuovo rapporto quadrimestrale – Assobirra Monitor – sull’andamento delle vendite in Italia registrate dalle imprese aderenti all’associazione, rappresentative di più del 70% del mercato italiano.

Il primo semestre 2018 si è chiuso con una crescita del 4% rispetto allo scorso anno, confermando, quindi, un trend positivo per il settore. I prossimi mesi saranno un periodo chiave per i risultati dell’anno considerato che la stagione cruciale per la birra va da maggio a settembre, un intervallo di tempo in cui ogni anno si registra quasi il 50% delle vendite complessive.

«L’Italia – spiega Michele Cason, presidente AssoBirra – è il decimo Paese produttore di birra in Europa. Con le sue 7.000 etichette si tratta di un settore vivace che vede i marchi storici produrre in Italia ed imprese grandi e piccole esportare lo stile italiano nel mondo. Il crescente interesse di nuove categorie di consumatori e di una nuova generazione di imprenditori dimostra come ci siano le condizioni per uno sviluppo del settore. Le priorità  – sottolinea Cason – sono una riduzione della pressione fiscale e la sua equiparazione alle altre bevande e l’approvazione di una riforma di legge sulla birra che in Italia risale al 1962. Negli ultimi anni il ventaglio di possibilità di produzione è molto cresciuto e i birrai valorizzano sempre più materie prime locali. La nuova legge deve tener conto dell’evoluzione della cultura birraria ed incoraggiare un approccio che si sta rilevando vincente per imprese e territori, con impatti dall’agricoltura alla distribuzione. In questo scenario – conclude Cason – a nostro avviso è strategico che tutti gli addetti ai lavori possano periodicamente consultare un aggiornamento dell’andamento del mercato per misurare l’efficacia degli interventi che ci auspichiamo vengano introdotti per un settore che può continuare a garantire crescita e occupazione».

I dati del primo semestre 2018 testimoniano come quello birrario sia un settore in fermento, sia in termini di produzione che di consumi. Negli ultimi anni sempre più italiani si sono avvicinati alla “bionda” facendola diventare parte integrante della loro dieta mediterranea. Nell’ultimo quinquennio si è poi assistito anche ad una crescita delle birre speciali, a testimonianza di come il “palato collettivo” degli italiani sia costantemente alla ricerca di nuovi gusti e sapori. Parallelamente, sul fronte produttivo, è esploso il fenomeno dei micro birrifici, mastri birrai in gran parte giovani che in tutta Italia hanno fatto della birra artigianale una professione. Tutti gli investimenti che hanno riguardato questo settore hanno favorito nell’ultimo anno una crescita dell’occupazione dell’intero comparto brassicolo di 3.000 unità, oltre al recupero all’agricoltura per la coltivazione di malto e luppolo di molti terreni abbandonati, anche se in Italia la birra resta l’unica bevanda da pasto a pagare le accise.