Musei gratis la prima domenica del mese a fine corsa.

Il nuovo ministro Bonisoli annuncia l’eliminazione del provvedimento. Protesta dei pensionati e delle famiglie, oltre che degli operatori turistici. La domenica gratis ha ridato attrattività ai musei italiani. 

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Musei gratis

A differenza di tanti provvedimenti capestro, quello dei musei gratis la prima domenica del mese è stato un provvedimento che ha fatto bene al mondo della cultura e del turisno italiano, riavvicinando alle realtà espositive gran parte delle famiglie e dei pensionati che avevano loro malgrado tagliare la spesa cultura dai loro bilanci, oltre ad innescare interessanti movimenti turistici all’interno della Penisola.

Ora la proposta lanciata dal nuovo ministro ai Beni culturali, Alberto Bonisoli, di porre fine a quest’esperienza  con la motivazione che «le domeniche gratis andavano bene come lancio pubblicitario. Sono stati gli stessi direttori a chiedermene il superamento. Lascerò loro più libertà: se vogliono fare una domenica gratuita niente di male, ma l’obbligo no. Magari le gratuità aumenteranno, però in modo intelligente. Le domeniche gratuite non tengono conto né della stagionalità, né dell’afflusso nelle diverse aree geografiche. Sistema che tratta allo stesso modo situazioni differenti e che è stato criticato dagli stessi direttori dei musei».

Una posizione che è stata immediatamente criticata dai più, oltre che dal suo principale fautore, l’ex ministro Dario Franceschini che nel 2014 ha proposto le domeniche gratuite, riprendendo quando già si fa all’estero, ottenendo il successo da parte del pubblico con un incremento deciso delle presenze nei musei d’Italia. «Bonisoli ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani» è l’appello di Franceschini al suo successore, che però tiene il punto e rilancia: «prendiamo Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima, o tutte le domeniche di quel mese, si può aprire gratis perché non c’è tanta gente. Il problema è quando si viene costretti dal ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani siano pazzi a farli entrare gratis».

Bonisoli ammette che l’iniziativa ha avuto un valore positivo e assicura che le gratuità non cesseranno, ma intende differenziarle e armonizzarle in maniera meno rigida, garantendo l’impegno del ministero per favorire l’accesso più ampio possibile ai musei, «indipendentemente dalle condizioni economiche» dei visitatori. A supporto del “loro” ministro intervengono i parlamentari M5S delle commissioni Cultura di Camera e Senato: «le domeniche gratuite, concentrando un’enorme affluenza di pubblico in poche ore, hanno posto pesanti criticità fin dal principio. Il superamento dell’iniziativa, annunciato dal ministro Bonisoli già in sede di audizione in Commissione, significa individuare soluzioni più razionali concordate insieme ai direttori delle strutture».

Quello che i fautori dell’ennesimo (stupido) cambiamento perdono di vista è che l’aver standardizzato in un giorno preciso l’ingresso gratuito ai vari musei ha fatto sì che le persone interessate organizzassero una sorta di tour culturale sfruttando i periodi di apertura delle mostre, visitandone il più possibile una domenica al mese. Un successo sanzionato anche dai numeri: degli ingressi gratuiti la priam domenica del mese hanno beneficiato circa 13,5 milioni di persone con una media di 350.000 visitatori ogni domenica. E a chi sostiene che gli ingressi gratuiti una domenica al mese abbiano eroso i bilanci delle istituzioni interessate, a smentirli ci sono le cifre degli incassi complessivi che, secondo quanto reso noto da Franceschini, nel 2017 sono cresciute del 50%.