A vent’anni dalla scoperta, ecco il dinosauro Bruno

Si tratta del fossile sauropode più grande finora rinvenuto in Italia nel giacimento del Villaggio del Pescatore a Duino Aurisina nel Triestino. Completati i lavori di estrazione dalla roccia e di restauro. 

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dinosauro bruno

Nel gennaio 2018 la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, ha dato mandato, a titolo gratuito, all’Impresa triestina Zoic srl di procedere alla “preparazione” di Bruno, il secondo dinosauro, quasi completo, proveniente dal Villaggio del Pescatore, dove era stato estratto in blocchi oltre vent’anni or sono: da qui, alla fine degli anni Novanta era stato estratto, e poi preparato, il noto dinosauro Antonio, grazie a finanziamenti del Ministero e sempre ad opera della stessa azienda leader nel settore della preparazione di reperti paleontologici a livello internazionale, e sotto la guida del geologo Flavio Bacchia.

L’incarico faceva seguito agli intenti derivati da una tavolo di concertazione sul tema svoltosi sotto l’egida del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia nel dicembre 2107 e si è svolto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza (funzionario archeologo Paola Ventura). Alcuni blocchi di roccia con i resti di Bruno erano già stati portati alla luce ai tempi dell’estrazione di Antonio, ma fino ad oggi non erano mai stati eseguiti i lavori di preparazione dello scheletro fossile, mentre il cranio e la coda erano ancora custoditi nel terreno.

La coda è tuttora nella roccia mentre il cranio è stato da poco rstratto e preparato e ora Bruno può essere finalmente visto in questa versione ancora parziale ma quasi definitiva: grazie alla collaborazione con Promoturismo FVG, il fossile sarà esposto alla Palazzina Info-point di Sistiana, alle porte di Trieste (zona avvio sentiero Rilke) da mercoledì 1 a domenica 19 agosto (da lunedì a venerdì, dalle 15.00 alle 18.00; sabato e domenica 10.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00).

Via via in queste settimane hanno preso forma fino quasi a completamento le fattezze di Bruno. Il lavoro dai tecnici triestini della Zoic, che hanno estratto e preparato anche il cranio (tre persone per 4 mesi e oltre 2.000 ore di lavoro) ha permesso di ricomporre i blocchi che contengono il fossile e di comprenderne in gran parte la struttura.

Bruno è un adrosauro simile ad Antonio (dinosauro erbivoro dal becco ad anatra), lungo circa 5 metri, quindi supera di oltre 1 metro il “fratello”, con un peso di circa 600 Kg e un età di oltre 70 milioni di anni. Come esemplare è sicuramente adulto, ma per ora non si può essere più precisi. La preparazione dell’animale, che ha seguito gli standard utilizzati alla fine degli anni ‘90 (sgrosso meccanico e rifinitura a getto d’acido formico) si è presentata molto complessa a causa della frammentazione del fossile. Alcune parti sono mancanti in origine e andranno restaurate in fase finale di lavorazione.

Curiosa la sua dislocazione su una piega degli strati che curvano il fossile su sé stesso per 180°, ma ancora ignota per ora la ragione della struttura geologica che contorce il dinosauro. Da un lato si trovano cranio, collo, dorso, dall’altro coda e zampe. La frammentarietà del reperto ha reso le operazioni di preparazione chimica molto delicate. Per prevenire potenziali effetti negativi si è ridotta la percentuale d’acido in uso, passando dal 8% al 4%, a titolo cautelativo. Ciò allunga i tempi di lavoro ma consente una miglior calibrazione delle operazioni. Altro fattore di complicazione è la parziale disarticolazione dello scheletro, sempre in connessione anatomica, una delle peculiari caratteristiche dei fossili del sito paleontologico giuliano.