Stati Generali della Montagna: coro di consensi alla proposta del ministro Stefani

Pan: «progetto che ha il nostro pieno sostegno». Barbini: «fondamentale che il governo s’impegni a favore delle “terre alte”». Bond: «ottima iniziativa, ma con quali risorse economiche?» 

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Le comunità di montagna hanno avuto un sussulto d’orgoglio nel leggere le parole del ministro alle autonomie, la vicentina Erika Stefani, con cui si lancia per il prossimo settembre l’organizzazione degli «Stati generali della montagna, tavoli permanenti in cui tutti coloro che si occupano di questo tema possano essere ascoltati e trovare un accordo. Anche qui, con l’approccio del ”su misura” applicato alle autonomie regionali: le esigenze possono variare molto da valle a valle».

Una proposta sentita soprattutto nella montagna veneta, incastonata tra due autonomie speciali (quella del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia) che ha portato al progressivo spopolamento ed impoverimento di servizi soprattutto il Bellunese, nonostante l’ammortizzatore costituito dal Fondo per il comuni di confine alimentato ogni anno dai contributi economici delle province di Trento e di Bolzano (80 milioni di euro all’anno).

Per il presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin, «questa iniziativa costituisce una straordinaria opportunità per la montagna, specie per il Bellunese, dove serve un approccio strutturale al territorio». Specie per le infrastrutture, ad iniziare da quelle digitali, visto che sulla rete stradale qualcosa si sta muovendo con l’Anas impegnato a riqualificare la statale di Alemagna in vista dei Mondiali di Sci di Cortina 2021, mentre è ancora in alto mare il potenziamento dei trasporti pubblici con il completamento della tratta ferroviaria Calalzo-Dobbiaco con l’elettrificazione della linea.

Positivo il commento del deputato bellunese Dario Bond: «una volta che il Veneto avrà ottenuto l’autonomia, si dovrà da subito dare maggiori potestà e risorse anche al Bellunese. Ma le risorse economiche sono il punto critico di tutta la questione e su questo aspetto non c’è ancora la necessaria chiarezza».

La proposta degli Stati Generali della Montagna del ministro Stefani è raccolta con molto favore dagli ambienti produttivi. Per il vice presidente di Confindustria, il bolzanino Stefan Pan, «si tratta di un’ottima idea, un progetto non solo da sostenere, ma anche da costruire insieme. È un progetto che ha sicuramente il nostro pieno sostegno, perché può consentire di riaccendere i riflettori su un territorio decisivo per le prospettive economiche del nostro Paese. Quello delle “terre alte” non è solo un ecosistema unico dal punto di vista naturale, ma è allo stesso tempo un sistema economico di tutto rispetto, ad altissimo contenuto imprenditoriale, e che ha saputo incorporare nel tempo il valore dei luoghi in quello della produzione, per dare vita a un gran numero di esempi di quel “bello e ben fatto” che caratterizza il nostro Paese. E’ la stessa sfida che abbiamo deciso di giocare con la rete Confindustria per la Montagna: mettere insieme le eccellenze, riflettere sul ruolo dell’impresa nell’economia delle terre alte, avanzare proposte concrete, condivise e sostenibili, per fare dell’impresa, ancora più di quanto non lo sia già, il pilastro dell’economia dei territori montani».

«Gli Stati Generali della Montagna annunciati per l’autunno prossimo dal Ministro Erika Stefani – commenta il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini – confermano l’interesse crescente sul futuro delle terre alte e rappresentano, per come saranno organizzati, una grande opportunità per individuare soluzioni condivise per la competitività e lo sviluppo di queste aree. Possiamo dire che questo è un primo risultato di Confindustria per la Montagna, la rete di territoriali e federazioni del sistema presentata a Cortina d’Ampezzo il 23 marzo scorso e nata proprio con l’obiettivo di portare questo tema al centro dell’agenda politica locale e nazionale».

Per Barbini «il ministro aveva anticipato questa sua idea nel corso dell’incontro che si è svolto a Roma per presentare l’iniziativa di Confindustria per la Montagna. E’ un’iniziativa rilevante, perché è fondamentale che il governo si impegni attivamente con politiche a favore dei territori montani e, in particolare, delle imprese, anche manifatturiere, che sono fondamentali per lo sviluppo delle terre alte. Sappiamo che queste aree, pur con le proprie specificità, si trovano a dover affrontare gli stessi problemi, a cominciare dalla carenza di infrastrutture adeguate e dallo spopolamento, come giustamente rilevato anche dal governatore veneto Luca Zaia, con particolare riferimento alla realtà bellunese. Per questo Confindustria, come già anticipato allo stesso ministro Stefani, è disposta a dare il proprio contributo».