L’efficienza è sempre più protagonista anche in campo agricolo e in campo cerealicolo e proteoleaginose nasce il primo organismo interprofessionale italiano per le colture cerealicole e proteoleaginose al fine di rendere la filiera performante, con la partecipazione attiva di cooperative, organismi di produttori, consorzi, insieme ad enti di ricerca, industria molitoria, ma anche player stranieri» ha dichiarato Enrico Gambi, presidente di ANB Coop – la cooperativa che rappresenta circa 3.000 aziende su territorio nazionale e fa capo alla Confederazione generale bieticoltori italiani, che da tempo ha avviato anche percorsi alternativi alla bietola ad iniziare dal grano.
Le stime della campagna dei cereali a paglia 2018, appena conclusa, non mostrano nulla di buono. Nonostante siano in crescita del 7% le superfici nazionali a frumento tenero (+15% nel NordEst), si registra un calo della produzione da 2,7 a 2,5 milioni di tonnellate nell’ultimo anno; con un balzo, però, dei grani di forza che ora rappresentano il 35% degli ettari a tenero rispetto al 17% di tre anni fa e che si contraddistinguono per gli ottimi risultati in termini qualitativi e di resa. Aumentano anche le superfici a frumento duro (+2,6%), ma la produzione crolla da 4,2 a 3,7 milioni di tonnellate. Nei cereali autunnali, si accentua di un ulteriore 5% la contrazione degli ettari coltivati a mais, che si aggiunge ai segni meno degli anni scorsi. Dal 2004, infatti, la produzione di mais nazionale si è quasi dimezzata passando da oltre 10 a 6 milioni di tonnellate, trasformando l’Italiain una realtà sempre più deficitaria e importatrice.
Bisogna accelerare i tempi e costituire filiere agroindustriali più efficienti. «In un momento in cui lo spettro dei dazi spaventa i mercati – ha sottolineato Gambi – il nostro Comitato intende andare oltre e guardare con interesse ai paesi che si affacciano sul Mar Nero, produttori emergenti di materie prime agricole», mentre il coordinatore Augusto Verlicchi osserva che «attraverso una migliore integrazione, una maggiore aggregazione e concentrazione delle produzioni, contiamo di migliorare l’offerta in termini di quantità, qualità e disponibilità per il mercato di sbocco».
«La costituzione di questa nuova, performante filiera – conclude il presidente della Confederazione generale bieticoltori italiani, Gian Giacomo Gallarati Scotti Bonaldi – si inserisce nella più ampia strategia del gruppo CGBI, volta a creare filiere agroindustriali in grado di garantire agli associati nuove e più interessanti opportunità commerciali, ossia minori costi logistici e una maggiore forza nelle trattative con il cliente finale. Esempio, la filiera delle biomasse e anche del biometano».
La CGBI-Confederazione Generale Bieticoltori Italiani rappresenta due associazioni storiche di produttori di bietole: ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori) e CNB (Consorzio Nazionale Bieticoltori). Il nuovo gruppo bieticolo-saccarifero, con sede a Bologna, associa 5.200 aziende soprattutto dell’area Centro Nord. Il giro d’affari annuo delle società che fanno capo a CGBI (Anb Holding, Anb Coop, Bietifin Srl, Eurocover, Coprozuccheri, Apros, Terrae Spa) è di circa 80 milioni di euro, nei principali rami di attività: bietole, biogas, biomasse, erba medica, cereali e proteoleaginose.