Salumificio Ferrarini chiesto il concordato fallimentare in continuità

La crisi del salumificio determinata dal fallimento delle banche venete in cui aveva investito. 

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Nuova puntata nella crisi del salumificio Ferrarini, una delle realtà leader nella produzione di prosciutti e salumi tipici emiliani nei tre stabilimenti dell’azienda (Reggio Emilia, Lecco e Parma): l’azienda non è più in vendita e la famiglia Ferrarini ha chiesto il concordato fallimentare in continuità.

In una nota diffusa dall’azienda, si legge che «le società Ferrarini Spa e Vismara Spa, al fine di preservare al meglio la loro continuità aziendale, di tutelare anzitutto i posti di lavoro, gli interessi di tutti i clienti e di tutti i fornitori hanno deciso di chiedere al Tribunale di Reggio Emilia la concessione di un termine per proporre una soluzione che consenta loro di uscire dalla situazione di difficoltà finanziaria in cui versano, mantenendo così le attuali posizioni di vertice nel mercato di riferimento» attraverso la richiesta del concordato fallimentare in continuità che permette all’azienda di avere un respiro sul fronte finanziario.

Questo «non impedirà alle società di continuare ad operare a pieno regime sotto il controllo del Tribunale» e »la famiglia Ferrarini farà ogni sforzo per sostenere un’azienda così importante per i tanti dipendenti sia diretti che indiretti dei propri fornitori».

Solo un mese fa, l’azienda alla ricerca di un socio per iniettare capitali freschi nell’attività aveva siglato un’esclusiva a vendere una quota a Italmobiliare della famiglia Pesenti e al fondo QuattroR, salvo un improvviso ripensamento da parte della famiglia proprietaria. Se la richiesta del concordato verrà accolta dal Tribunale, comporterà il passaggio a una gestione commissariale e la possibilità del ritorno della famiglia alla guida dell’azienda quando questa tornerà in bonis, cosa non impossibile visto che l’attività industriale è sana e il mercato è positivo.