Bonaccini consegna al ministro Stefani il progetto autonomista dell’Emilia Romagna

«Piena e reciproca collaborazione, incontro molto positivo. Ci sono tutte le condizioni per accelerare». Obiettivo l’approvazione dal Parlamento entro fine 2018. 

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progetto autonomista

«L’incontro è andato davvero molto bene, con la piena e reciproca volontà di collaborare insieme per arrivare all’obiettivo comune, che per quanto ci riguarda è il progetto autonomista per l’Emilia Romagna. Con l’auspicio, ribadisco, che ci sia il via libera del Parlamento entro l’anno». Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, esprime tutta la sua soddisfazione al termine della riunione avuta a Roma con il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, cui ha consegnato il progetto per ottenere un regionalismo differenziato per l’Emilia Romagna, con un aumento delle competenze di cui la Regione chiede la gestione diretta. Alle 12 già definite, si aggiungono agricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria; cultura e spettacolo e sport.

«Ci sono le condizioni per accelerare – prosegue Bonaccini -. Infatti, possono già partire i tavoli tecnici di approfondimento sulle singole materie. Nel frattempo, la Regione perfezionerà la sua proposta anche sulle nuove materie presentate ieri in Aula».

Prima dell’incontro, in Conferenza delle Regioni sempre sul tema del regionalismo differenziato, Bonaccini e Stefani hanno condiviso, in positivo, altri due elementi: «anzitutto altre Regioni stanno decidendo di intraprendere la strada che per primi come Emilia Romagna abbiamo battuto, e questo ci conforta sulla bontà della scelta fatta. In secondo luogo, come si è visto anche nel dibattito in assemblea ieri, tutte le forze politiche condividono la scelta di fondo. Certo – precisa Bonaccini – ciascuno con la propria sensibilità e il proprio punto di vista, ma è estremamente importante e positivo che questo nuovo processo riformatore avvenga senza strappi e contrapposizioni».

A questo proposito, Bonaccini ha sottolineato come «abbiamo posto una questione di metodo sia in Conferenza delle Regioni, sia con la ministra, su cui abbiamo registrato consenso: è importante individuare uno strumento normativo uguale per tutte le Regioni».