Il governo austriaco del giovane popolare Sebastian Kurz ha nuovamente accelerato sull’iniziativa di concedere il doppio passaporto agli altoatesini di sola lingua tedesca e ladina e entro settembre il testo di legge sarà pronto per la discussione e l’approvazione da parte del Parlamento di Vienna.
Anche se dalla capitale austriaca si sottolinea che l’iniziativa sarà presa di concerto con il governo italiano, la strada è ormai tracciata verso un obiettivo che trova favorevole il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «bene per aver ribadito la necessità dell’intesa preventiva con Roma, ma è importante che tutto il progetto venga all’interno di uno spirito europeista».
Intanto, emergono i primi dettagli del progetto viennese. A potere fare richiesta di dppio passaporto potrebbero essere solo gli altoatesini di lingua tedesca e ladina, così come risulta dall’apposito censimento etnico. Sarebbero tagliati fuori gli italiani, che in Alto Adige sono stati in larga parte “importati” durante il Ventennio fascista subito dopo l’annessione al termine della Prima guerra mondiale. Dal provvedimento sarebbe del tutto tagliato fuori il Trentino, che pure era parte integrante dell’impero austroungarico fino al 1918 e a Vienna mandava propri parlamentari eletti. Per evitare polemiche e il boicottaggio del provvedimento da parte italiana, sarebbe forse utile che Vienna, sempre nell’ambito dello spirito europeista, concedesse il doppio passaporto a tuti coloro che volessero farne richiesta, residenti nel Trentino Alto Adige, a prescindere dall’appartenenza etnica.
Intanto, il provvedimento inizia a fare discutere tra favorevoli e contrari. Secondo la deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, «a pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre, diceva il compianto Giulio Andreotti. Tutta questa accelerazione da parte di Vienna nel più totale silenzio di Roma è preoccupante. Non vorrei che questa del doppio passaporto fosse l’ennesimo atteggiamento masochistico nei confronti di Vienna da parte dell’Italia in merito alle questioni che riguardano la mia terra».
Chi festeggia al progetto di Vienna è la storica oltranzista Eva Klotz (famosa anche per avere incassato una liquidazione quasi milionaria da parte del Consiglio provinciale di Bolzano dove ha seduto per oltre 4 legislature): «si tratta di un provvedimento di valore simbolico, che non ha nulla a che fare con il nostro impegno per l’autodeterminazione dell’Alto Adige che proseguirà. Intanto, mi fa piacere che il governo Kurz abbia accelerato sul provvedimento».