Varato dalla giunta regionale del Veneto il piano triennale dell’edilizia scolastica su proposta dell’assessore alla scuola, Elena Donazzan, e di concerto con l’assessore all’attuazione del programma, Manuela Lanzarin. Tra il 2018 e il 2020 sono programmati 216 interventi di adeguamento sismico, messa a norma, eliminazione del rischio e adeguamento alla normativa antincendio in altrettante scuole del territorio regionale, di ogni ordine e grado, per un valore complessivo di 314 milioni di euro, di cui 215 attesi dal ministero per l’Istruzione e la ricerca.
«Questa è la programmazione veneta di riqualificazione delle sedi scolastiche, grazie all’anagrafe scolastica regionale costruita sulla base delle indicazioni di comuni, province e città metropolitana, e tenendo conto dei progetti di razionalizzazione della rete scolastica e della celerità degli interventi – spiega Donazzan -. Nella graduatoria di finanziamento abbiamo dato priorità all’immediata cantierabilità, con particolare riguardo ai progetti che sono già allo stato esecutivo, dispongono delle aree e non sono soggetti a condizioni normative particolari. Scuole sicure, belle, funzionali e a norma dovrebbero essere il primo biglietto da visita di un paese civile – prosegue Donazzan – perché è tra aule e banchi di scuola che si impara il senso dello Stato, l’appartenenza ad una comunità e il senso di rispetto verso la cosa pubblica».
Secondo l’assessore all’istruzione «il fabbisogno espresso dagli enti locali del Veneto per l’edilizia scolastica sarebbe superiore, attorno ai 290 milioni di euro. Servirebbe aprire almeno 321 cantieri, visto che oltre la metà dei plessi risale a prima degli anni Settanta e che l’evoluzione dei programmi scolastici richiede nuovi spazi, come palestre, laboratori, aule polivalenti. Solo quando il Veneto avrà l’autonomia finanziaria potrà programmare un fondo ad hoc, continuativo, per dare corso regolare alla periodica riqualificazione del patrimonio scolastico. Per ora il Veneto continua a dipendere dal riparto nazionale dei fondi, anche se contribuisce in maniera diretta con il cofinanziamento regionale e locale per oltre il 30% del valore degli interventi finanziati».
Il piano 2018-2020 a fine mese passa ora al vaglio del governo che stabilirà la quota di contributo annuo da erogare alla Regione Veneto e determinerà quindi il volume di investimento complessivo. La Regione ha scelto di mantenere due graduatorie distinte, una per gli interventi di pertinenza comunale e una degli interventi in capo alle Province: saranno finanziate entrambe con quota parte del fondo nazionale, nella misura del 70% e 30%.
L’intervento deciso dalla Giunta regionale servirà a dare ossigeno anche al comparto delle aziende edili locali, ancora alle prese con la crisi del mattone.