UECOOP: sempre più pesante il costo carburante italiano rispetto agli altri paesi UE

Rispetto alla Germania differenziale del 13% per benzina e del 18% per il gasolio. Ripercussioni sui movimenti turistici nazionali ed esteri. 

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Diventa sempre più impellente la necessità di rivedere il costo del carburante italiano per autotrazione se si vuole mantenere il Paese competitivo in settori strategici per l’economia nazionale, come il turismo.

Secondo un’indagine condotta dall’Unione europea delle cooperative Uecoop sui prezzi medi dei carburanti alla pompa, il differenziale del prezzo alla pompa della benzina tra Italia e Germania sarebbe del 13% a danno del Belpaese, differenza che sale al 18% nel caso del gasolio, prodotto utilizzato anche per la movimentazione di oltre l’80% delle merci che viaggiano in Italia.

Il peso dei carburanti diventa progressivamente sempre più oneroso sui bilanci familiari, tanto da disincentivare la mobilità delle famiglie, specie in un periodo favorevole per il turismo.

Su un pieno medio di 55 litri, un automobilista italiano paga dai 10 ai 13 euro in più rispetto a un tedesco. I prezzi del pieno al dettaglio – sottolinea Uecoop – possono variare anche di diversi centesimi al litro a seconda che si vada in una pompa servita o self service, che ci si trovi dentro la rete autostradale (con i prezzi medi più cari in assoluto per via del ricarico applicato dalle società concessionarie ai vari gestori delle aree di servizio), oppure che si faccia rifornimento in una cosiddetta pompa bianca, ossia fuori dal sistema delle grandi aziende petrolifere.

Se si vuole rimanere competitivi a livello internazionale, è necessario rivedere la politica fiscale gravante sui carburanti, portandola almeno al livello medio europeo o, meglio, a livello dei paesi confinanti per evitare che i turisti che viaggiano per la stragrande maggioranza in automobile, scelgano altri lidi meno cari.