Bologna ha ospitato la III Conferenza sulla cooperazione in emilia romagna realizzata dalla consulta per la cooperazione, settore che vede le imprese cooperative protagoniste tra mercato e solidarietà, luoghi dove è possibile tenere insieme competizione ed efficienza con i valori di inclusione sociale, dando al contempo un importante contributo economico e occupazionale. È questo il sistema della cooperazione emiliano-romagnolo che conta oltre 5.000 imprese, di cui il 20% sono femminili, che fanno registrare una crescita dell’occupazione dell’1,5%, per oltre 242.000 addetti complessivi. Il fatturato made in Emilia Romagna delle coop rappresenta un terzo di quello prodotto in Italia.
«Oggi, con il patto per il lavoro, e quindi il confronto e la condivisione con tutte le parti sociali, e gli obiettivi che la Regione si è data su sviluppo sostenibile, scelte ambientali e green economy, più ambiziosi rispetto anche a quelli fissati dall’Unione europea, ci stiamo misurando con una grande sfida, ovvero il ridisegno di un sistema produttivo nel quale la sostenibilità ambientale sia connaturata alla sostenibilità sociale ed economica. Grazie alla responsabilità nei confronti delle comunità e dei territori – ha evidenziato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – le cooperative possono giocare un ruolo chiave in questo processo. Possono avere un ruolo da protagonista nella transizione a uno sviluppo più equilibrato tra dimensioni sociali, economiche e ambientali, affermando un modello che mette al centro gli investimenti in ricerca e innovazione, economia circolare, figure manageriali di nuova generazione, competenze digitali e formazione del personale».
In merito all’impegno della Regione a combattere il fenomeno delle false cooperative, Bonaccini ha ribadito che «contrasteremo con forza le coop spurie e lo faremo mettendo in difficoltà chi, aggirando le norme, si trova in vantaggio competitivo rispetto coloro, e sono la maggior parte, opera nel mercato con correttezza».
Il settore della cooperazione in Emilia-Romagna conta su 242.000 addetti, il 14,2% del totale degli occupati, dato superiore all’8,3% a livello nazionale. A fine 2017, le cooperative attive in regione erano 5.051, pari all’1,2% del totale delle imprese. Rispetto al 2016, il numero di imprese cooperative è diminuito dell’1%, mentre il totale degli occupati è cresciuto dell’1,5%. In termini di addetti, i settori più rilevanti sono quelli dell’assistenza sociale (43.847 occupati), dei servizi di supporto alle imprese (40.249), il trasporto e magazzinaggio (35.741).
Il sistema cooperativo, con Foncooper, il Fondo di rotazione per la promozione e sviluppo della cooperazione, ha finanziato 85 progetti ed erogato 66 milioni di euro di finanziamento consentendo nuovi investimenti per oltre 94 milioni di euro.
Aderiscono alle centrali cooperative oltre il 60% del totale delle società cooperative regionali, che impiegano quasi il 90% dell’occupazione creata dalle stesse coop. L’agroalimentare, i servizi alle persone e l’assistenza sociale sono i comparti dove la quota di imprese associate è più elevata (oltre il 70%), la logistica (facchinaggio) è quello con la percentuale più modesta (32,4%), preceduta dalle costruzioni (46,8%).
Le imprese cooperative femminili in Emilia-Romagna sono 949 e occupano 44.628 addetti, di cui il 63% opera nel settore dell’assistenza. La maggior concentrazione si registra a Bologna, Modena e Parma. Le imprese cooperative giovanili sono 297, occupano 4.931 addetti e operano soprattutto nei settori del trasporto e magazzinaggio (40%), seguito dalle attività di assistenza e servizi alla persona, che assorbono complessivamente oltre il 22% degli occupati.