Secondo l’Osservatorio Nexi, 40.000 imprese perse, 20.000 che hanno aperto: questo il quadro dei negozi di abbigliamento tracciato a livello nazionale dalla Federazione Moda Italia di Confcommercio negli ultimi 6 anni. Buona parte di quei 20.000 negozi nuovi è gestita da cittadini stranieri, perlopiù cinesi. Il Veneto non fa eccezione, e segue le stesse percentuali della media italiana.
I dati sono stati presentati nella sede di Confcommercio Vicenza in occasione del convegno “Nuovi stili di vita e nuovi modelli di shopping” organizzato da Confcommercio Veneto e dalla Federazione Moda Italia. A illustrarli, partendo dall’Osservatorio Nexi sugli acquisti del 2018, il segretario generale della Federazione, Massimo Torti, e il coordinatore Sipap Veneto (Società Italiana Psicologi Area Professionale), Paolo Angelini.
Sul fronte del web, l’indagine realizzata da Format Research per Federazione Moda Italia Confcommercio dice che i canali “social” sono utilizzati dal 52,5% dei commercianti, con una predilezione per facebook (97,3%) e Instagram (35,3%), mentre solo il 33% dei negozi ha un sito web con cui proporre la propria offerta commerciale.
L’Osservatorio, basato sull’utilizzo del pagamento con carta di credito da parte dei clienti italiani nei negozi di moda, rivela che nel Veneto l’andamento delle vendite è stato altalenante, passando da un -2,5% di gennaio (contro il -4,6% nazionale) al +4,5% di febbraio (sul +0,9% nazionale), dal -3,7% di marzo (sul -6,8% nazionale), fino al +1,5% di maggio (contro il -0,9% nazionale).
«Un grafico non omogeneo, con segnali meno negativi per il Veneto rispetto alla media italiana – afferma Torti -. Facciamo affidamento sui segnali timidamente positivi per sperare in un futuro con percentuali di crescita più consistenti».
«Bisogna sostituire il concetto di concorrenza con quello di collaborazione – sostiene il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon –. Le imprese devono investire in nuove tecnologie: è necessario abbassare drasticamente la percentuale dei negozi che non utilizzano i canali social, e che attualmente è del 47,5%».
La chiave di volta è l’innovazione nel contatto con i potenziali clienti, ad iniziare dal puntare maggiormente sul commercio elettronico che è in decisa crescita. Federazione Moda Italia Confcommercio, partendo dal presupposto che solo chi è in grado di misurare può migliorarsi, sta lanciando la piattaforma “iNovaRetail Small”, che rende accessibili le vendite “omnichannel” anche ai piccoli rivenditori. Grazie alla tecnologia Rfid, applicata ad alcuni prodotti e agli schermi sensibili al tocco si può anche scoprire qual è il prodotto più guardato, toccato, provato, e agire di conseguenza per soddisfare le esigenze del pubblico.
In tema di concorrenza sofferta dai negozi di moda, il 36% la attribuisce all’e-commerce, il 30,3% agli outlet, il 28,3% alle catene monomarca, il 21,7% alla contraffazione. «Una piaga quest’ultima sulla quale Confcommercio e Federazione Moda Italia sono intervenute con un’azione culturale, lo spettacolo “#tuttofalso on the beach tour” nelle spiagge del Veneto – spiega il presidente veneto del settore Moda, Giannino Gabriel –. Assieme all’innovazione, è necessario puntare al rispetto delle regole da parte di tutti i soggetti che operano nello stesso mercato».