Loacker, l’azienda altoatesina famosa per la produzione di wafer ed altre specialità dolciarie, intende potenziare la filiera nocciole in Italia, fondamentali per assicurare la qualità e la tracciabilità del prodotto che viene esportato in oltre 100 paesi del mondo.
A questo scopo, Andreas Loacker, titolare dell’azienda sta incontrando amministratori locali e produttori di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio, realtà ritenute ideali per l’avviamento delle nuove colture, con l’obiettivo di riportare in Italia una forte produzione di nocciole, oggi in gran parte prodotte in Turchia. L’obiettivo dell’azienda è di facilitare l’impianto di almeno 2.800 ettari di nuovi noccioleti, una pianta che ha anche un elevata importanza paesaggistica.
Per centrare il progetto, Loacker si è fatto affiancare da banca Intesa Sanpaolo per mettere a disposizione una linea di credito dedicata alla riconversione dei terreni e la messa a dimora di nuovi impianti produttivi. La produzione di nocciole ha caratteristiche particolari in quanto la pianta, che ha una vita utile di oltre 50 anni, inizia a produrre solo a partire dal 5° anno e raggiunge il pieno raccolto a partire dall’8° anno. Tenendo conto di questi elementi, Intesa Sanpaolo offre una linea di credito dedicata che è caratterizzata da un preammortamento di durata particolarmente elevata (7 anni) su una durata complessiva di 12 anni.
Secondo Loacker, «le nocciole di origine italiana sono uno degli ingredienti più importanti delle nostre specialità. La verticalizzazione della filiera produttiva della nocciola è una delle nostre strategie per garantire la qualità e il controllo sulla materia prima nonché la sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo riconosce l’importanza imprescindibile della componente umana, e ci permette di raggiungere l’ambizioso obiettivo di dare vita a un esempio, solido e solidale, di sinergia tra aziende agricole e produzione dolciaria».
Il patron dell’azienda altoatesina ha incontrato in Friuli Venezia Giulia gli assessori regionali alle risorse agroalimentari, Stefano Zannier, e alle attività produttive, Sergio Emidio Bini, persentando le caratteristiche del progetto che potrebbe portare in Friuli Venezia Giulia una parte consistente dell’approvvigionamento di materia prima, la nocciola italiana di qualità, con un vantaggio duplice per i coltivatori e per i consumatori. Ai primi infatti sarebbero garantiti, secondo la policy aziendale, accordi a lungo termine, ai secondi il mantenimento di una produzione di qualità, che qualifica sia il territorio agricolo di provenienza delle nocciole, sia il prodotto finale destinato all’industria dolciaria.
L’interesse espresso da Loacker – che è già presente in Toscana con produzioni di filiera simili – ha colto l’interesse dell’assessore Zannier per la parte che riguarda la diversificazione colturale nella nostra regione. Come ha rilevato, infatti, lo stesso Zannier, «la possibilità offerta da una realtà aziendale strutturata ed affermata come leader nel proprio mercato consente di dare prospettiva ad una interessante possibilità di diversificazione produttiva che potrebbe tornare utile ad intraprendere la strada della sostenibilità aziendale per i nostri imprenditori agricoli».
Bini vede in questa proposta «l’occasione per rafforzare l’immagine del Friuli Venezia Giulia quale regione autentica, salutare, ancora viva di ricchezze, un’immagine che non è solo frutto di una vetrina promozionale, ma risiede nel modo stesso con cui la Regione interpreta l’economia e la produzione di benessere. Legare il Friuli Venezia Giulia a un marchio riconosciuto a livello mondiale come Loacker rappresenta un’occasione importante per far conoscere e promuovere il nostro territorio. Ritengo, quindi, sia necessario fare il possibile affinché tutti i soggetti coinvolti trovino un punto di sintesi ottimale».
In Friuli Venezia Giulia, Loacker prevede di raggiungere accordi con i coltivatori per una superficie coltivata a nocciolo di circa un migliaio di ettari, posto che l’azienda da sempre usa solo ed esclusivamente materie prime di qualità ed in particolare nocciole esclusivamente italiane, che attualmente ritira anche in altre zone d’Italia. La formula proposta è un contratto a lungo termine con un meccanismo di prezzi vantaggioso e premiante per il produttore, che garantisce inoltre, lungo tutta la filiera ed in tutte le fasi dello sviluppo del noccioleto, l’assistenza di tecnici aziendali per ottimizzare la produzione nel rispetto dei requisiti delle materie prime. In quest’ottica la coltivazione del nocciolo rappresenta un’ottima e profittevole alternativa alle tradizionali colture praticate dagli agricoltori del Friuli Venezia Giulia.
Azienda familiare fondata nel 1925 da Alfons Loacker, è oggi presente in oltre 100 paesi. Nonostante il suo orientamento internazionale, Loacker si concentra su pratiche commerciali sostenibili, rispettose dell’ambiente ed eque, favorendo lo sviluppo delle risorse in tutti i settori e impegnandosi a livello sociale ed ecologico. Nel 2017 il fatturato ha raggiunto i 335 milioni di euro con due stabilimenti produttivi, uno nella sede altoatesina di Auna di Sotto, l’altro a Heinfels in Tirolo Orientale.