A maggio la produzione industriale torna a crescere dopo la battuta d’arresto congiunturale rilevata ad aprile. Tutti i raggruppamenti principali d’industrie registrano un risultato positivo, in particolare i beni strumentali continuano a trainare la crescita sia su base annua sia rispetto ad aprile. La crescita tendenziale corretta per i giorni lavorativi è diffusa a livello settoriale, con apparecchiature elettriche, prodotti farmaceutici e macchinari che confermano la sostenuta espansione registrata, in media, da inizio anno.
La produzione industriale è salita circa in linea con le attese a maggio, di +0,7% m/m, recuperando parte del calo di aprile (-1,3% m/m, lievemente rivisto verso il basso). Il rimbalzo è diffuso e riguarda in maggior misura (+1,2% m/m) l’energia (non a caso, il settore che era stato maggiormente colpito ad aprile: -4,8% m/m). I beni intermedi recuperano quasi interamente il calo del mese prima (+0,9% da -1,1% m/m) e i beni strumentali crescono per il terzo mese consecutivo (+0,4% da +0,6% m/m precedente). I beni di consumo (+0,2% dopo il -1,4% m/m di aprile) sono frenati dai durevoli (-1,2% dopo il -2,2% m/m precedente). La produzione manifatturiera (al netto di energia e attività estrattive) è salita in linea con l’indice generale (+0,7% m/m). La tendenza annua ha recuperato marginalmente terreno a +2,1% (corretto per gli effetti di calendario) da un precedente +1,9%. La tendenza recente è in rallentamento, visto che lo scorso agosto era stato toccato un massimo dal 2010 a +7,1%. Tuttavia, è il ventiduesimo mese consecutivo di espansione: si tratta della striscia positiva più lunga da quella a cavallo tra fine 2005 e fine 2007.
Tra i comparti manifatturieri, quattro su un totale di quattordici risultano in moderato calo su base annua (corretta per gli effetti di calendario): computer ed elettronica (-1,6%), metalli (-1%), legno, carta e stampa (-0,5%) e gomma e plastica (-0,3%). Da notare, all’interno dei trasporti, la flessione delle auto (-4%). Viceversa, i settori più trainanti sono le apparecchiature elettriche, il farmaceutico e la meccanica (+7,3%, +6,6% e +5,1%, rispettivamente).
In Italia come in altri Paesi dell’eurozona, i dati dei mesi più recenti in merito all’attività industriale sono stati distorti da effetti di calendario (e, in minor misura, climatici). Ciò ha aumentato la volatilità delle variazioni mensili della produzione.
Secondo Paolo Mameli, capo economista di Banca Intesa Sanpaolo, «ci aspettiamo comunque che la crescita su base congiunturale possa proseguire a giugno, sia pure in minor misura che a maggio. Al di là delle variazioni su base mensile, la tendenza della produzione resta espansiva, ma è meno brillante rispetto a qualche mese fa. Ciò è coerente con il rallentamento segnalato dalle indagini di fiducia delle imprese manifatturiere nei mesi più recenti. Tale decelerazione, che è comune alla maggior parte dei Paesi dell’eurozona, appare dovuta al minor vigore della domanda mondiale, e non al rischio politico domestico (che, almeno per ora, sembra aver un impatto trascurabile sull’economia reale)».
«In ogni caso – prosegue Mameli -, il rimbalzo della produzione industriale a maggio non è sufficiente a compensare il calo di aprile; pertanto, a meno di un’impennata a giugno, l’attività industriale è in rotta per una sostanziale stagnazione o una lieve flessione nel trimestre primaverile. Ciò significa che, per il secondo trimestre consecutivo, l’industria non dovrebbe aver contribuito alla crescita del valore aggiunto in primavera, come già accaduto nei mesi invernali».