Per la Marmolada non c’è pace: la proprietà ripassa dal Veneto al Trentino.

Lo ha stabilito l’Agenzia del Territorio di Roma, ritenendo valido il decreto Pertini del 1982 e non l’accordo Galan-Dellai del 2002. Soddisfatta la Valle di Fassa. Incazzatissimo Zaia che promette l’ennesimo ricorso. 

0
1213
ghiacciai marmolada

Una disputa lunga 40 anni (con il Veneto e il comune di Rocca Pietore da una parte, il Trentino e il comune di Canazei dall’altra) su cui dovrebbe (mai il condizionale è d’obbligo come in questo caso) essere messa la parola fine da parte dell’Agenzia del territorio di Roma che ha deciso il conflitto relativo ai confini tra Veneto e Trentino sul crinale della Marmolada che sono stati riportati lungo la cresta che da Punta Rocca scende verso il Passo Fedaia.

Viene così confermato il decreto presidenziale firmato nel 1982 da Sandro Pertini, come da tempo chiedeva il comune di Canazei. La decisione annulla di fatto l’accordo stipulato nel 2002 dagli allora governatori del Veneto, Gianfranco Galan, e del Trentino, Lorenzo Dellai, ripristinando il confine storico risalente al 1911.

Se in Trentino ed in particolare in Val di Fassa si brinda, dal sindaco di Canazei Silvano Parmesani che, assieme al suo collega di Vigo Leopoldo Rizzi aveva chiesto all’Agenzia del Territorio di pronunciarsi nel merito, alla Procuradora della Valle, la senatrice azzurra Elena Testor («la Marmolada rappresenta un patrimonio di tutta la valle che va difeso sulla base della storia e dei documenti raccolti in passato anche da padre Frumenzio Ghetta»), sul fronte veneto si mastica amaro, molto amaro. Se nel Bellunese qualcuno sbotta affermando «dopo Sappada, la provincia ora perde anche la Marmolada» e il senatore azzurro bellunese Dario Bond annuncia già un’interrogazione parlamentare, a chi girano alla velocità della luce gli zebedei è il governatore Luca Zaia: «giù le mani dalla Marmolada, la difenderemo con le nostre unghie. Difenderemo quel confine, nel senso che riguarda gli impianti di risalita, attività economiche e identitarie che sono del Veneto. Del resto – ha aggiunto Zaia – si tratta di un dibattito che va avanti da decenni, e vogliamo entrare nel vivo con la convinzione di avere una proposta alternativa. Questa è una partita che si potrebbe risolvere con il buon senso, ma mi sembra di capire che il buon senso è stato affidato ai legali, allora continueremo con i legali. Questa è una partita che eredito; se fosse iniziata con noi sarebbe già conclusa perché avremmo trovato un accordo, ho ereditato una partita di scartoffie da paura di sentenze contro sentenze – ha concluso – che cercheremo di risolvere».

Alla prossima puntata.