Il Rapporto Sanità 2018 ha stilato la classifica della sanità italiana che vede nelle prime sette posizioni tutto il NordEst, con alla testa le province di Trento e di Bolzano. La classifica è stata stilata dal CREA, il Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità dell’università di Roma Tor Vergata, che ha presentato al Senato della Repubblica il suo Rapporto 2018 sulla “misura delle performance dei Servizi sanitari regionali”.
La provincia di Trento guida il gruppo “dell’eccellenza” di cui fanno parte anche Alto Adige, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto. Dal rapporto emerge che i livelli maggiori di tutela della salute garantiti dai territori più virtuosi sono raggiunti dai territori che più hanno puntato sulle politiche di integrazione tra sanità e sociale. «Una misura necessaria per migliorare la performance nell’ambito della tutela della salute e dell’inclusione» è scritto nel Rapporto.
Altro aspetto rilevante è che i risultati migliori sono figli di maggiori investimenti economici. «Queste province e regioni spendono un po’ di più, erogano più servizi e hanno risultati migliori» ha spiegato il professor Federico Spandonaro, presidente di CREA Sanità che ha evidenziato in particolare l’esempio offerto dal Trentino sul fronte dell’assistenza agli anziani. «La provincia di Trento – ha sottolineato – in tutta l’area della residenza per gli anziani ha livelli superiori di 3 volte rispetto alla media nazionale. È la prova che chi stanzia di più, produce risultati migliori».
Dal rapporto CREA 2018 emerge che il servizio sanitario del Trentino può vantare 5 fattori caratteristici, come le favorevoli condizioni socio-economiche, con una popolazione in media più giovane, istruita e benestante di quella media italiana, ma anche in miglior stato di salute, un finanziamento del settore salute pubblica significativamente maggiore della media nazionale e orientato a promuovere l’integrazione socio-sanitaria, realizzando livelli di tutela superiori a quelli garantiti dai LEA a livello nazionale, con livelli di offerta, specialmente nell’ambito riabilitativo e residenziale, estremamente più alti della media nazionale, cui s’aggiunge una spesa sanitaria, sia pubblica che privata, superiore al quella media nazionale, oltre ad una buona efficienza nell’erogazione dei servizi, con punte di eccellenza come quella dell’assistenza farmaceutica, ed un elevato grado di tutela pubblica della salute, dimostrata dai limitati impatti sui bilanci delle famiglie.
«Lo straordinario risultato che ci vede quest’anno davanti a tutti è figlio delle scelte fatte negli anni – ha osservato Paolo Bordon il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino -. In particolare è stata premiata la scelta di portare i servizi vicino al cittadino, in sinergia con le comunità locali e di costruire una rete ospedaliera qualificata composta da un lato da ospedali-hub nei quali trattare le patologie più complesse e urgenti, dall’altro da percorsi domiciliari che portano i servizi direttamente a casa del cittadino».
I risultati offerti da questo ambiente favorevole si tramutano in una migliore qualità di vita per i cittadini trentini: la loro speranza di vita alla nascita è di 6,7 anni superiore alla media nazionale. Anche in termini di disabilità si delinea un quadro migliore di quello del resto d’Italia. Al compimento del 65esimo anno di età, un cittadino trentino può sperare di vivere per ulteriori 10,9 anni senza problemi di salute che ne limitino le attività quotidiane. Tale dato è superiore sia a quello dell’Alto Adige (9,5 anni) che a quello nazionale (9,8 anni).